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martedì 24 gennaio 2017

MERENDA DI SAPORI COLORITI

MERENDA DI SAPORI COLORITI





tracimavano fuori dalla tazza di nuvoaglia bianca
colate purpuree di succo di lampone e marmellata di rosa canina
da potere intingerci le dita da leccare
sfiorando il blu cobalto dei tendaggi sospesi
assaggia il sangue intenso e saporoso
che ti porgo dalle labbra
il fine gennaio morde rabbioso di gelo
spandendo vapori profumati di essenze amorose
e non te lo racconto tutto questo
lo stai sentendo già anche tu
estatici rapiti di assenza presente
tamburelliamo insieme lontani e congiunti
accorati accordati all'unisono un

domenica 22 gennaio 2017

STAZIONE CHE VAI

STAZIONE CHE VAI
aspettavo il 9.55 o forse no
era il 10.55 o può darsi anche
l'11.55 difficile dirlo perché io intanto aspettavo
e non era colpa della stazione
o dell'annuncio della voce sintetica
o della scritta nei led luminosi
se vogliamo non era colpa di nessuno
neppure del treno che poteva essere stato
benissimo soppresso cancellato dimenticato
e forse neppure del mio insulso
gratuito immotivato attendere
perché la vera sostanza è che i treni
non sono certo fatti per arrivare
e tantomeno puntuali
soprattutto se ti metti in testa
di voler credere per fede che arrivino
le stazioni i treni gli annunci la speranza
l'attesa il proprio batticuore tremante
l'appetito d'amore il sogno le pulsioni
sono forse soltanto modi di dire
stati dell'animo immotivati
dolorosi e teneri insieme
che è meglio riporre nel cassetto
delle cose improbabili
e senza neppure averlo annunciato
il 9.55 e il 10 55 e l'11 55
smettono di essere prevedibili
attesi attendibili auspicabili sperati
è molto probabile che nessun treno
né ora né mai abbia in mente davvero di arrivare
oppure arriva quando lo decide lui
con un tuffo al cuore spasmodico
dolcissimo e insieme cruento
l'essenziale è non aspettare treni
né appuntamenti né lettere d'amore
e neppure l'amore stesso che se c'è
c'è e basta zitto zitto scontroso
allegro esasperato sardonico ubriaco
e non è dato sapere se c'è o se non c'è
l'unica è uscire dalle stazioni possibili
da tutte e da tutti i luoghi di attesa
rinunciare alle attese restare in sur place
guardandosi in giro provare
a scrutare gli azzurri dei cieli nevosi
le strade ingombre come un dato di fatto
con i soccorsi che tardano sempre
e non sanno e non vogliono rimediare
ai disastri ormai sempre irreversibili
la strada ora è pulita inutilmente
e lo fa solo per gioco con nonchalance
quel che c'è sospeso nell'aria rimane lì sospeso
fin quando decide di allargarti il cuore
perché non può più farne a meno
ripongo dunque nel cassetto la tua immagine
l'azzurro al fosforo del tuo sguardo
come una sorpresa nell'uovo di pasqua
da bambini quando trovavamo
anellini falsamente dorati
e riuscivamo a gustare l'entusiasmo
perché essere bambini è fantastico
gratuito totalmente regalato
e ti lascia comunque strascichi
nell'anima che durano
durano molto a lungo
ma solo finché durano
finché gli va
di durare
così




lunedì 9 gennaio 2017

COMPIACIUTA SOLITARIETÀ

COMPIACIUTA SOLITARIETÀ

"In interiore homine habitat veritas”

con sguardo pulito e sgombro
guardare fuori con coerenza
cestinando fasulli specchietti
per allodole sprovvedute
nel mare torbido dell'esistente
escludere cotillon body e ammiccamenti

parole terse inequivocabili
e questo solo può essere il nostro vivere solo
solitaria avventura che inventa
raccontandoli nuovi orizzonti
"solo et pensoso i più deserti campi-
vo mesurando a passi tardi et lenti-
e gli occhi cerco per fuggire intenti-
ove vestigio  human l'arena stampi-"
ripeto con l'aretino Francesco
e guardo lo inferno con dispitto
anche quando vien da chiedersi se
"vale la pena di essere solo-
per essere sempre più solo?"

luminarie fasulle e apparenze
omologate pulsioni seriali
fastidiose e compulsive
che fanno già tutti per abitudine

anche il sogno appare ma lui illumina
la strada e scalda e consola
gli do la mano compagno del cammino
e cerco solo gesti e sguardi di intesa
complici convinti risoluti scevri

del resto non mi curo
ma guardo e passo

Paré e mia vess

https://49.media.tumblr.com/ee7f49f01725c7e73360a00dc66674a9/tumblr_o015qxcDuv1uwmtq8o1_500.gif

“PARE’ E MIA VESS, L’E’ CUME FILA’ E MIA TESS”
per dire insomma che appparire senza poi essere davvero
così è quasi come filare il filo senza poi nulla tessere
si dicevano proprio nel tempo dell'apparire l'epoca in cui
l'immagine dominava soffocando l'esistenza
e nascondendo il reale con maschere su maschere
simulacri per ogni evenienza per simulare entità fittizie
per auguri di feste e cerimonie ufficiali
per incontri galanti per seduzione  e per lutto
e solo chi  refrattario  viaggia a volto nudo
appare davvero malato e deviante per  sua
patologica trasparenza autentica
ridicolo e messo alla berlina

facies di cartapesta improbabile con la fissità
della espressione statica definitiva al teatro
dell'apparire e basta da cambiare con rapidi
gesti dietro quinte e velari di garza bagnata anche loro
per la recita del fittizio lasciano a casa
le anime i sorrisi e le lacrime e quant'altro
perché il pubblico destinatario non è pronto
e non capisce un linguaggio di volti veri

e il dire ti amo ci sono ti penso ti vivo
nasconde e cela tutto il rimosso destinato altrove
riposto sotterrato nella tomba dell'intimo
e le parole asincrone raccontano emozioni inverse
pantomima tragica di abitudine rassegnata

allineate in fila sulla rastrelliera son pelouche da colpire

ti desidero tanto che voglia-
            -  dài che poi faccio altro altrove con altri
non so neppur io se mi piaci –
            -  ti sogno e mi trema il cuore sempre
dimmi tutto se vuoi  -
              - ma che lagna mi hai stufato davvero
che piacere vediamoci sai –
               - dagli un taglio che ho fretta ho da fare
il tuo nudo mi mozza il fiato –
               - e le rughe sono male nascoste
sei ciò che ho sempre sognato –
                - ma non regge il confronto con altro
ogni volta di più sono contento –
               - e per ora in apnea mi contento

VOGLIO TUTTO MA TANTO MA TANTO-
- VOGLIO TANTO MA TUTTO DAVVERO

osa dire murmure l'ultima maschera titubante
con vergogna del proprio nudo totale assoluto
teme lo scherno e da sola si masturba a schermirsi

perdiamoci pure insieme tutti quanti
simulacri fasulli e rare anime vere

a pochi però davvero sta tremando il cuore nel fondo

lunedì 2 gennaio 2017

SCENARI


atmosfere profumi tremori emozioni
vibrazioni sonore
comparse
queste poi cambiavano ad ogni colpo di vento
instabili come il destriero di Kafka
nel cavaliere del secchio
e basta per un po' almeno
cliccare su quell'immagine
provvisoriamente definitiva
e guardare la foto tenendola con la mano
un po' lontana davanti
a simulare la realtà
che mai sarà fotografabile
e facevamo finta che la felicità
e l'allegria diventino stabili
cioè che sia possibile che avvenga
oppure anche semplicemente il pensarlo
ma è un gioco naturalmente
e noi giochiamo giocarlo
non trattengo i tuoi capelli al vento
né nastri di seta né sguardi né effluvi
tutto scorre come un fiume
“panta rei os potamos”
istantanea fissata male
sbiadisce stinge scolora sprofuma
amaramente anche questo
era stato già ben previsto
nessuno si era mai illuso
se non per gioco
oppure tu per distrazione ingenua
sapevamo dove saremmo voluti andare
ma sapevamo anche dove stavamo andando
davvero
(anno galattico 7102, da un passato improbabile, un presente sfuggente, un futuro evanescente e liquido)
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq