ARBOLÉ ARBOLÈ SECCO E VERDÉ…?
(Intonava Federico Garcia)
pulsa ancora e si sente
aleggiare intorno silenziosa e muta
la vostra amata arborea presenza
assente e insieme viva
anime vegetali a sussurrare quasi
qualcosa di inespresso
ma che si sente eccome se si sente
risuona mesta la verde campana dell'oblio
nostalgia e saudade insieme
a me che non celebro natali e pasqua
mi va adesso forte
di elogiare le vostre animucce dolci
cantandone la fragranza leggiadra
mentre il globo intero
pugnalato e ferito a morte
dalle micro plastiche mortali e venefiche
rigurgita e vomita il suo rancore malato
con virali virulenze mortifere
ora in questo tempo di tramonto inesorabile
si sfilacciano i giorni del tempo
i ricordi diventano nostalgia impossibile
gli amori si fanno ingiallite fotografie
il rancore amaro dilaga sovrano
e le albe vengono procrastinate
e rinviate all'infinito del sogno
per farsi incubi amarognoli
la speranza che prometteva
di essere l'ultima a morire
ha indossato il mantello scuro del lutto
e dal cappuccio trapela buio e cupo
il ghigno della sorella scura
mi stringo le mani a farsi compagnia
consolando il vuoto
e cerco di nuovo sempre
di tornare
a guardare
lontano
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