che farcene dimmelo
ti prego
di tutto questo bengodi
di questo paradiso terrestre
eden massacrato
dai nostri antenati che hanno tagliato le foreste
per farne legna da ardere e ponti per le conquiste
depredando animali liberi in bellezza
catturando ogni sorta di vivente
per portarli a scannare nei circhi
svuotando i mari con le reti
che imprigionano mortalmente cetacei
tartarughe millenarie e ogni abitante marino
che farcene dimmelo se sai
che tanto nessuno lo sa
di quel che c'è rimasto
nella misera offerta
che farcene delle sciagure e dei malanni
che imperversano assoluti
che farcene anche dei sogni
che cullavamo
fino all'altro ieri
e magari anche fino a poco fa
ce ne siamo nutriti
e io più di altri
mescolandoli a volte all'amaro reale quotidiano
ci teniamo le mani calde strette
a consolare
se possibile
questo almeno
e ti carezzo
le sofferenze
e i miracoli sono favole belle
cui non sappiamo rinunciare
almeno finché durano quelle
così
ultimo miele rimasto
forse
dallo sterminio delle api
però
almeno
mi consola il tuo sguardo
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