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giovedì 31 maggio 2018

IL GIOCO DELLE TRE CARTE

IL GIOCO DELLE TRE CARTE
(però anche quello bisogna saperlo giocare!)
Compatibilmente con le mie competenze linguistiche cerco di rispettare un atteggiamento puristico nei confronti della lingua italiana, ed evitare le brutte espressioni anglofone o romanesche. Premetto perciò che accantonerò il termine, che a me pare un po' burino, di "bufala", insieme a quello corrispondente a me pare di "fake news"… Perciò a scopo puramente ironico e sarcastico, con buona pace del grande fratello controllore, dirò chiaramente che questa è una "non notizia", ma vuole essere semplicemente uno "sfottò"…
Ricordo tanti anni fa in una sosta forzosa per rifornimento e per il caffè in autostrada, di aver notato un assembramento di gente. Alcuni "signori" tenevano banco intorno a un alto tavolinetto da bar, all'aperto… Attorniati da uno stuolo di curiosi.
Erano dei veri professionisti che stavano mettendo in scena una performance vecchia come il mondo. Con abili movimenti delle mani e con aria suadente e convincente stavano pescando con il metodo dell’ "acchiappacitrulli", le vittime designate. Avevano tre carte da gioco… Oppure tre bicchierini rovesciati… Non ricordo il particolare… Doveva essere indovinata la posizione di una delle tre carte, o di una pallina sotto una tazzina… Apparentemente un gioco da ragazzi… Per poter partecipare bisognava fare delle offerte. 50.000… lire, 200.000… 300.000… scommettendo.
Cercavano con sguardo attento subdolo e complice connivenza tra il pubblico. In questo erano bravissimi. Prima o poi il malcapitato ci cascava. Guardandosi intorno con aria strafottente e sfottente, costui diceva ai vicini: "… Ma è facilissimo, io vinco subito…"
E immancabilmente ci cascavano.
Forse non c'è più la professionalità di una volta.
Ora ci sono improvvisatori. Ma nonostante questo i citrulli ci cascano.
Mi permetto perciò qui di dissimulare una situazione analoga, inventando di sana pianta una notizia impossibile e improbabile, ma verosimile.
"NUOVO INCARICO DATO AL PROFESSOR CORBAZZONI. Il famoso quanto sconosciuto esperto di filologia norvegese e di meteorismo, ha appena ricevuto la proposta di provare a comporre una nuova squadra per dirigere il paese. Vanta a suo credito la devozione per Pietralcina e studi approfonditi di pratiche divinatorie ed esoteriche. Non ha ancora deciso se uscire dall'Europa o da tutto il mondo... É noto per la sua ricorrente affermazione quando i giornalisti lo assediano: "qui lo dico e qui lo nego…"
Che denota la sua propensione per lo spirito d'avventura e per il bluff.
Naturalmente si è sempre professato di destra con tendenza a sinistra... (O viceversa...)
C'è molta aspettativa, peraltro ingiustificata, per la sua risposta… Lo "spread" (mi si perdoni la anglicismo!) sta salendo. Il Pil soffre di astenia neurovegetativa. Si diffonde sempre più il fenomeno fastidioso delle apnee notturne nonché diurne. Non ci rimane pertanto che augurarci, come in occasione degli avvenimenti sportivi, delle gare campestri delle feste pseudopopolari, e dei grandi cugini televisivi…: "CORBAZZONI…EDDÀIE… SEI TUTTI NOI… Anche questa volta puntiamo tutto su di te… Prima o poi per isbaglio magari la facciamo giusta!"
AL FINE DI EVITARE INUTILI SCIOCCHI INOPPORTUNI E RIDICOLI INTERVENTI CENSORI, SI PRECISA CHE LA PRESENTE NOTIZIA È AUTENTICAMENTE FASULLA… CIÒ AL FINE DI RASSICURARE GRANDI FRATELLI, I SOFTWARE DRONI ALGIDI, E GLI ANNUSAPATTE DETECTIVE RICICLATI, AFFINCHÉ NON SI COLMINO ULTERIORMENTE DI RIDICOLO BLOCCANDO LA NOTIZIA O CENSURANDOLA.
[Niente allarmismi perciò, nessuna immagine di capezzoli o di pubi, nessun termine virale che inviti alla sedizione integralista… Tranquilli!)


venerdì 25 maggio 2018

CORRIERA PER NUORO

Il vasto soffio di maestrale s'inebria
tra i mirti
e gli eucalipti
qui, in terra di Sardegna
nell'anno ottantasei e stupisce
impigliandosi tra i rami
in sfilacci fischianti

Il verde robusto
al sole esala i suoi odori sapienti

E la strada va su
tra cespugli di oleandri a ciuffi-
la macchia
tace,salda
scompigliando le chiome fiera-

Fiere
pure stanno piantate salde
sulle zampe bifide
le vacche, imperturbabilmente
triturando stoppie

Mentre studiamo d'imparare
la pronuncia appassionata
tutto sale verso la città
che rimane
immobile ad aspettare
che le vallate
che immensamente guarda
vaste
lievitando di desiderio
la raggiungano
alla fine

(corriera da Cala Liberotto a Nuoro 09.07.'86)
Nanni Omodeo Zorini
foto di repertorio web

lunedì 21 maggio 2018

וואַרשעווער געטאָ אויפֿשטאַנד


וואַרשעווער געטאָ אויפֿשטאַנד


te la ricordi terra d'israele

l'epoca atroce dell'inferno
 quando sfilando e battendo il passo
col tallone di ferro e la svastica
 vennero a devastare i ghetti
a caricare donne vecchi uomini  bambini
sui carri bestiame per portarli
 allo sterminio alla cancellazione totale
la tua vendetta smisurata e feroce
  la scateni ora in palestina e terra di gaza
non può piacere certo al tuo dio
 se davvero ce l'hai almeno tu
o provi anche tu a pronunciare
la blasfema bestemmia che Dio è con te
rubata la terra e i territori
rubata l'acqua
rubata l'aria
stai rubando anche il respiro
a palestina
stai ora massacrando un'altra volta
dei tuoi confratelli non yddish
 come quelli che osarono ribellarsi nel ghetto di Varsavia nel '43

domenica 20 maggio 2018

PROVVISORIO




PROVVISORIO
e c'era molto di provvisorio
forse quasi tutto
a cominciare dall' infanzia
dal tempo felice
dai sorrisi
e dai pianti
dalla serenità e anche
dalla malinconia
ma anche provvisorio incompleto
ciò che sembrava per sempre
partito dopo 70 anni mio padre ancora perdura
a tratti col suo volto la sua immagine la sua voce
la sua partenza definitiva e provvisoria anche
provvisorio forse era anche l'amore
il distacco le perdite i viaggi
il piacere delle bufere
quando poi tornava sereno
come ora
provvisoria
la lontananza e pure la presenza
la luce accesa nella stanza
e anche il buio
prossimo a cambiare natura
e tutto continua provvisoriamente
a essere provvisorio
ma solo per chi c'è e finché rimane
finché guarda finché respira definitivo intenso
ma anche provvisoriamente
molto provvisorio
lo sai lo sappiamo
finché guardiamo
finché ridiamo
finché cantiamo
finché godiamo
finché amiamo
amore mio e se pure anche vorranno spegnere la luce
sapremo che è solo per scherzo
e per poco apparirà la penombra
perché tutto è molto relativo
solo questo istante magico
in cui ti dico
che ti guardo
che ti amo
che ti sento
che ti desidero
dura dura tanto non smette mai di durare
non può
non se la sente
non ne ha voglia

venerdì 11 maggio 2018

E ... DICE...

......(Ma sor fesbucche...
      che domande mi fa!
      Ma certo anche questa
      è dedicata alla mia
      Artemisia... Quella che
      mi fa dimenticare tutte
      le immagini negative
      del passato!)

E DICE CHE SENTIRSI SOLO
ERA STATO IL TELEFONO CHE NON SQUILLAVA
LA CASSETTA DELLA POSTA MOLTO VUOTA
CHE DENTRO CI FACEVANO IL NIDO LE FORMICHE
E SOGNARE SOLO VOLTI SCONOSCIUTI
PERIFERIE VUOTE
E LABIRINTI DI IMPALCATURE RUGGINI
E CONTINUARE A PERDERSI
E NON RITROVARSI MAI

FRUGARE IN SACCOCCIA
E TROVARCI UN CELLULARE IMPAZZITO
CON BRUSII E IMMAGINI SCONOSCIUTE
COME TELEVISORI
DI UN PAESE STRANIERO

DICE

CHE POI LA MUSICA ERA CAMBIATA
TRILLANDO CHIAMATE
CON VOCE CANTILENATA
E UN'INFLESSIONE GIOCOSA BAMBINA
DA DIVERTIRSI A FARCI IL VERSO
E RISATE SQUILLANTI E SONORE
E PRENDERSI LA MANO A FARE IL GIROTONDO
CONTINUANDO A LASCIARLA
RIAFFERRANDOLA
PER ALTRI GIRI INFINITI

E IL TELEFONO CHE CONTINUAVA A DIMENTICARSI
DI STARE ZITTO E NON SUONARE
E LE BOCCHE CHE SI ACCOSTAVANO
REGALANDO LABBRA
DI CARAMELLE GOMMOSE ALLA FRUTTA

DA DIMENTICARSI QUASI
DICE
LE IMPALCATURE RUGGINOSE DEL SOGNO
E L'IMPRESSIONE DI SMARRIRSI
E L' ASPETTARE NON SAPENDO COSA

A IMPARARE IL LINGUAGGIO NUOVO
DEL GIOCARE A MOSCA CIECA
CON GLI OCCHI SPALANCATI
MANI PROTESE A LAMBIRE
CAREZZARE IMPASTARE MORBIDE

DICE COSÌ DICE

E LA VOCE QUASI GLI TREMA NEL RICORDO
CHE ANZI SULLA LAVAGNA DI ARDESIA
COL CANCELLINO DI FELTRO ARROTOLATO
CON MANO SPIGLIATA E FERMA
RIESCE A FARE SPARIRE
QUELLE SPECIE DI RICORDI
GIÀ QUASI TOTALMENTE DIMENTICATI

E DICE CHE È BELLO COSÌ
DICE
CHE TUTTO È COSÌ NUOVO
DA NON SEMBRARE PROPRIO VERO
DI NON ESSERSENE ACCORTO PRIMA

E MENTRE LO DICE
RIDE COMPIACIUTO
E LE BACIA LE CARAMELLE ALLA FRUTTA
DELLE LABBRA CARNOSE

E SI ACCORGE CHE LO DICONO INSIEME
CHE RIDONO INSIEME
ALL'UNISONO

MENTRE IL VENTO SMETTE DI SOFFIARE
NELL'ARIA CHE SA DI VERDE
DI ERBA TAGLIATA
DI TERRA BAGNATA DALLA PIOGGIA

E FORSE
SE LO DICE
E LO DICONO INSIEME
DEVE ESSERE PROPRIO VERO

FORSE


mercoledì 2 maggio 2018

REINVENTARE IL PRESENTE E IL FUTURO...?

REINVENTARE IL PRESENTE E IL FUTURO...?
E se ci provassimo oggi qui e dovunque?

Senza essere assolutamente uno storico voglio provare se me lo permettete a guardare e a commentare il 25 aprile oggi.
Cerco di farlo nel modo più semplice. Un primo esempio: la riscrittura e la riformulazione delle norme più consistenti e significative per la gestione di un mese e mezzo della Repubblica dell'Ossola!
E in questo Corpus le disposizioni i programmi e l'organizzazione della istruzione.
Un minuscolo staterello che si era liberato con le proprie sole forze della svastica nazista e delle camicie nere, praticava l'obiettivo: dimostrando che era possibile l'opposto di quello che il ventennio aveva regalato ai nostri connazionali.
Naturalmente lo celebro con qualche fotografia di repertorio delle Partigiane e dei Partigiani che riconquistano le nostre città...
Ma accomuno e accosto quell' esempio glorioso a quello che tante donne e tanti uomini hanno provato a fare in tantissime parti del mondo! Diversissimi tra loro, hanno voluto praticare e disegnare un mondo diverso...
Esempi? Permettetemi di partire da Marielle Franco, Thomas Sancara, Lumumba, ma è difficile continuare sono troppi gli esempi... Io suggerisco di rovesciare il quadro e di andare al nocciolo delle esperienze.
Inventare il presente e il futuro con occhi nuovi che abbiano al centro l'essere umano!
E anche se in genere sono schivo dall'augurare "Buon..." qualcosa,
auguro e suggerisco a tutti di guardare con gli occhi di oggi lo spirito che ha prodotto la resistenza, la guerra di liberazione, i martiri partigiani...
Buona Liberazione buona Resistenza buon 25 aprile a tutti... Soprattutto cominciando a ristudiare approfondire e conoscere quello che è avvenuto 70 anni fa!

ed erano tiglio e glicine

ed erano tiglio e glicine
a mescolare le loro fragranze
al respiro del tuo sguardo intenso
tra le macchie vaste di verde
e gli alberi dilatavano
le dita dei loro rami
verso quel cielo luminescente
come un candelabro
e ciuffi rugginosi di aceri
e calici di camelie
e la musica delle nostre parole
e lo sfiorarci continuo 
e soprattutto l' esserci
e l'esserci insieme
e i nostri passi misurati
da un lontano satellite vagabondo
e c'era comunque dell'altro
praticamente c'era tutto

perché tu c'eri
e perché io c'ero

e perché c' eravamo

insieme

Nanni Om

ANDARE





ANDARE

E NON C'ERA
E NON C'È NESSUNA META
NESSUNA DESTINAZIONE
NESSUN PROGETTO ...
IL VIAGGIO ERA ESSO STESSO
LA DESTINAZIONE E LO SCOPO

NUVOLE DI PANNA MONTATA
 PEZZETTI DI LUCE PENNELLAVANO L'AZZURRO

L'ODORE DI ACQUA STAGNANTE
DEI CANALI
E DELLE RISAIE
AIRONI BIANCHI E SCURI
APPOLLAIATI AL PELO DELL'ACQUA

LA LAGUNA DA ESPLORARE
CERCANDO GHIOTTE MERENDE VIVE
DA INGOIARE

PER POI VOLARE VIA
AL RONZIO FASTIDIOSO
DEL MOTORE DELLO SCOOTER

CERTO NON ANDAVO IN NESSUN POSTO

ERO QUEL POSTO
QUELL'ODORE DENSO
QUELLE IMMAGINI

SINCRONIZZATE COL PENSIERO DI TE

ENTRAMBI NON ERAVAMO IN NESSUN POSTO

ERAVAMO
UN LUOGO DELL'ANIMA
E DELLA MENTE

BAGGIANATE

BAGGIANATE
E c'hanno le armi di distruzione di massa
       MA VA LÀ QUELLI C' HANNO
       TUTTO IL PETROLIO CHE RIMANE
E il califfato va debellato
       TOGLIENDOGLI I LAND ROVER CHE GLI 
       ABBIAMO FORNITO
E allora ci sono le energie alternative
        E LE SETTE SORELLE CON LE BRACCIA
        CONSERTE
E la colpa è tutta dei comunisti
        E ANCHE DEI SANCULOTTI E DEI
        CARTAGINESI
E allora andiamo di nuovo a votare
        MA VOTARE COSA E COME
E oggi è la festa del lavoro
        PRECARIO ASSENTE DISOCCUPATO
E le Coree si abbracciano e si danno la mano
        DOPO 70 ANNI CHE LI ABBIAMO FATTI
        SCANNARE TRA LORO
E i fascismi li abbiamo debellati
        E SI SONO RIFATTI UNA MASCHERA DI
        BELLETTO
E le donne hanno pari dignità
        SE NON VANNO IN GIRO DA SOLE
E Israele si difende dalle sassate
        FUCILANDO A VISTA PALESTINESI INERMI
E la plastica è il futuro dell'umanità
        CON ISOLE IMMENSE  GALLEGGIANTI 
        SUGLI   OCEANI
E il pianeta va a salvato
        MASSACRANDO GLI ULTIMI LUPI E ORSI
E la tecnologia è quel che ci vuole
        COI ROBOT E I DRONI ONNISCIENTI

nuvole grigie incombono
su questo primo maggio ricorrente
la desolazione si veste a festa
la speranza è nascosta in uova di pasqua
fatte di surrogati di cacao

andiamo amore a fare questo picnic
portiamoci almeno l'ombrello nucleare
la schisceta con braciole già pronte
di suini vissuti urlando dolore

hai trovato nel freezer qualche frammento
di umanità residua ad origine controllata
ce ne hai ancora un po' di voglia
di fare la rivoluzione

oppure bendiamoci bene gli occhi

e ciechi giochiamo a mosca cieca


E parrebbe allora...

e parrebbe allora
il vaticinio degli aruspici
che hanno guardato
il volo degli uccelli
annunciare nelle tempeste
e nel putiferio dello sconquasso
generale attimi di celeste
deliziosa serenità gaudiosa
 parrebbe forse

ma non è certo

senza vittime sacrificali
se non quelle già scontate
e destinate dalla sorte
neppure possibile guardare
bruciando le loro interiora
cosa sia stato destinato
dagli dei scuri
e voglio credere al volo degli aironi
e delle cornacchie e delle cicogne
che annunciano

forse può darsi

il tuo sorriso extrasistole
gioioso
e neppure io domando
nè lo aspetto
nè oso

navigo così a vista
la cabrio argentata
che mi sta portando da te
salute salvezza
e batticuore calmo
sono sufficienti al mio cuore antico

le tue labbra
bon bon saporiti e morbidi
alla frutta per il mio pasto frugale
di satiro

mi basta l'armonia presente
e pacata di questo giorno

perché questo comunque è certo

tra poco ti incontro tanto
il mandolino garbato
delle tue parole tintinnanti
come acqua che sgorga
e che danno pace al mio cuore
intonato e in rima
con la parola
che io ti pronuncio
e che da te
ascolto

amore