OCCHI
per guardare le pozzanghere trapezio delle risaie
per scrutare azzurri smisurati e batuffoli di cotone
per sfidare palla di fuoco rovente di riverberi
leggono sfrontatamente pagine e pagine virtuali
decifrano grafemi in forma di parole e di pensieri
interpretano cartigli verbali sugli schermi accesi
volano a scovare dovunque pure l'inespresso
il detto il non detto e il solo accennato
con battito di ciglia tremante ma sicuro
e sono i miei e sono i tuoi e sono i nostri sguardi collettivi
vanno alla radice di neuroni e sinapsi
navigando di bolina fino in fondo e anche oltre
e i miei scuri son caldarroste rosolate
e i tuoi celesti zaffiri e giada
e anche quelli oscuri estranei e sconosciuti
vedono sognano proiettano su candidi lenzuoli
disegnano l'esistente e pure il fantastico
con pennelli flessuosi di pelo di martora
e quel che c'è o che non c'è o che esserci potrebbe
sono il film dell'esistente e del possibile
fin dall'infanzia già favola di fonti
a inventare costruire generare creare
occhi maieutici per far nascere il mondo
che non è detto ci sia davvero e sia così
e le pozzanghere sono pathwork di risi
e i desideri favole in extrasistole
e tutto diventa un sogno sognato
e per vedere allora chiudo gli occhi
stanchi e arrossati ormai dalla polvere del tempo
chiudo gli occhi sogno e invento il reale
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