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domenica 12 giugno 2016

S-CONOSCENZA

(S-)conoscenza
galassie gemelle
in binari paralleli
camminavano a fianco
alieno ciascuno
sguardati solo
con la coda dell'occhio
bi-erre Irlanda del nord altre musiche di allora
preparavo il concorso direttivo
frugavo gli inguini di sguardi di fanciulle
il guardare celeste dalla tua adolescenza
curiosava in me uomini grandi con la voce calda
nulla di straordinario è successo intanto
solo lo spazio tempo ha fatto scivolare
estraneità attigue facendole sfiorare
combaciare sovrapporsi farsi congrue
stupiti stupiamo ora
intimità assolute imprevedibili
tremanti tremiti inauditi
ansiti simultanei in sintonia
olocausti nuovi invasivi e immensi
umanità deragliate e sommerse
brandelli di carne e di stoffe
seppelliti in mari di acqua e di sabbia
qui ora su questa stessa terra
nudi teneri bianchi contatti
tentano parole e ritmi per raccontare tutto
tripudio di orgasmi estatici
e contrappunto del bordone di urla disperate
germogli di raggi di sole tra i rami
si inzuppano di piogge devastanti
il presente ha cambiato vestito
flusso di esistenza a gustare ammirato
rabbrividisce di gioia e di spavento
conoscenza assoluta nuova e vibrante
cullo la tua immagine nuda
il tuo sguardo addolcisce la terra
e tutto è successo ormai per sempre
irreversibile questo presente diventa eterno e totale
Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq 2 giugno 2016

SPAVENTATI COME LADRI

Spaventati come ladri
dicevamo allora
ma come ladri buoni
innocenti
guardavamo le maioliche turchine 
di Isfahan nei tuoi occhi
che non sono mai mutati dolcezza
e viaggiando di là certo
avevamo sfiorato villaggi
curdi e armeni sopravvissuti alle stragi
con l'occhio assente del turista
posato su volti estranei diversi
la fame e la miseria per pudore
restavano zitti negli angoli
nei propri stracci
qualche poeta veniva fucilato così
ogni tanto ci pensava il Savak
ma era ancora una crudeltà alla buona
nei deserti di sale infiniti
tinti di ruggine e ocra
con riverberi luccicanti al sole
potevamo solo fantasticare
la maiolica azzurra dei tuoi occhi
ancora sconosciuti
ora in terre vicine a quei cieli
defenestrano dalle torri i diversi
i devianti deviati
e con scimitarre gialle tagliano il capo
ghignando
altri deserti contigui
lì corrono con i Land Rover americani
le bestie rabbiose che sognano
un Saladino demoniaco ancora più feroce
chi scampa da quei cimiteri può fuggire
a cercare altri inferni bagnati di mare
dove affogare davanti ai residui
di benessere borghese
egoista da noi europei
dove cova sotto la cenere
il revanscismo dei maimorti
e i topi di fogna si affacciano famelici e voraci
ma sì certo
spaventati come ladri
dicevamo
ma come ladri buoni
innocenti
ammiriamo le maioliche turchine
di Isfahan nei tuoi occhi
che non sono mai mutati dolcezza
e trema il cuore ancora
sempre
di stupore e desiderio
all'ombra di quel terrore lontano
vicinissimo

terre di risi, qui

terre di risi qui
aironi ingoiano girini
e rane per nulla rassegnate
ad agitare a vuoto le zampe
sconciamente
femminili

sì veniva nella corriera blu
dal sonoro richiamo a sirena
odore amaro di nafta
borborigmo del vecchio diesel
esausto
zio Peppino in piazza accoglieva
col sorriso e offriva una spuma
al bar Groppi

bolliti misti salami fidighin
Freisa che schiumava di porora
risotto molto unto e grasso
nel  vapore spesso
della cucina economica

Il cesso OO alla turca
in equilibrio
sospesi

persiane accostate
sui letti alti dalle molle stonate
per un pisolino da bambini
e di nuovo
restare sospesi nella penombra
antica consunta

il blu nafta della corriera
illuminata dentro
ributtava i catarri del suo tossire
bolso

terre di risi ora
soltanto
aironi divorano girini
e rane
risotti grassi rimasti indietro
nell'altrove remoto
col porpora spumoso
del freisa
e l'aspro sapore gustoso

rimane un quadro sfocato
di segugi che portano le beccacce e le pernici
Immobili coi peli delle orecchie
fermi in posa  in un vento immoto
congelato