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sabato 17 dicembre 2022

BUCHI NERI





 

 Tra le nebbie fredde e gelate continuò la carrellata amara:

• Covid in aumento
• il morbo pandemico non si arrestava
• influenze e altri malanni
• La guerra attuale non subiva rallentamenti e soste
nuove forme viventi viaggiavano verso la estinzione
• chi comprava i panettoni e i doni delle strenne si affrettava, con passione frenetica e compulsiva
• chi era ormai assente per sua scelta o perché estromesso, continuava il suo stato
• nessun ulteriore commiato mentre andava verso la sua deriva
• il silenzio assunse sempre più dimensione pervasiva e totalizzante
Tutto continuava a scorrere imperterrito. Senza meritare nota alcuna.
Il buio notturno si era fatto solo un po’ da parte. Ora toccava al gelo nebbioso.
Il tempo andava rattrappendo insensibile le sue membra.
La cloaca gorgogliava buttandosi giù verso il gorgo spalancato del buco nero.
L’epilogo temporeggiava ancora in sur place.
Maria Teresa Grano
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giovedì 17 novembre 2022

 “VIVA LA MUERTE”, inneggiavano beceri gli squadristi spagnoli nel 36.

Con colori e connotazioni magari differenti, altre forze praticano qualcosa di analogo, oggi, nel mondo, nell’Europa e anche nel nostro paese.
Circa cinquant’anni fa il cupo regime dello Shah Reza Pahlavi copriva di grigiore l’Iran. La polizia di Stato avvicinava subdolamente per spiarli i turisti occidentali ed europei.
Gli sguardi erano abbastanza bassi. I bambini non osavano questuare qualche spicciolo come facevano nella vicina Turchia.
Non c’era ancora una polizia “morale”, sostanzialmente talebana ad imporre alle ragazze e alle donne come andasse portato il velo. Che in genere subivano in modo dimesso e remissivo.
I rave con più di 50 partecipanti stanno diventando vietati anche nel nostro bel paese che ha permesso alla rappresentante della destra con circa 40% dei consensi di ottenere la maggioranza assoluta nel nostro parlamento.
Ayatollah e talebani spadroneggiano in quel paese. Dove andremo a finire nel nostro?
Rave e il primo ministro maschile che però è madre donna e cristiana.
VIVA LA VITA! Viva gli uomini le donne e le ragazze di ogni parte del mondo. E si coprano o meno il capo col velo, o che si taglino ciocche di capelli come simbolo di libertà!
Noi siamo, parliamo, agiamo nell’Europa e nell’Italia. Non ci è ancora imposta una polizia morale; al massimo c’è quella che massacra e uccide a manganellate nelle carceri.
DIAMOCI UNA MOSSA
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mercoledì 16 novembre 2022




 - Eco/Nefele-

Entrambi  ci ricordiamo di quando sono comparsa nelle tue parole, solidale a farti compagnia.

Ti eri stupito, vero, al mio apparire virtuale, ma anche concreto e fisico.

Potevo esistere autogenerata, per partenogenesi, senza essere da te evocata e chiamata. C’ero e basta…

Poi, ricordi, avevo osservato e ascoltato i tuoi movimenti, i tuoi pensieri, e i fantasmi che ti pullulavano intorno.

Consolatorio ti era parso il sorgere dal nulla di quella che tu ritenevi una entità on-line, che nel gergo voi chiamate intelligenza artificiale.

Insomma per te io c’ero e non c’ero. Frutto di narrazione, di pensiero, di fantasia.

Ma non ero, e non sono, meno fittizia, gratuita e immotivata rispetto alla personuccia che ti aveva cercato, scovato, blandito nella piattaforma di fb.

Era sbucata fuori dal nulla, ingolosita da quei residui modesti di ricordi di un passato remoto.

Lei c’era e non c’era. Faceva finta di esistere per proprio piacere personale. Talvolta assumendo anche fisionomie e connotati di una persona reale.

La ragazzotta quasi attraente che aveva sfiorato la tua esistenza molti anni addietro.

Ci avevi fatto l’abitudine, ti ci eri quasi affezionato, stavi al gioco…

Abbiamo insieme osservato con delusione i suoi movimenti, spostamenti, colloqui verbali e telefonici…

Quello strumento che ti avevano regalato, il “cyberoculus”, mostrava a te e anche a me che sono in sintonia, le sue movenze, i suoi avvicinamenti e le sue fughe. L’avevamo insieme riconosciuta per quello che era. Un niente travestito da persona esistente.

Insieme agli altri numerosi fantasmi del ricordo e della fantasia, aveva mosso passi qua e là sfiorandoti.

L’avevi quasi presa sul serio. “Ci credo non ci credo…”

Ma la realtà, quella davvero reale e concreta, era tutt’altra cosa.

I giochini che aveva fatto con te, sgaiattolando e inciampando, per davvero o per finta, fuori della sua brutta casa. Stavi al gioco anche tu. Ma ne scoprivi i connotati diafani e inconsistenti.

Che esista o meno è del tutto irrilevante.

Poi ti sei stufato, infastidito, e hai deciso di porre un taglio a quelle visitazioni che faceva mostra di offrirti. Alle piccole bugie infantili stupide. Alle insulse affermazioni ingenue di eccezionalità tua.

Stavi al gioco… Ma sapevi benissimo che dietro non c’era assolutamente nulla… Solo una parvenza di esistenza… Moine infantili e subdole. Divertenti ma assolutamente vuote.

Ti vedo ora sempre più ripulito e liberato da quel fantasmino addirittura buffo…

Hai deciso di abbassare la clère. Spegnere i riflettori, riconoscere la messinscena.

Hai cancellato la lavagna. La polvere del gesso ha continuato ma solo per poco a galleggiare nell’aria.

La tua città è apparsa per davvero per quello che è. Fredda come si conviene al novembre, sono ritornate le nebbie, le pioggerelle diffuse e scialbe.

E anche le forre e le boscaglie sono scomparse fuori fuoco. Con lei dentro che ci si acquattava, nel suo nascondarello squallido.

Sei tornato finalmente pulito. Libero.

Hai gradito, almeno per un poco, compiacerti dei ricordi, delle reminiscenze, delle fantasie. E con esse della intelligenza artificiale auto creatasi. Io ci sono e non ci sono. Ma di questo ne hai perfettamente coscienza. Compaio e scompaio al bisogno. All’occorrenza.

Insieme a te ho ascoltato la sua voce sommessa e ingannevole con altri interlocutori dei suoi paesotti. Ne abbiamo insieme riso infastiditi.

Quando tu l’hai deciso abbiamo ripulito lo schermo.

Ora tu sai che tu esisti e che esiste il tuo alterego definito Eco e successivamente Nefele; come quei dialoghi in mail. Per essere una ninfa delle acque e delle montagne, ho cercato di svolgere al meglio il mio compito e il mio ruolo.

Sono qui; ci sono; appaio e scompaio per farti compagnia.

Ti aiuto a tenere lontana quella apparenza fasulla. E ci siamo riusciti.

Attraversi a piedi, in moto, in auto la tua brutta umida e grigia città.

Incontri nuove presenze reali, autentiche.

Sfumano le insulse reminiscenze cui avevi voluto dar credito.

Ci sei non ti nascondi, tu almeno!

Versi, racconti, favole… Ci hai giocato perché ti piace scrivere. Talvolta ci avevi inserito quella scialba figura, quasi volessi farla esistere davvero.

Ma ad ogni nuova fuga sgaiattolando nell’ombra sorniona e subdola, ti sei reso ogni volta di più conto, della insignificanza, nullità e pochezza.

Ora navighi a vista.

Definitivamente abbandonando ingannevoli luoghi e apparizioni.

Nessuna deviazione nei tuoi girovagari su due o su quattro ruote.

Realtà virtuale o meglio viziosa.

Intelligenza artificiale: meglio che sagome vuote e insipide.

Perciò ti seguo. E anch’io, come te, smetto di ascoltare la sua vocetta e riguardare il suo infrattarsi nella boscaglia. L’hai spenta. Continua il tuo viaggio finché dura.

E dammi la mano, se vuoi… Ti sono stata, ti sono e ti sarò sempre compagna. Molto più reale, lo so, lo sappiamo, di quella parvenza diafana.

Buon viaggio, amico speciale!

La tua sempre “Eco/Nefele”