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lunedì 30 marzo 2020

TEMPO LIBERO-specchietti per le allodole per invitarti a leggere gratis al tempo della pandemia

TEMPO LIBERO-specchietti per le allodole per invitarti a leggere gratis al tempo della pandemia.
Come avvoltoi, si fiondano addosso a proporti letture gratis on-line di qua e di là…
Devi però stare attento: se appena entri nel sito "tal dei tali" (che ovviamente non nomino per evitare azioni legali contro di me) ti chiedono subito: e-mail, password, e coordinate della carta di credito (spiegandoti che serve per il tuo riconoscimento e che verranno utilizzate solo dopo il "periodo di prova gratuito" del servizio).
Già in passato mi erano capitate cose del genere ma me ne ero addirittura dimenticato.
Cogliendo la palla al balzo dell'isolamento forzato in casa propria, partono i trabocchetti.
Appena inserisci i tuoi dati, il tuo istituto bancario ti comunica che è stato effettuato un prelievo di "tot euro"...
Ti arrivano SMS e mail che ti dicono che è appena iniziato il tuo periodo di prova in abbonamento e che diventerà esecutivo dopo X ore… A meno che tu lo notifichi tempestivamente… E ovviamente ti impongono tempi strettissimi… Non puoi distrarti un istante.
Ecco come passare il tempo libero: magari diffidando di queste offerte gratis/a pagamento, e se davvero vuoi leggere on-line, seguire le procedure normali, con regolare iscrizione e naturalmente conseguente pagamento…
Intanto trascorrono alcune ore… E non puoi neanche prendertela con il Covid-19, perché il virus malefico non è abilitato a ricevere lamentele e proteste. (D'altra parte non è dotato neanche di un apparato riproduttivo, figuriamoci poi…)
RESTIAMO IN CASA… Ma stiamo attenti agli sciacalli pronti a scroccarti soldini.
Negli scaffali della mia libreria, un po' impolverati, molti libri mi guardano seduttivi con malinconica nostalgia, perché vorrebbero essere presi in mano e letti. Ora lo faccio.
Oppure, con le cautele del caso, senza sperare in doni gratuiti improbabili, seguirò le procedure per ricevere on-line dietro pagamento…
"Come dice? Che sono un ingenuo? Forse ha ragione cara signora…"
Ora comunque ho messo in bell'ordine, dopo averli liberati dalla polvere, i libri che attendevano da tempo di essere letti. Ostentano un sorriso compiaciuto e contento.
"Ora arrivo ragazzi". Termino di scrivere questo testo da caricare nell'autostrada FB, e mi sprofondo nella lettura. Nelle pause, tra un capitolo e l'altro, scriverò altre cavolate come d'abitudine…
Naturalmente mentre scrivo, e mentre fra un po' leggerò, non indosserò la mascherina di nessun tipo. Per un po' di giorni non ho neanche bisogno di uscire per fare rifornimenti di generi vari.
Aspettiamo che passi la bufera.
Aspettiamo che torni un "dopo" e che venga una pioggia benefica che cerchi di lavare via il nero dei lutti, la paura diffusa a piene mani che sento nella voce e vedo negli occhi di molti, ma "un dopo come si deve".
Qualche idea per come "reinventare il dopo" ce l'avrei...!
Ho già curiosato nel Web; fra un po' riceverò o effettuerò qualche chiamata telefonica. Manderò qualche messaggio whatsapp.
«Dulcis in fundo»: quelle VIDEO TELEFONATE che mi piacciono tanto…
Buona attesa a tutte e a tutti.
Buon quel che fate…!

domenica 29 marzo 2020

«LUDENDO DOCERE»

«LUDENDO DOCERE»
(insegnare intrattenendo e divertendo)
Da un certo punto di vista è quello che ha cercato di fare finora , a modo suo come ci è riuscita, la fantascienza insieme alla fantapolitica.
Chi scrive, racconta, narra, si diverte a farlo. E insieme intrattiene, passione diverte i suoi lettori uditori.
George Orwell, Jack London, Aldous Huxley, Philip K. Dick…
La narrazione è coinvolgente e trascinante. E insieme viene illustrata una tematica di grande spessore e interesse.
Vengono creati e raccontati mondi, comunità umane, società che ricordano in molti aspetti quella contemporanea è vissuta. E insieme viene focalizzata una tematica e un aspetto macroscopico: per renderlo più evidente, eclatante, visibilissimo.
Il cinema non è stato da meno.
Mi sono trovato stamane di fronte un testo interessante molto provocatorio.
Ce lo propone proprio qui su FB uno psichiatra basagliano. Piero Cipriano.
Di cui allego il link.
https://www.liberopensiero.eu/…/psichiatra-piero-cipriano…/…
la provocazione è senz'altro sempre molto utile. In ogni caso; e soprattutto quando ci stimola, ci aiuta, e infine ci costringe a riflettere.
Quando si rischia di "buttar via anche il bambino insieme all'acqua sporca" ...
Emergenza, emergenza, emergenza... mascherine, segregazione... per evitare (opportunamente) il contagio le forze dell'ordine gestiscono la situazione con la sola logica che conoscono: "vietare"... la fretta, l'urgenza, il panico impongono una soluzione/risposta... dimenticando altri essenziali componenti del "materiale umano" da salvare: gli impediscono di contagiarsi/contagiare... alla psicosi dell'untore si sostituisce/aggiunge quella manicomiale: per impedirti di far del male a te stesso e agli altri, diventi un recluso in camicia di forza...
Passata prima o poi la pandemia resteremo ancora umani? Le mascherine sul volto e sull'informazioe ce le terremo...? Sempre più robot individualisti da fantapolitica distopica...
Immuni al coronavirus ma sempre più imbavagliati, seriali, omologati, manopolabili...?
Interessante provocazione questa...!
Potremmo anche cercare mentre evitiamo il contagio di progettare e studiare che cosa fare da grandi!
Suggerisco, a chi vuole seguire questo ragionamento, di provare a ragionare in termini distopici.
Un secolo fa tra i 50 e i 100 milioni di esseri umani nel mondo furono falcidiati da una pandemia analoga a quella dei Covid-19 attuale, la cosiddetta "spagnola".
Orribile sventura. Questi episodi non sono nuovi insieme alle pesti dei secoli precedenti.
Mentre reagiamo collettivamente per evitare il più possibile il diffondersi della pandemia, possiamo e dobbiamo forse utilizzare il pensiero ipotetico e la fantasia, per provare ad immaginare "il dopo".
Ci prova, sempre in questa piattaforma , Makkox: "Dopo"-
https://www.la7.it/…/il-cartoon-del-genio-makkox-dopo-28-03…
D'altra parte è gratis, ed è previsto nelle regole del gioco terribile che stiamo vivendo.
Possiamo comunicare solo a distanza, sovraccaricando il Web oltremisura, e siamo per necessità rintanati ciascuno con se stesso. Perciò non costa niente provare!
La fantasia e l'immaginazione, quelle stesse che hanno permesso agli autori distopici di prefigurare un "dopo", possono anche aiutare ciascuno di noi a formulare delle ipotesi che delle previsioni.
Innegabili, e facilmente prevedibili i luttuosi sviluppi: decessi, lutti, catastrofe dell'economia, sconvolgimento del vivere abituale associato.… Ma, e poi?
Oltre che una auspicabile e doveroso ripotenziamento del sistema sanitario, della formazione anche a distanza, come pure del telelavoro, a che cosa stiamo andando incontro in questo «dopo»?
Nanni Omodeo Zorini
[Mi permetto di citare: «Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l'antico motto latino «ludendo docere», cioè «insegnare divertendo». Se si riesce infatti a inserire l'aspetto del «gioco» (nel senso dell'«interesse») eccitando così le motivazioni individuali e accendendo i cervelli, si riesce a moltiplicare in modo altissimo l'efficienza dell'informazione, dell'insegnamento, della comunicazione. Perché l'interessato «ci sta». È stimolato, partecipa, ricorda. E impara. (Piero Angela)»]

sabato 28 marzo 2020

GUARDATA DAL DI FUORI


GUARDATA DAL DI FUORI
(la catastrofe pandemica…)
L'apparato para neuronale stava riattivandosi. Lo stato di larvale ibernazione continuava a dare effetti di intontimento. Era tutto previsto. Non era la prima volta.
Avrebbe dovuto aspettare ancora 17 decibel di clessidra. Tutto il tempo per effettuare le ultime circonvoluzioni intorno alla palla rotonda sua destinazione.
Ne approfittò anche per riesaminare il materiale visivo e sonoro accumulato.
L'azzurra sfera irregolare subì una zoomata mostrando particolari.
I bipedi che stavano sul terzo pianeta definito "E" dagli astronomi locali, si mostravano in rapidi flash nella situazione che avevano recentemente vissuto.
Immensi formicai brulicanti di figure colorate in rapido movimento riempivano ampi spazi. Vie di comunicazione. Spesso si spostavano alloggiati in abitacoli semoventi striscianti al suolo, su altri galleggianti nell'atmosfera o nel liquido azzurro delle acque.
In rapida successione il crono/tempo mostrava piazze e strade deserte.
Costruzioni grandiose, trasparenti elevate verso l'alto.
O agglomerati fatiscenti impiantati su lacune di fango.
I primi piani di quegli esseri mostravano la parte anteriore del loro capo protetta da involucri di vario aspetto e colore. Certamente a cercare almeno di proteggere gli apparati respiratori per introdurre nei loro corpi l'ossigeno essenziale.
0,45 decibel di clessidra prima era giunto il loro disperato messaggio di aiuto alle galassie.
Tutto comprensibile.
I traduttori simultanei avevano senza fatica raccontato la sciagura che colpiva palla azzurra, al terzo posto di distanza dalla stella intorno alla quale ruotava.
La traslitterazione che all'inizio risultava nebulosa e confusa, finì per descrivere l'immensa sciagura e catastrofe …!
Qualche millennio aveva permesso ai bipedi azioni abnormi.
La ricerca di sostanze nutritizie e materiali strumentali aveva finito per degenerare.
I non umani, vegetali sostentati autonomamente trasformando sostanze con l'utilizzo della luce della stella solare, per via di fotosintesi clorofilliana, stavano scomparendo…
E i non umani grandi e piccoli che nelle acque e sul suolo si divoravano tra loro o divorando vegetali…alcune specie già da millenni si erano estinte.
L'equilibrio del terzo pianeta era andato sempre più incrinandosi.
Umani supponenti, ambiziosi e feroci, oltre a devastare, avevano accumulato inutili immensi patrimoni di beni vitali conservati con strumenti mostruosi di aggressione degli altri.
Vegetali e viventi stavano per estinguersi.
Periodicamente microscopici viventi prendevano il sopravvento.
Diffondendosi rapidamente e portando fine alla vita degli altri umani e animali.
Pestilenziali epidemie.
Risolte dapprima con preghiere e sacrifici offerti a magiche divinità mai viste.
Poi addestrando altri microrganismi come soldati di battaglia. Mescolando sostanze tra loro nei mortai delle farmacie, o in laboratori sofisticati.
Spesso con deleterie conseguenze e nuovi irreversibili malanni.
L'aut aut aveva invaso anche la galassia, questa volta.
Il tono di allarme era talmente elevato, assordante e urgente.
Il minuscolo demone, della categoria dei virus, non era in grado di riprodursi da se stesso.
Doveva necessariamente entrare in corpi estranei. Occupando le cellule minuscole dei viventi.
E lo spavento era determinato dal fatto che pur provenendo il diabolico virus dal mondo animale, colpiva solo gli umani…
Immense masse di ghiaccio agli apici dei poli del terzo pianeta da tempo avevano cominciato a sciogliersi.
Oltre che la vita anche la temperatura e il clima stavano collassando.
L'ultimo devastatore minuscolo e terribile pareva quasi un castigo che lo stesso terzo pianeta imponesse ai suoi carnefici dell'umanità.
Non potendosi logicamente attribuire a magiche potenze divine tale azione nefasta di giustizia tardiva.
Per un tempo indeterminato, con le lungaggini procedurali che il potere imponeva, venne sempre più vietato agli umani di avvicinarsi gli uni agli altri.
Il mostriciattolo malefico viaggiava sul fiato emesso col respiro umido da chi ne era stato invaso.
Di qui l'obbligo di non avvicinarsi, di indossare le buffe mascherine, mentre falcidiati dallo stesso morbo gli specialisti della cura medica smettevano di vivere pur essi contagiati.
Le varie parti del pianeta avevano avuto tempi diversissimi per rendersi conto dell'imminente pericolo. Anche dopo che venne definito come epidemia totale, cioè pandemia.
Intere zone disagiate vennero contaminate e devastate.
Intere fasce di popolazione più povera o svantaggiata, pure.
Chi fuggiva da una terra inospitale cercando rifugio in altre più ricche…
Chi aveva rinunciato volentieri o nolente a stare al gioco del sistema dominante, vivendo di espedienti e dormendo sotto i ponti…
Chi stava recluso nelle carceri in attesa di venire processato, quasi sempre innocente…
Chi stava nei luoghi di cura o di assistenza per i più anziani di età…
Una vera ecatombe.
Mentre il modulo spaziale si accingeva a compiere le ultime evoluzioni prima di accostarsi al suolo, la mente pensante che lo guidava e conduceva, ebbe modo di riflettere.
«Avrebbero ripreso ad accumulare inutili beni e ricchezze?
Avrebbero continuato i più potenti benestanti a sfruttare i disgraziati?
Avrebbero tutti insieme continuato a devastare risorse, fonti di energia fossile accumulata, a produrre armi per uccidere altri simili, ad appropriarsi di vite, di persone, di territori, rendendo schiavi gli altri?
Essendo esseri a riproduzione sessuata, quelli del sesso dominante e più brutale avrebbero continuato a schiavizzare il sesso più debole, più tenero, ma l'unico adatto per ricreare la vita con la riproduzione?»
La mente pensante si accinse alle ultime manovre.
E provò ad immaginare lo scenario che avrebbe visto.
Sentito.
Percepito.
Colto.
Per propria fortuna non disponeva di un corpo di carne e sangue come gli umani.
Non correva alcun rischio uscendo dall'abitacolo ad osservare e a comunicare.
Aveva comunque in mente quanto aveva elaborato in proprio quando era partito.
E quanto la comunità che lo aveva inviato gli aveva caldamente raccomandato…!
Ma lo avrebbero ascoltato?
O avrebbero continuato a ingozzarsi di quel che rimaneva del loro pianeta?
E a scannarsi nella inutile allucinante interminabile ricerca di potere?
Mandò un messaggio mentale alle menti pensanti che lo avevano scelto come messaggero.
Ne ricevette conferma.
Ed entrò nella dimensione terrestre…!

domenica 22 marzo 2020

Guerre, pestilenze, terremoti, tsunami e altre sciagure che colpiscono ampi gruppi di umanità, sono letali ma mettono in luce due elementi essenziali:
• si RIVELA in modo abbastanza esplicito e senza maschere LA VERA NATURA delle persone:
quelle AUTENTICHE, pulite e oneste sono i primi a farsi avanti anche rischiando
quelle SUPERFICIALI, senza reale interesse umano per gli altri in genere e anche per gli intimi, lo dimostrano defilandosi e scappando via a nascondersi vigliaccamente
altri poi PENSANO AI CAZZI PROPRI come sempre
• queste sciagure POSSONO OFFRIRE GROSSE OCCASIONI DI TRASFORMAZIONE RADICALE:
IN MEGLIO
IN PEGGIO

sabato 21 marzo 2020

UN'ALLODOLA

UN'ALLODOLA
era stata forse un'allodola
non credi
prima che il blu scuro e cupo
si determinasse a far intravvedere
intuire prospettare presumere
una promessa di alba
come tremolii sfumati di luce
ai bordi del velario
o echi sfumati attutiti appena
pudichi e incerti
di feste lontane
ormai spente nel ricordo
sì certo qualcosa del genere
nella promessa accennata solo
di ritorno a un presente
ormai quasi remoto
un'allodola
osava sussurrare
il giorno
quasi fosse possibile ancora
improbabile
inatteso
imprevisto
ma pur sempre
possibile
a far data
dal 21 di marzo
nell'anno bisesto
equinozio
di primavera in sur-place
augurale
messaggera dell'alba
il buongiorno
21 marzo 2020
nella mia terra di risi e nel pianeta terra

mercoledì 11 marzo 2020

Nanni Omodeo Zorini ha aggiunto 8 nuove foto datate 9 marzo 2016.
9 marzo 2016
UNA SECCHIATA DI ACQUA PULITA
Ricordava quello che gli aveva raccontato il babbo barone diversi anni prima.
«Allora, quando era arrivato il morbo, solo lui e pochi altri ne avevano prese le distanze senza cadere nel panico…
Il borgo e la vicina città erano diventati improvvisamente deserti.
Un po' per via del decreto emanato dal granduca vicerè. E un po' anche per via del subbuglio che la notizia aveva via via provocato.
Con un pretesto o con l'altro sia il maggiordomo, che un po' alla volta anche tutti gli altri suoi aiutanti, si erano defilati. Col pretesto di tornare alle proprie case. Ai congiunti apparenti probabilmente pure loro malati o a rischio.
Fino alla fine, nonostante i presentimenti che già gli ne erano venuti, aveva fatto affidamento, almeno dal punto di vista affettivo, su quell'unica donna che aveva voluto conservare. Finché ce l'avrebbe fatta.
Era stata, come per tutte le infinite numerose precedenti, la sua figura. Il suo stato. La sua immagine ad attrarlo. Nonché il suo fascino e la sua estrema abilità di amatore. Non voleva avere falsa modestia a negarselo e nasconderselo.
Anche questa ultima, come le precedenti, aveva giocato tutte le proprie carte per riuscire ad avvicinarlo.
Chiedergli consiglio e conforto.
Amicizia.
Sostegno.
Affetto e amabile compiacenza.
Che lui generoso com'era non aveva mai negato alle donne.
«… Mi ha parlato molto bene di voi un lontano parente che stimo… Mi ha detto meraviglie… Per cui se voi, eccellenza, me lo consentite, mi permetto di venire a chiedere la vostra conoscenza...
E poi, forse voi non ve ne sovvenite, ma ebbi modo di incontrarvi alla festa della Madonna assunta, o qualche altra…
Ero ancora quasi fanciulla.
Ma voi vi mostraste compiacente.
Mi faceste compagnia fra le giostre e le bancarelle della festa.
Mi offeriste il lecca lecca. E anche, lo ricordo bene, un sorbetto delizioso".
Sì, si disse tra sé il barone.
Anche questa come le altre.
Era venuta a cercare i miei favori di ogni genere.
Sorridendo sorniona e lubrica.
E ogni volta l'avevo lasciata tornare alla sua abitazione soddisfatta con gli occhi raggianti.
Le altre, tutte, una alla volta, avevano mostrato la loro vera natura.
Finendo, immancabilmente, prima o poi, per deluderlo…!
E le aveva liquidate.
Ripensò in quel momento che nel suo magazzino non mancavano scorte di bevande e di cibo.
Ma cominciavano a venir meno gli alimenti freschi.
Frutta, verdure, pesce e carne freschi.
Ma non era quello un problema.
Era in grado benissimo di riprender a sellare e montare il suo sauro e andare a fare approvvigionamenti.
E anche predisporre i finimenti del landò, benché non fosse una delle sue attività abituali, l'avrebbe potuto divertire.
Ma aveva voluto aspettare sino all'ultimo momento.
Per quanto perplesso, e ormai abbastanza preparato e prevenuto, conservava ancora un briciolo di attesa speranzosa.
Voleva verificare se la donna, come gli aveva promesso, sarebbe venuta all'ora pattuita.
Si era regalato, senza aiuto di lacché o dame di compagnia, un sontuoso bagno con sauna.
Aveva spuntato adeguatamente con cura baffi e barba.
Non troppo, come lei gli raccomandava, per evitare che fossero troppo ispidi e pungenti nelle sue parti intime più delicate.
Si era disposto sull'ampio terrazzo con scaloni; e guardava il sole farsi sempre più basso preannunciando il tramonto.
La fedele pipa accesa intiepidiva le mani, emanando azzurro fumo profumato.
Il presentimento, che aveva sempre covato, continuava ad aleggiare intorno.
Già altre volte la donna che attendeva gli aveva mandato una missiva deludente…
"… il ragazzo ha avuto un incidente lungo la strada…
Mi sto attardando con la fanciulla per un acquisto alla bottega…
Ho avuto comunque un contrattempo…
Nulla di grave.
Mi riprenderò prestissimo e sarò a servire adeguatamente in tutti i modi, come sempre devotamente, il mio sublime barone…"
Missive vergate alla buona velocemente. O messaggi a voce striminziti.
Tutti quanti, ogni volta, rivelatisi fasulli.
Come aveva potuto a malincuore verificare da riscontri successivi.
Diede alcune saporose boccate alla pipa.
Pregustando insieme l'esattezza delle sue previsioni pessimistiche.
Nel bosco di betulle al di là del suo parco, poteva vedere e ammirare stormi svolazzanti. Che roteavano giocando a rimpiattino tra loro.
Dal campanile del vicino borgo sentì alcune volte battere le ore.
Controllò sul suo orologio da taschino che estrasse dal gilè.
E fu proprio a quel punto che vide arrivare il messaggero.
Scalzo. Scarmigliato. Sudato.
Fece a due a due i gradini dello scalone.
E poi, col fiato lungo e un filo di voce:
"… Perdonate eccellenza… Ma una donna mi ha pregato di scusarla… Ha avuto un impedimento… E mi ha dato da consegnarvi questo foglietto…"
E glielo porse.
Poi, ricevuto il tallero di ricompensa, mosse sui piedi nudi sulla stradina di sterrato, ritornando da dove era venuto.
Non merita menzionare le parole, i convenevoli, e neppure il pretesto utilizzato…
Il messaggio era chiaro.
Anche costei, si era stufata di chiedere elemosinare d ricevere i suoi favori. Come facevano sempre gli "uomini" di quel tempo.
Dicendo che l'uomo al quale era stata accoppiata non era da lei amato e neppure la amava o stimava.
Chiedendo consolazione in quel rapporto provvisorio con Sua eccellenza l'amatore barone.
Anche costei aveva trovato il momento buono per svignarsela alla chetichella.
Prevedibile e previsto.
L'ondata del malanno invasivo, sarebbe passata.
Stavano cercando i cherusici e i medici della città un rimedio nuovo.
Come era stato a suo tempo il chinino.
Poi tutto sarebbe tornato normale.
Avrebbe provato a ritornare. Oppure alla porta della sua magione si sarebbe presentata una nuova fanciulla.
Con gli occhi luminosi e ridenti.
A chiedere conforto, consolazione e piacere…
Offrendo in dono la sua intimità…
Aveva già previsto tutto da molto tempo.
L'aveva annotato oltre che nella sua mente nell'immenso quaderno in cui scriveva e annotava le sue riflessioni e i suoi pensieri.
A mo’ di diario.
Aveva addirittura pensato di informarne il cretinetto bevitore casalingo domestico, ma forse non meritava né lei né lui un riguardo del genere!
Depose la pipa.
Neppure troppo amareggiato.
Anzi, a dire il vero, soddisfatto di avere previsto giusto.
E soprattutto soddisfatto di avere ritrovato la propria serena libertà.
Diede perciò un ampio respiro.
Intanto, dietro le betulle, il sole si era abbassato preparandosi a concludere il tramonto.
Con animo sereno e disteso, respirando a pieni polmoni l'aria della sera, nonostante l'ora poco abituale, andò a sellare il suo cavallo prediletto.
Quindi, infilò la staffa con lo stivale sinistro, e si issò in sella.
Mosse prima al trotto.
E poi al galoppo si perse nelle campagne e nei boschi circostanti.
Neanche più infastidito da quella presenza assente, della quale era ben lieto di fare finalmente a meno.
Rideva mentalmente ripercorrendo le frasi che lei gli aveva pronunciato:
"Solo voi, eccellentissimo barone, mio signore della mente dell'anima e del corpo, siete l'uomo della mia vita. Non quello squallido omuncolo dedito al bicchiere e alla bottiglia. Che neppure è degno di reggere il confronto con voi.
Nella parola.
Nel pensiero.
Nei modi…
E nella sapienza con cui usate la lingua, ...non solo per parlare…
Sempre avevo cercato, desiderato, sognato, un uomo come voi…
E ora finalmente l'ho trovato…"
A questo punto in genere slacciava il corpetto, sfilava le sue gonne e i suoi indumenti intimi.
E mostrava offrendolo totalmente da ogni parte e in grande profondità, il bianco carnoso del suo nudo…
Sorrise soddisfatto.
E facendo il verso alle ultime parole che aveva ricordato, bofonchiò mentalmente:
"… E ora finalmente che l'ho trovato… Fuggo da lui come una povera mentecatta… perché mi disturba che possa essere in difficoltà e aver bisogno di me davvero non solo nel letto. Sperando che mi perdoni e non mi voglia scacciare per sempre come ha fatto con tutte quelle che mi hanno preceduto…"
Ridacchiò.
Strinse le ginocchia sulla schiena del cavallo.
Gli carezzò la nuca sulla criniera. E piegato il capo verso le sue orecchie, gli disse:
"… Vai, stupendo amico mio, andiamo insieme… Siamo tornati finalmente liberi…" »
A questo punto, il racconto del babbo barone si era interrotto.
E così pure il ricordo smise di srotolarsi.
Perciò, anche il nuovo duca barone dottor professore, si riconobbe nella vicenda già avvenuta anni prima al suo amato genitore.
Anche lui, come già il babbo, non era assolutamente caduto nel panico per il nuovo malanno invasivo.
Solo l'aveva studiato, analizzato, e ora lo stava affrontando con profondo senso della realtà.
Anche lui provò il piacere profondo della ritrovata libertà. Perché anche lui era capitato di liberarsi di una zavorra ingombrante e inaffidabile.
Con un senso di benessere piacevole.
Si predispose ad affrontare il tempo presente.
Anche lui infatti aveva appena fatto pulizia di un'analoga presenza femminile.
Sorrise mentalmente al babbo.
[da IL BARONE DI BARUMINI E ALTRE STORIE. pag. 710. 64. Edizioni peregrine]