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domenica 15 aprile 2018

 BASAGLIA

c'ero stato qualche volta con lei
l'aveva promesso ai suoi ragazzi
quello che portava tre cravatte
nicolino che le faceva i regali
calligrammi
con grafemi a spirale in cui il suo linguaggio
raccontava quel mondo allucinato
e quelle altre anime pallide che mormoravano
tremolanti sotto gli occhi brutali
dei carcerieri immensi vestiti di bianco
cui pendevano alla cintola grappoli di chiavi sonanti
proesoressa facci ancora le tue musiche
sì sì sì facevano coro intorno gli altri
sguardi vuoti che vedevano solo più
i fantasmi che li avevano abitati
prima delle scosse elettriche ai lobi
e le intramuscolo di zolfo
sentivo quell'odore malato d'angoscia
quel brusio galleggiante di onde cerebrali bruciate
i fremiti e le convulsioni ricevute
per uccidere i pensieri malevoli
e sapevo già bene che in confronto
gli orrori del mio convitto almeno
stavano ancora al di qua nel mondo reale
le larve e gli spiriti diafani
erano oltre il possibile da me concepibile
e non invidiavo a quegli sguardi perduti
la merenda golosa della musicoterapia
che mia madre allora donava loro
quando marciammo in centinaia
nel cuore della notte molti decenni dopo
per occupare l'ospedale psichiatrico
urlando ritmati con passione
ERGO TE RAPI A CAR NE U MA NA
mi portavo dentro all'anima e alla mente
quel dolore estenuato balbettante sordo
e nutrivo la grande speranza con gli altri compagni
che anche la mia grigia nebbiosa città di novara
propugnava col circolo rosa luxemburg
attendendo la liberazione da grate
inferriate camicie di forza elettrodi nefasti
che brutali sanitari carcerari
propinavano facendo tintinnare mazzi di chiavi
alle cintole immense dei loro corpaccioni da golem
attendevamo basaglia
pregustando una possibile liberazione
per tutte le altre larve compresi anche noi umani
ma stiamo ancora aspettando
foto Web
Maria Teresa Grano, Maria Stefania Tornese e altri 18
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Ricerche

sabato 14 aprile 2018

ILLUSIONISMI

ILLUSIONISMI



e lo facevano
praticamente per gioco
e non sempre poi
quello di incontrarsi
come se venissero da altri posti
"Sei già tornato dal lavoro?"
" Sì sì Ho fatto tante cose
Ora ti racconto ...."
e lui le raccontava
lei ascoltava compiaciuta  chiedeva
e poi raccontava lei
 giocavano come mariti e mogli
ma meglio
non c'erano mai stati
 problemi su a chi toccasse
 vuotare la lavastoviglie
anzi a volte era lei
che lo faceva
per gioco/non gioco da moglie
e lui ne era intenerito
e gli venivano le lacrime agli occhi
ed era bello così senza obblighi
 condizionamenti camicie di forza
 ed era bello così
essere molto meglio che sposati
 ciascuno libero lontano
 quel tanto che basta
da aver voglia immensa di vedersi
e di nuovo vedersi
e di nuovo  vedersi ancora
e raggiungersi dovunque
e intanto non essere
l'uno addosso all'altro a pesarsi asfittici

lui la baciava ogni tanto
solo ogni tanto
dietro le curve della strada
o dietro gli alberi
e lei diceva no non facciamoci vedere
ed aveva proprio ragione
 perché anche fossero stati
sposati davvero
nessuno ci avrebbe creduto
e a maggior ragione
a esser visti baciarsi così

non facciamoci vedere

ma loro si amavano
e si baciavano lo stesso
camminando nel bosco

la baciava guardingo

e le scriveva delle non/poesie
 per finta per gioco
 giocavano molto
erano molto bambini
anche se erano molto adulti

quel tanto che basta
per sapere bene
il linguaggio dell'amore
per saperlo praticare
con pronuncia spigliata

lui la pensava

e intanto
guidava
l'auto
argentata

martedì 10 aprile 2018

APNEE

APNEE
e lo ricordi allora vero

il canto delle murene in amore
coi loro denti taglienti
e lo sguardo affilato
serpentinamente perlustrare
in apnea prolungata
l'azzurra penombra profonda
e palpitante d'attesa
nell'eco assordante
di sirene nude avviluppate
in turbini di capelli
e non puoi certo scordartene
perché era quella la nostra
dimensione abituale
in cui galleggiavamo
perdendoci per ritrovarci
sempre e ancora trattenendo
il più a lungo possibile il fiato
con murmuri gorgoglii
balbettanti orgasmi nell'onda
densa e acquosa
a invaderci tutti
immersi diffusi palpitanti
insieme in un tutt'uno
in cui fare fatica
a distinguerci l'uno dall'altro
fusi come sono
gli accordi di quella viuela
che agli altri legni
fa il controcanto e vola via
il tuo ultimo sguardo di cielo
che lascia impresso
il desiderio struggente 
per la prolungata
apnea di veglia e di sonno
lo so lo ricordi lo ricordo pur io
mentre siamo noi stessi
il nostro ricordo presente
prolungato infinito
che viene da un tempo lontano 
per andare più in là
delle ultime galassie

e molto oltre

ancora


lunedì 2 aprile 2018

CHIEDERE

CHIEDERE   
a mutare il tono di voce
e dismettere la domanda
neppure l'intonazione
vuoi magari supplice
implorante sospesa per aria

curiosa di sapere se
e scruta intanto se ci sono
tracce nuove disegnate
sulla lavagna azzurra del reale

a te ora lasciando la guida
non più solo per condurre
buffe auto piccine da autoscontro
che lo sai fare benissimo
di me meglio certo

non più a chiedere se
o quando o quanto o perché
e neppure dove
gustando il fascino della lentezza
e il rallentato vortice del vento
ma un altro modo più nuovo
che ti viene bene e lo fai disinvolta

cioè le domande rimangano
a mezz'aria sospese
il curioso controllo dismette
l'assillato scrutare risposte
surgelando domande  e richieste

per attendere ogni regalo
sorpresa nell'uovo di pasqua
anellini di latta dorata
che l'infanzia bambina sognava

solo lo sguardo goloso ma calmo
pacato di quando finalmente si impara
a guardare prima ancora che il tempo cominciasse
nel lungo disteso durante
e ancora e ancora e ancora
fin quando crederà di avere finito
tutte le sue risorse
e non solo ma ancora più oltre
iperbolicamente dilatato oltre i limiti del possibile
infilato al dito minuscolo
l'anellino magico che ha il gusto
del cioccolato fondente

e  tutto senza più mai chiedere nulla
che il fiume porta a galleggio
risposte sorprese inattese
per lo stupore di un'alba di pasqua
giocato per burla come pesce d'aprile
ma buono e di cioccolato anche lui
con la stagnola verdeazzurra
al neon fosforeggiato

e ti lascio guidare così
lo fai bene col garbo fatato
e ridi con mani aggrappate
sul piccolo volante paffuto
nell'autopista celeste infinita
e il tuo sorriso  di luce
divertito e sornione inventa
questo unico nuovo
speciale
mondo
possibile
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq

foto web

FEMMINILE

FEMMINILE 

ed era ed è quel composto
molto organico
e anche scomposto e bizzarro
talvolta
di adolescente ragazza bambina
amica compagna sorella
amata amante amorevole
allieva maestra consorte  alleata
sposa conquista e preda
regale padrona dei sensi
e un poco a volte aveva ed ha nel fondo
quel gusto di madre quel sapore
di guida sfumato e dolce

qui complice di sogni volanti
di avventure al limite dell'extrasistole
da far fibrillare il cuore eppure
ogni volta mi capita di stupire
attonito a bocca aperta
per baci diffusi ovunque
a gustare saporoso miele femminile

che neanche si può definire
tutto questo in una volta
a incontrare ogni nuovo profilo
perché è un continuo
risorgere e rinascere
di lei e di me ad un fiato

bella è pur bella e tanto
al mio occhio profano
che ogni volta mi ci perdo
volentieri
tremando
unica ultima sovrana
sorpresa scoperta esclusiva

amo una donna
e in lei
amo tutto
il femminile
possibile