BABBO
ce ne ha messo però il tempo
a macinare feroce la tua eleganza signora
babbo della mia infanzia leggiadra lontana
"non ti conosce il tuo muto ricordo...
né le formiche né gli alberi di casa tua..."
annichilito del tutto così all'improvviso
mute le parole nel fiore turgido della vita
scippato via della tua giovinezza
46 anni dottor professor ingegnere
è tutto scomparve la sepsi
distruggeva tutto rapidamente
un silenzio lunghissimo
nelle campagne piene di stoppie bruciate dal fumo inutile
aironi e corvi a frugare qualche corpo
da nutrirsi di smiroldo o di rane
la tua piaga che non solo qui si consuma
con il cero che brucia stupido dovunque
e una cancrena immensa devastante ancora così grande
che forse è meglio dimenticarla nell'oblio totale
ti dico quel nome inconsueto per noi della terra novarese
babbo
volato via scomparso volato via inutilmente senza ragione
nessuna spiegazione possibile così
ma sorrido mesto
e racconto agli occhi azzurri che mi ascoltano
di quando fuggisti dal collegio Gallarini e di quando
tornavi nelle pause delle lezioni
a cucinare la pasta per i bambini
in mutande bianche e giocavamo al trenino
facendo la famiglia e di quel giorno
che mi si annunciava la mia paternità
che mi apparisti in un presogno
sconosciuto calmo
e dal tuo silenzio definitivo con un sorriso smorzato
mi dicevi calmo
sì fallo
vai
ce ne ha messo però il tempo
a macinare feroce la tua eleganza signora
babbo della mia infanzia leggiadra lontana
"non ti conosce il tuo muto ricordo...
né le formiche né gli alberi di casa tua..."
annichilito del tutto così all'improvviso
mute le parole nel fiore turgido della vita
scippato via della tua giovinezza
46 anni dottor professor ingegnere
è tutto scomparve la sepsi
distruggeva tutto rapidamente
un silenzio lunghissimo
nelle campagne piene di stoppie bruciate dal fumo inutile
aironi e corvi a frugare qualche corpo
da nutrirsi di smiroldo o di rane
la tua piaga che non solo qui si consuma
con il cero che brucia stupido dovunque
e una cancrena immensa devastante ancora così grande
che forse è meglio dimenticarla nell'oblio totale
ti dico quel nome inconsueto per noi della terra novarese
babbo
volato via scomparso volato via inutilmente senza ragione
nessuna spiegazione possibile così
ma sorrido mesto
e racconto agli occhi azzurri che mi ascoltano
di quando fuggisti dal collegio Gallarini e di quando
tornavi nelle pause delle lezioni
a cucinare la pasta per i bambini
in mutande bianche e giocavamo al trenino
facendo la famiglia e di quel giorno
che mi si annunciava la mia paternità
che mi apparisti in un presogno
sconosciuto calmo
e dal tuo silenzio definitivo con un sorriso smorzato
mi dicevi calmo
sì fallo
vai
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