Sì
vedi i novembri si somigliavano un po'
avevano
a volte giornate di sole tiepido
nebbie
unte spruzzate di vapori umidi
freddi
e pennellate di brina sulle stoppie
e
anche intorno tutto era nuovo e uguale
pesci
al mercurio galleggiavano a pancia all'aria
le
falde d'acqua imbevute di veleni
valanghe
tossiche seppellite sottoterra
e le
guerre sembravano lontane un po'
attutite
dalla distanza mielosa dei media monotoni
che ci
masturbavano gli ascolti con parole subdole
e le
deflagrazioni devastanti feroci erano pronte
a
farsi presto dimenticare nell'oblio
il
morbo diffuso poneva infinite reti di metastasi
nel
tessuto vivo ignaro e distratto
si
vedi i novembri un po' come i maggi
o gli
altri mesi che galleggiavano nello spazio tempo
finivano
per somigliarsi tutti diversi e simili
sostanzialmente
malati contaminati assorti
contavamo
i granelli di sabbia delle clessidre
centellinavamo
la cicuta edulcorata di ambrosia
carezzavamo
golosi nostalgie e seduzioni
titillavamo
il piacere intenso ed effimero
facendo
mente locale mentre intorno
ma
lontano per fortuna molto lontano
dalla
nostra coscienza sorniona
la
bellezza e la vita si sgretolavano
sfaldandosi
in mucchietti di cenere sporca
l'assenzio
della speranza ci rendeva ingenui
aggrappati
al quotidiano godimento di istanti
ahi
ahi ahi ahi urlavano echi diffusi in sottofondo
oh oh
oh oh balbettavamo rassegnati mugolando
orgasmi
consolatori intensi e assoluti
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