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domenica 25 settembre 2016

Sì proprio qui

sì proprio qui
su questa landa grigia
giuro che sei apparsa
immagine nitida
con bagliori di fiamma
non dubito a credere
nella catasta infuocata
il fiato accanito
rallenta
e ne tremi ancora tutta
aggrappata al mio braccio
il tuo sguardo in stand by
cancella ogni bruma
sicuro e definitivo
dono esclusivo prezioso
Nanni OMODEO ZORINI Qfwf

martedì 20 settembre 2016

UN SOLE VIOLENTO



Un sole violento
rabbioso
faceva sgambetto
alle folate di vento
incespicando
entrambi
nei passi claudicanti
extrasistole
da togliere il fiato
provvisorio
senza redenzione alcuna
probabile

sguardi già spenti
raminghi
a frugare altrove
altri profili simili
a questo

da rinviare sine die
qualsiasi barlume di speranza
covata dentro
rinviata allegria
negata luce
studiando la mestizia
unica risorsa
nel giorno
malato

SMARRIMENTI

SMARRIMENTI

le mani affondate nel cesto
frugano con la memoria
stilografiche
portachiavi orologio
macchinine a pedali anni 40
il ballatoio lungo per le prime fumate bambine
il cane giallo bassotto snodato con le ruote
la casa avita
l'odore del fico in cortile
chiome fluenti di mericanina
voci e sguardi
amplessi di corpi remoti
odore intenso di mimosa
crochi bianchi spuntati tra la neve
le serenate di Tosti al piano
i denti bianchi  nel sorriso del babbo
testa rapata da orfanelli
succo denso di liquerizia di legno

certi istanti
addirittura mi pare
di smarrire il tuo sguardo
con un vuoto nel cuore

non resta
che affondare di nuovo le mani
nel cesto degli smarrimenti
che forse
tutto si può ritrovare

elaborando il lutto
la separazione completa
finché  almeno qualcosa
essenziale riappare
soprattutto il tuo volto  il tuo sguardo
la tua voce argentina che ride

altrimenti
c'è davvero da smarrirsi
da perdersi del tutto
prima che il tempo sia consumato

e l' orologio gentile ritarda
trovando nuova sabbia fine
da centellinare alla clessidra

ritiro le mani vuote  colme di ricordi
e lascio il cesto nel baule
per baciare l'azzurro infinito
incontaminato
e bere il tuo fiato che mi consola
acqua di fonte preziosa
per questa sete inesausta

smarrimenti smarriti
fiati ritrovati
vivi intensi profumati

c'è ancora molto tempo
prima di smettere la speranza
e di riporre l'allegria

ti carezzo la guancia
e bacio la tua umida presenza
che mi consola
fremente e intensa
intima sensuale leggiadra

la sera può anche venire
la luce dell'alba
è una promessa indifferibile
ci conto


LA TUA PAURA

LA TUA PAURA
ed erano fumi grigi opachi
molesti levatisi da stagni
unti appiccicosi
restavano attaccati alle dita
a sfiorarti
annebbiando solo un poco
lo sguardo terso di cielo
che sai regalare tu
e ho avuto timore quasi
ma piano
dolce
risoluto insieme
t'ho soffiato un vento addosso
di sorrisi e speranza
balbettato un poco
incerto ma forte
cantandoti melodie di parole
lavando
e detergendo del tutto
un po' alla volta
con calma
ogni viluppo
e il tuo nudo terso
torna a risorgere
azzurro di sguardi
finché l'alba
torna sovrana
vittoriosa
a sorridere al tempo infinito

venerdì 9 settembre 2016

L’AMORE DELLE TRE MELAGRANE -.11

·         L’AMORE DELLE TRE MELAGRANE -.11- dopo i primi giorni di scuola da maestro-
·         La ragazza di 1000 anni prima, divenuta ora mamma, aveva continuato il dialogo in Messenger con il suo antico maestro incanutito. E a lui ogni volta batteva il cuore riandando con nostalgia a quel tempo lontano, che teneva congelato nella memoria in stand-by. Riprendeva continuità con il proprio passato con la propria vita. Sentiva che la stava prolungando. Dilatando. Appena arrivava un nuovo messaggio nel socializzava il contenuto con la sua amatissima fanciulla. Alla quale pure batteva il cuore insieme al suo di tenerezza, perché vedeva o credeva di vedere un prolungarsi all'infinito all'indietro e in avanti della vita della mente del pensiero nell'anima dell'uomo della sua vita.
La conversazione, magicamente incanalatasi nell’etere, aveva ripreso a viaggiare alla grande. A quel punto il narratore, che un po' per narcisismo, un po' anche per senso della realtà e obiettività continuerò qui a chiamare Nanni, ebbe qualche pruderie, qualche scrupolo… Avrebbe potuto continuare a chiamare i personaggi di questa conversazione con dei "non nomi" fatti di lettere illeggibili!? Decise a quel punto, che avrebbe chiamato l'alunna ragazza mamma ora: Olga. Così. Per impulso. "Speriamo che non ci rimanga male e che ne sia contenta, disse tra sé il narratore, bofonchiando…"
Olga-Sono all'aeroporto di Tallin e aspetto di tornare a casa, ho letto ora il tuo ricordo del ragazzo contadino della frazione  dove io tutt'ora abito. Ti ricordo che avevamo addirittura fatto una uscita di un'intera giornata tra i sentieri nei prati di proprietà della famiglia di F……., così si chiama quel ragazzo. Non ha avuto vita facile, arrestato, ferito a coltellate, molto spesso ubriaco, non è stato facile neppure per la famiglia che qualche anno fa ha addirittura cambiato residenza per non avere più a che fare con lui. poi c'era L….., un piccolo argento vivo dai riccioli neri, sposato con un' inglese purtroppo ci ha lasciato proprio qualche mese fa a seguito di un infarto, è stato il primo che se ne è andato e mi ha messo in crisi, sia perché era un altro che nascondeva i suoi sentimenti dietro a una bevuta o una chiassata sia perché quasi a tutti i miei compagni volevo veramente bene. Ora più che mai mi accorgo che quanto si riceve o non si riceve da bambini condizioni il futuro, chi è forte può cambiarlo chi non lo è può spesso subirlo. ma i ricordi più teneri mi arrivano proprio da chi non ha saputo essere troppo forte.
Nanni- Cara Olga,, grazie del tuo messaggio. Certo, F…..,, ma ovviamente non ho voluto mettere il nome come non ho messo neanche quello del paese o della frazione...per rispettare la privacy. Il ricordo che hai letto fa parte di una specie di romanzo/racconto che pubblico solamente sul mio blog(nanniomodeozorini.blogspot.com) e su FB...( estremamente deluso dagli editori che con gli autori non ancora noti ne approfittano e chiedono soldi per stampare e come ho verificato al salone del libro non diffondono le opere ma la regalano in omaggio…! ) Ora che mi hai descritto L….. mi viene in mente di lui. Il ragazzo che nel racconto faceva i salti zompandò per aria e notando che quella maestra si era fatta rifare la plastica nasale, capelli rossi, efelidi, era pur della frazione mi pare, ma non me ne ricordo il nome. mi sono limitato a citare due episodi di F….. che mi aveva morsicato la mano e che poi ero riuscito almeno allora a recuperare con quel ruolo di aiutante maestro di scienze; e quello del naso rifatto…! Se avrai modo di metterci gli occhi, noterai che è una narrazione a puntate, con un misto di montaggio di chat, di ricordi e di chiacchierate. Un contenitore che a me piace molto nella narrazione, con la struttura portante determinata da una rilettura pretestuosa della fiaba da Italo Calvino: da ciascuna delle tre melagrane  esce un pezzetto di epoca o di dimensione narrativa. Per ora sono nella prima, quella della realtà o pseudo realtà narrativa. La seconda, per ora solo accennata e anticipata, è quella dell'ipotesi di lettura del passato come se le cose di allora fossero andate in un altro modo. La terza prescinde assolutamente dall'incontro che il protagonista ha con la sua coprotagonista narrativa, e si riduce alla miseria malinconica di un passato senza quell'episodio vivificante! Mi sono permesso di spiegartelo perché spesso nelle mie narrazione uso una struttura complessa o addirittura complicata.Prima o poi mi capiterà di fare dei giri in auto o con il mio maxi scooter, anche per venire a rimettere il naso in quei posti e poi per cercare lassù un pied à terre... che da quando ho lasciato per i motivi che ti ho detto altrove la casa che avevo in quelle parti. Da  qualche anno cerco qualcosa ma non trovo nulla di adeguato (monolocale autonomo, senza i prezzi astronomici da turista …!) da quando sono in "quiescenza" dopo l'insegnamento e 26 anni da dirigente scolastico, mi dedico a scrivere versi, narrativa, pamphlet o cose varie sul socialnetwork. E ovviamente mi dedico a ricordare, vivere, a raccontare, ridere e nel limite del possibile essere felice! Immagino naturalmente che dato che stavi per imbarcarti quando mi hai scritto mi leggerai al tuo arrivo in Italia, a casa…
Utilizzati bene anche i socialnetwork servono per comunicare davvero, riallacciare relazioni, fare circolare idee e pensieri. Chi ama scrivere desidera soprattutto trovare i destinatari della sua comunicazione, anche senza pubblicare a stampa . spero, prima o poi di rivedere qualcuno di voi, anche se è naturale che i ricordi rimangono nell'empireo immutati come li abbiamo immagazzinati quando li abbiamo vissuti, ma la curiosità di scoprire che cosa è diventato il mondo che ricordavamo e le persone che abbiamo ancora nel cuore, ci stuzzica a curiosare dentro! Un abbraccio! (In FB ho due account uno al nome Nanni che non uso più da quando me l'avevano bloccato , e solo successivamente riattivato, obbligandomi a mettere il mio nome anagrafico Giovanni) sono comunque rimango sempre Nanni. Ciao
·         Olga-  Certo, la maestra con il naso rifatto, maestra R….., che ai miei occhi da bambina era innamorata di te. Mi sembra invece di ricordare che il tuo più grande ostacolo fosse la maestra tal dei tali di quella bella città del Cusio, è morta solo pochi mesi fa dopo lunghi anni di Alzheimer, la vedevo spesso con la badante. Il ragazzo dai capelli rossi è F….. , anche lui come quello che ti morsicò la mano di due o tre anni più vecchi, allora alle elementari si bocciava eccome! Lui è un bravissimo ragazzo, non vive più qui da quando si è sposato e ha due figli. Mi sembra anche di ricordare un altro piccoletto della frazione collinare, molto amico di lui, e a Aspasia, alta magrissima e un po ' acida, entrambi orfani di padre , tu avessi fatto un regalo di Natale spiegandoci che non dovevamo essere gelosi perché noi avevamo un padre in più che loro non avevano. Con Aspasia c'erano sempre contrasti e noi della classe l'avevamo un po' isolata, un giorno che lei non c'era tu ci hai fatto presente che nonostante riconoscessi anche tu il difficile carattere ciò che stavamo facendo non era giusto. So  che da quel giorno ho sempre cercato di essere più cordiale con lei. Ancora  oggi è acidina, purtroppo senza figli e con un marito con una malattia progressiva che vincola un po ' la loro vita e che lei tratta male, ma quando la vedo ricordo sempre te e le tue parole e cerco di essere carina (anche se a volte sta proprio sulle balle! Scusa la schiettezza ). Mamma mia sembra di parlare della classe del libro cuore, ma anche oggi le classi sono così variegate? Ricordo che ci avevi fatto fare un mercato per finta in classe con il sistema inglese, non il metrico decimale, perché forse l'Inghilterra aveva proprio in quell'anno cambiato qualcosa. Ora scappo al lavoro, non sono in quiescenza e non so quando mai lo sarò. Un altra volta se non ti annoio ti parlerò di me. buona giornata, appena ho tempo leggerò il tuo blog, saluti
Nanni-  , sei formidabile! Prima che tu vada a lavorare posso chiedere il permesso ovviamente cambiando nomi e situazioni di utilizzare il tuo bellissimo testo che mi hai mandato per il mio racconto romanzo?
Mi scuso anche se l'altra volta non l'avevo fatto…. di chiedertelo
Olga-Nessun problema da parte mia
Nanni- un bacione bella,buon lavoro e ti scriverò presto ciao!

Dopo aver trascorso una mattinata intensa tenera e affettuosa, si erano concessi uno spuntino. E lui aveva continuamente dovuto cercare di tenerla a freno, perché lei voleva ad ogni costo rimettere a posto la cucina. "Sei la mia regina, la mia principessa, la mia baronessina… Mi occupo io di queste cose!"
Lei aveva sorriso con dolcezza e insieme avevano terminato di fare un po' d'ordine nella sua casa antro che lui definiva da “ om salbadg”, uomo selvatico, come aveva imparato a dire in Val d'Ossola.
"Mi piace sempre di più l'immagine che vien fuori dai tuoi racconti e da queste conversazioni scritte, e che mi permettono di conoscere meglio l'uomo che ho incontrato tanti anni fa e che ora è qui ed è il mio uomo! Vederti così, nel tuo ruolo di maestro, con quei bambini di allora, ora diventati adulti, che interagiscono col presente nella narrazione. E naturalmente li vedo bambini come tu me li racconti. Forse tu stesso oggi tenterete riconoscerli. Eppure riesce a farli rivivere e muovere e agire sulla scena del teatro del nostro romanzo racconto.
Sarebbe buffo per me conoscerli ora, più grandi di me, che ricordano e dicono cose di quel tuo passato che io cullo coccolo e carezzo ascoltando e leggendo…."
Lui la teneva tra le sue braccia, le carezzava la gota, beveva golosamente i suoi sguardi. Presto si sarebbero messi di nuovo a volare nel loro Eden. Fuori del tempo ma insieme radicato nel presente. Radicato anche nel passato che riviveva. Nel bambino che lui era stato. Nella bambina che era stata lei. Negli adulti che erano ora e che diventavano sempre di più intimi. Unici. Come unica era, straordinaria, eccezionale ed esclusiva la loro storia d'amore.
Tutte le storie d'amore paiono in qualche momento uniche, speciali, eccezionali…

La loro si stava attrezzando per esserlo in modo superlativo. Da anni ormai era stato un continuo crescendo. Nessuna nube. Sempre e solo una maggiore intensità, conoscenza, profondità. Sapevano che Fernando Pessoa aveva definito tutte le storie d'amore e le lettere d'amore come ridicole. Ma in quel modo di dirle ridicole c'era dentro una profonda tenerezza. Entrambi si erano molte volte detti che la realtà è il mondo esistono e sono fatti esattamente come noi li vogliamo e li vediamo. E quindi più che legittimo è normale che loro definissero orgogliosamente la loro vicenda la più sublime. A confronto con le altre ascoltate o vissute, certo. Ma ciascuno di loro due sapeva e ne era molto convinto che la loro "era ancora più sublime". E chi narra, non può che prendere parte per la loro visione. Pertanto, conferma che quell'altra Nanni/Artemisia rappresentava davvero un archetipo, il non plus ultra, l'eccezione, il miracolo. Nella visione laica e per nulla trascendente, vedevano, in questo, l'unico miracolo possibile! E si compiacevano dei connotati mistici che il loro amore assumeva sempre di più.

UN SOLEVIOLENTO

Un sole violento
rabbioso
faceva sgambetto
alle folate di vento
incespicando
entrambi
nei passi claudicanti
extrasistole
da togliere il fiato
provvisorio
senza redenzione alcuna
probabile
sguardi già spenti
raminghi
a frugare altrove
altri profili simili
a questo
da rinviare sine die
qualsiasi barlume di speranza
covata dentro
rinviata allegria
negata luce
studiando la mestizia
unica risorsa
nel giorno
malato
Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq

FRAMMENTI NARRATIVI RINVENUTI NELLO SPAZIO TEMPO

FRAMMENTI NARRATIVI RINVENUTI NELLO SPAZIO TEMPO…“… e la cosa davvero fantastica, era proprio quella che, nonostante non esistesse collegamento evidente o visibile, o ammissibile, avveniva continuamente il contatto via etere, con l’entità sconosciuta all’osservatore…
L’identità inammissibile riusciva a interagire nello spazio-tempo. Ricambiata. Corrisposta . Per quanto ufficialmente negata. Impossibile…
Difficile, ma non impossibile, decodificare i flussi verbali, dal criptogramma…
Uno, a caso, diceva proprio:
« grtf Claapstannng, l, 57 cipperbanger, …» Di cui si scorge qui la trascrizione pedissequa apparentemente assurda. Ma il cui significato poteva essere variamente interpretato, ovviamente con infinite ombre di dubbio…:
«… Anch'io sto ancora pensando intensamente a te… Stanne pure certa… Come vedi sono continuamente vicino e dentro i tuoi pensieri, per turbarti, affascinarti, sedurti…
Nell'ultimo contatto mi dicevi che senti molto la mia mancanza visiva, tattile, odorosa, fisica… Io sento la tua, e mi appare sempre più reale, come quando l'altro giorno ci siamo incontrati e ti sentivo tremare e vedevo il tuo sguardo appassionato infuocato acceso lubrico luminoso umido sensuale…
Apprezzo che tu abbia gradito la mia ultima immagine che ho offerto. Come a te piace tengo la barba corta corta, il mio sguardo ti scruta e ti spoglia, scurrile e osceno, perché mi piace piacerti e mi piace piacerti così…
Cerco di somigliare il più possibile nelle foto che carico mie, a quel personaggio del tuo passato che ti aveva incatenata. E che credevi di aver incontrato di nuovo. E di cui a volte mi racconti vicende che io sicuramente credo fantasie tue.
Ora aspetto il tuo nuovo contatto, mia bella troietta, mia donna segreta, amica e insieme concubina nei momenti proibiti, che mi regali di nascosto da lei. E da quel lui che io penso proprio non esista….»
«bnnnn… fgttrwy…. Blurpant, eyyyhhtrw! Mivtrxxx ….» era la risposta che tornava virtuale ma per nulla virtuosa, umda e bagnata del suo profumo di donna…
Che poteva certo forse essere tradotta e interpretata:
«… Stai tranquillo, quel lui è per te solo una fantasia, e così deve essere, e così è anche per me… Lontano 1000 millanta anni luce, è un ricordo col quale, vero o fantastico che sia, col quale mi sono divertita e ho avuto piacere immenso, fisicamente o con la fantasia, ma questo a te non riguarda… Accontentati di quello che ti do qui in questi contatti e in quelli feroci che mi regali nei nostri connubi clandestini…»
Il narratore fuori campo, voce narrante, sguardo allucinato, visionario veggente, sotto le sue mentite spoglie di volta in volta vuoi di barone di Barumini, duca professore poeta, portiere di giorno e di notte, terapeuta maestro di lingua e di carne, incerto lui stesso della propria identità, coglieva come voleva e poteva quei messaggi decrittandoli, estasiato, ammaliato, pugnalato e assassinato, sofferente e dolorante nell'anima nei sensi nella carne…
E provava tentando altre e diverse versioni decrittate: (che potevano perciò anche essere lette così…)
«… Anch'io sto ancora rompendomi molto le palle qui dove lavoro… Come dici anche di te. Stanne pure certa… Come vedi sono continuamente vicino e dentro i tuoi pensieri, per farti divertire raccontarti barzellette sconce e episodi ridicoli…
Nell'ultimo contatto mi dicevi che senti molto la mancanza visiva, tattile, mentre ci scambiamo queste cretinate qui con i messaggi… E mi pare di averti vicina come l'altro giorno quando ci siamo incontrati ridevi contenta e divertita libera dalle tue preoccupazioni…e mi sei solo amica... e non vuoi che sia di più... per riguardo alla mia lei... va bene, mi contento...
Apprezzo che tu abbia gradito la mia ultima immagine che ho offerto. Come a te piace tengo la barba corta corta, il mio sguardo ti sorride e ride con te, perché mi piace avere un'amica un po' stupidotta ma simpaticissima come te , che sei molto meglio della mia lei…
Cerco di somigliare il più possibile nelle foto che carico mie, a quel personaggio del tuo passato che ti aveva incatenata. E che dici che credevi di aver incontrato di nuovo. E di cui a volte mi racconti vicende che io sicuramente preferisco credere fantasie tue.
Ora aspetto il tuo nuovo contatto, mia cara, mia amica segreta, amica e insieme confidente nei momenti proibiti, che mi regali di nascosto da lei. E da quel lui che io penso proprio non esista….»
«… Stai tranquillo, quel lui è per te solo una fantasia, e così deve essere, e così è anche per me… Lontano 1000 millanta anni luce, e galassie di distanze siderali,è un ricordo col quale, vero o fantastico che sia, mi sono divertita e ho avuto piacere immenso, fisicamente o con la fantasia, ma questo a te non riguarda… Accontentati di quello che ti do qui in questi contatti e incontri occasionali che ti regalo nei nostri colloqui e chat scrivendo delle puttanate negli incontri clandestini… dalla tua lei e dal mio lui fantastico…preferisco averti solo come amico...»
(frammenti e pagine sparse,pag. 64, da "Onirie narrative, fantasiose e fantastiche…" 1943, Ed. Improbabili, Antiochia. Eugenio Azari)
A cura di Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq

MEDITAZIONI


Meditavo con te mesti saluti senza sorriso
Sguardi amari con groppi di pianto trattenuto
Prospettive angolari a tirar su col naso
Facendo finta di niente ma non per davvero
Meditavo di smarrire la strada e di non ritrovare
Né me né te e neppure nessuno
E solo grigi azzurrosi di cieli improbabili
Accovacciati sui nostri ombrelli scoloriti
Con le loro spazzole di piogge cadenti a strascico
Meditavo che il giorno stesse volgendo alla fine
Che preparassero minestre calde di verdure
Da intirgerci il pane come i bambini in Canobina un tempo
Da tirar su in cucchiaiate dense fino alla bocca
Meditavo così su tutto e su niente mentre faceva sera
E t'ho scorta di nuovo apparire proprio lì dove eri scomparsa
Il sorriso solo un po' velato di saudade
E della paura del buio senza forme
Meditavo la tua assenza che si faceva presente
Meditavo meditazioni come preghiere impossibili
Meditavo rosari cantilenati di parole nuove
Meditavo i baci che mi apprestavo a divorare di nuovo
Meditavo ad alta voce e forse t'ho svegliata
Perdona
Amore
Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq
Mi piace

ALIENI

ALIENI
Capitava a volte -lo sai- di trovarsi
ancora e dovunque nel posto sbagliato
a conversare muti di fatti inesistenti
con estranei sconosciuti affascinanti
nella loro compiuta imperfezione
in bar e birrerie aliene-
Disadattati
così in ogni luogo, oppure sul ponte
di navi programmate su destinazioni
inesistenti, ci si ritrovava anche da soli
fra tanti a far finta di essere insieme-
Costruivamo- da soli e tutti insieme
a quegli altri come noi- una schiera riga
dei disadattati a questo vivere associato
per nuclei i binari cosparsi di spore
terminate -talvolta- costruivamo con
la schiera degli eletti -disperati e sparsi
isolatamente spersi - qualche premessa
per l'alternativa- disadattati positivamente
a questa società e alle sue regole-ma
soli come cani -Una categoria
parallela di scontenti disadattati
con l'ambizione di analizzarsi le proprie angosce
e proporsi ponendo in essere ipotesi
dolorose che venivano praticate allo spasimo
re leccandosi i viaggi e delle proprie ansie
e paure -Ma anche questa è autentica
sofferenza difficilmente curabile per
continue reinfezioni epidemiche se
non ponendo un cordone sanitario
drastico scarsamente definibile
per evitare fino all'ultimo la
collettiva eutanasia-
E l'unico mondo
reale restava ancora sempre questo qui
malato di sorrisi assuefatti, di disinvoltura
efficienza spigliata e senso pratico
di discorsi già fatti e futili di parlarsi addosso
da lasciar perdere la velleità di raddrizzare
le gambe ai cani o lavarla coda riga
all'asino o anche di dar le
margherite ai portici-
Ci stavamo comunque
riprovando mentre il vento faceva
sbattere barche stanche alle rive e
l'assenza femminile si faceva vieppiù
tangibile-Cristo-Ma quanto costava
credere ancora testardi che ne valesse la pena-
Per ch i-per dove-per quando-
dimmelo tu amore la prossima volta
che ti vedo e ti carezzo le labbra
mentre cerchi -lo sguardo nel
vuoto dietro i miei occhi disperati- la risposta
che non ci viene- e dire che
l'avevamo sulla punta della lingua
ma baciandoci ce la siamo ingoiata
nella saliva calda che ci beviamo
di bocca l'un l'altro -Cristo-
ma mi consoli almeno col tremare
tutto del tuo corpo in questo
amplesso profondo come l'immenso
mare blu di Sardegna
Buccione di Gozzano,,22. 07.82

ALIENI

ALIENI
Capitava a volte -lo sai- di trovarsi
ancora e dovunque nel posto sbagliato
a conversare muti di fatti inesistenti
con estranei sconosciuti affascinanti
nella loro compiuta imperfezione
in bar e birrerie aliene-
Disadattati
così in ogni luogo, oppure sul ponte
di navi programmate su destinazioni
inesistenti, ci si ritrovava anche da soli
fra tanti a far finta di essere insieme-
Costruivamo- da soli e tutti insieme
a quegli altri come noi- una schiera riga
dei disadattati a questo vivere associato
per nuclei i binari cosparsi di spore
terminate -talvolta- costruivamo con
la schiera degli eletti -disperati e sparsi
isolatamente spersi - qualche premessa
per l'alternativa- disadattati positivamente
a questa società e alle sue regole-ma
soli come cani -Una categoria
parallela di scontenti disadattati
con l'ambizione di analizzarsi le proprie angosce
e proporsi ponendo in essere ipotesi
dolorose che venivano praticate allo spasimo
re leccandosi i viaggi e delle proprie ansie
e paure -Ma anche questa è autentica
sofferenza difficilmente curabile per
continue reinfezioni epidemiche se
non ponendo un cordone sanitario
drastico scarsamente definibile
per evitare fino all'ultimo la
collettiva eutanasia-
E l'unico mondo
reale restava ancora sempre questo qui
malato di sorrisi assuefatti, di disinvoltura
efficienza spigliata e senso pratico
di discorsi già fatti e futili di parlarsi addosso
da lasciar perdere la velleità di raddrizzare
le gambe ai cani o lavarla coda riga
all'asino o anche di dar le
margherite ai portici-
Ci stavamo comunque
riprovando mentre il vento faceva
sbattere barche stanche alle rive e
l'assenza femminile si faceva vieppiù
tangibile-Cristo-Ma quanto costava
credere ancora testardi che ne valesse la pena-
Per ch i-per dove-per quando-
dimmelo tu amore la prossima volta
che ti vedo e ti carezzo le labbra
mentre cerchi -lo sguardo nel
vuoto dietro i miei occhi disperati- la risposta
che non ci viene- e dire che
l'avevamo sulla punta della lingua
ma baciandoci ce la siamo ingoiata
nella saliva calda che ci beviamo
di bocca l'un l'altro -Cristo-
ma mi consoli almeno col tremare
tutto del tuo corpo in questo
amplesso profondo come l'immenso
mare blu di Sardegna
Buccione di Gozzano,,22. 07.82