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martedì 10 aprile 2018

APNEE

APNEE
e lo ricordi allora vero

il canto delle murene in amore
coi loro denti taglienti
e lo sguardo affilato
serpentinamente perlustrare
in apnea prolungata
l'azzurra penombra profonda
e palpitante d'attesa
nell'eco assordante
di sirene nude avviluppate
in turbini di capelli
e non puoi certo scordartene
perché era quella la nostra
dimensione abituale
in cui galleggiavamo
perdendoci per ritrovarci
sempre e ancora trattenendo
il più a lungo possibile il fiato
con murmuri gorgoglii
balbettanti orgasmi nell'onda
densa e acquosa
a invaderci tutti
immersi diffusi palpitanti
insieme in un tutt'uno
in cui fare fatica
a distinguerci l'uno dall'altro
fusi come sono
gli accordi di quella viuela
che agli altri legni
fa il controcanto e vola via
il tuo ultimo sguardo di cielo
che lascia impresso
il desiderio struggente 
per la prolungata
apnea di veglia e di sonno
lo so lo ricordi lo ricordo pur io
mentre siamo noi stessi
il nostro ricordo presente
prolungato infinito
che viene da un tempo lontano 
per andare più in là
delle ultime galassie

e molto oltre

ancora


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