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lunedì 20 agosto 2012

Cicale assassinate...


Cicale assassinate urlano
la loro disperazione dai mandorli carichi
mentre la notte si colma
di odori, che il vento regala

Rapidi e aggressivi
scarafaggi indiscreti descrivono
con rapidi voli
percorsi scomposti, nelle case fatiscenti

Un mare fresco accoglie
i corpi nudi, placando un poco
dell'arsura d'un sole implacabile
e della sete, inesausta, del tuo corpo,

irrimediabilmente assente

10,V11,80                               Nave Tylos - Kos

Tre macchie nere

Tre macchie nere


Sulla tovaglia bianca del cielo

Tre piccoli lutti da elaborare
Gioia, sai?

                        Una giornata di incontro
Differita

                        Una separazione  maturata

Da scandire
                        Un piccolo rigormortis
Pennuto

Non assaggerò il tuo miele per questo giorno
Non accarezzerò i tuoi seni sotto il vestito
Non berrò il fiato della tua bocca

Costruirò muri di lontananza
Prenderò la distanza dal suo buio
Guarderò  da fuori la sua tristezza

Ascolterò il canto vuoto del silenzio
Piangerò  le piume grigie scomposte
Seguirò il funerale del giardino


            Col bianco nudo di donna

            Il ricordo morbido tiepido della tua pelle

            Per consolare tre piccoli lutti devastanti
            Nell’afa amara di Novara,
 gioia.

Il fiume lento della sera striscia
le rive di terra addormentate
con chiatte buie di ricordi
e lanterne rosse tremolanti
di desiderio


Spoleto

Quella pace portata dentro fin qui,
l'ho distesa come una tovaglia
ampia sul rilievo morbido
pezzato di fazzoletti gialli di frumento
e girasoli
distesa nelle ragnatele di
poliammide che intessono l'aria,
dolcemente tiepida, che ci trattiene
sospesi nel torpore stupito

Il silenzio é saturo di rumori
affogati in gorgoglii sommessi
e di gesti densi nel vapore sordo

Un torpore languido ci carezza di continuo
La tua presenza
si dilata
                e
                    mi carezza

Spoleto 4.07.81

Dicendo

Dicendo per dirlo,lo dissi e già
mi scopersi svegliandomi che
uscivo dal sogno notturno dell'acqua
tra bianche ninfee dondolanti

Facendo per farlo,lo feci e già
ti baciavo la voce che ora
mi suona canzoni leggiadre
facendosi piano vicina

Leggendo per legger-lo lessi e già
ti sentivo,più dolce che
bevevi parole più bianche
venendomi intorno leggera

Lo dissi per dirlo dicendo

lO.VIII.81

seduto in auto

Seduto in auto
il 20 novembre
guardavo le case
pensandole

                        Contenitori
di pasti, di sonni,
di ansie,  amori,
lutti e tradimenti,
di pianti, di parti e di assenze
                        scatole rigide
con i davanzali serrati,
ciascuna con la sua
microstoria unica e irripetibile,
universale e identica,
                        loculi temporanei
abitati da rumori e parole,
da gesti e odori di minestra,
da carezze  estenuanti e
batticuore extrasistole

Le pensavo da dentro
le loro anime odorose
di talco e soffritto di cipolle,
respiravo i loro suoni
e i ronzii degli ascensori
che rigavano il silenzio
insieme agli sciacquoni
e al ticchettio delle sveglie

Pensandole, guardavo le case
il 20 novembre
seduto in auto
ad aspettare la sera