CARPE DIEM
clavicordo ben temperato
e tilllavano tinnando sui tasti bianchi
rubati all’avorio di pachidermi antenati
con garbati e leziosi passi di danza del mozart
baciati e leccati di gusto per dare piacere
svegliando gridolini vibrati sonori
che la musica intanto va avanti
che avanti va il tempo e la vita
che saltella sonante finché vuole e può
e i morbidi paffuti e felpati
bianchi e teneri inguini del tempo
vibravano ancora ridenti e garruli
nel crescendo continuo allo spasimo
protesi all’assoluto del piacere vitale
prezioso e vivo sempre più su
e ancora più su e ancora ancora
finché ride la vita ridendo
che dopo poi non si sa
che nessuno può dirlo che ci sia
che nessuno a raccontarlo è tornato
che allora afferra il giorno che fugge
afferra l'istante avvinghiato
sorbisci idromele di sapide essenze
e non domandare mai che non serve
come e cosa sarà quel domani
centellina qui ora e subito
il flut dell'ambrosia frizzante
con papille sapienti al palato
con me ti prego che è bello
con leggiadra canzone di sguardi
con fremiti che librano il volo
senza sosta e ancora e ancora
carpe diem gioioso di risa
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