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lunedì 31 ottobre 2016

RIMANGONO IN PIEDI SOLO LE FACCIATE


RIMANGONO IN PIEDI SOLO LE FACCIATE
Assume un valore simbolico, di metafora.
Nel nostro paese, sotto la dorsale appenninica, la faglia dell'immenso dinosauro terrestre scivola, si muove… E fa tremare tutto e spazza via ogni cosa… Edifici meravigliosi e secolari, frutto del lavoro umano, dell'arte e delle idee, si sbriciolano in polvere…
Non ci sono mostri diabolici o dei salvifici cui attribuire il disastro o da implorare per evitarlo. Mi si stringe il cuore per la nostalgia e la saudade di non rivedere più integri come erano quei luoghi stupendi. E ho il batticuore con loro per quelle persone che han dormito in macchina, andranno nelle tende, aspetteranno casette fasulle inaugurate da qualche salvatore della patria improvvisato. Ho pensato a quando smarrisco qualcosa, e all'ansia che mi preme e mi rode a lungo con la fantasia improbabile di riuscire a trovarla. Molti loro oggetti e beni essenziali non li ritroveranno mai più. Rimangono così deturpati della loro intimità, dei loro spazi, dei loro ricordi da conservare soltanto nella memoria. I sindaci incazzati nei vari frammenti mediatici che ho ascoltato hanno risposto secchi alla domanda talvolta pettegola degli intervistatori: ma noi non andremo in nessuna costa, in nessun albergo, solo qualche giorno strettamente necessario per i malati e gli anziani! Il nostro posto è qui, qui c'è la nostra storia, le nostre attività, le nostre radici... lo ricostruiremo daccapo…!
Una massa ingente di pompieri e di protettori civili si precipita come sempre, a fianco dei sindaci. La democrazia concreta è fatta di fatti concreti. Persone vere e attive. Insieme ai volontari.
Un'altra ferita immensa dilania l'anima di questo nostro mondo già pugnalato in tanti modi. La crisi economica, le armi vendute per distruggere altri paesi di altri luoghi e altra gente ignara, donne e bambini vecchi disgraziati; disoccupati ed esodati, squadracce criminali travestite da fanatici religiosi, addestrati dal nostro mondo occidentale perverso e autolesionista, il Mediterraneo pieno di cadaveri annegati, bambine date in spose a orchi brutali, altri bambini e bambine abusati e brutalizzati da lupi-pastori di anime, donne vendute come schiave da marciapiede, corpi barattati per estrarne gli organi col bisturi chirurgico… da vendere per i trapianti!
Mentre in casa nostra uno scaltro cinico burattinaio manipola le schiere dei suoi, per togliere a tutti la democrazia parlamentare, brutalizzando la nostra carta d'identità costituzionale.
E la metafora rimane lì in piedi, con il solo frontale di basiliche stupende, cercando di salvare soltanto la facciata di quel che viene continuamente distrutto. La faglia inconsciamente alleata con gli addestratori dei fanatici kamikaze barbuti, con il piccolo scaltro manipolatore di consensi (mai guadagnati col voto), con le banche che dilapidano fortune succhiando il sangue ai disperati…
Una ennesima sventura, naturale questa volta, insieme alle altre intenzionali e sciagurate.
Ma rimangono in piedi le facciate… A far mostra che dietro c'era solo polvere… Un abbraccio pieno di dolore a chi ha subito questa ulteriore sventura tellurica, uno sguardo di speranza per i fermenti di risveglio morale, etico, sociale… Un grazie ai giovani, ai volontari, ai sindaci, ai pompieri, alla Protezione civile che riscatta qualche squallida figura del recente passato.
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq

foto di Giovanni Omodeo Zorini.

mercoledì 26 ottobre 2016

CHE FACCIO, MAESTRINO...? MI PICCHIO?

"CHE FACCIO, MAESTRINO, MI PICCHIO?"

Si chiamava Anna ed era bassetta di statura , teneva sempre lo sguardo basso ed era un po' scontrosa. Era arrivata in classe prima ad anno scolastico già avviato. I genitori erano migranti dal sud, della Sicilia. La famiglia si occupava di qualche lavoro modesto e vivevano senza il riscaldamento , se non una stufa a cherosene. In casa probabilmente fumavano per cui era tutta odorosa di fumo di sigaretta spenta e di frittura. Aveva imparato a fare i testi liberi tipo questo :
" Ieri ho mangiato la pasta ! "
Provavo a chiacchierare con lei e a farle arricchire il testo e aggiungere qualche particolare della situazione che raccontava. Mi guardava convinta e mi rassicurava muovendo il capo dall'alto al basso. Tornata poco dato tutta raggiante, mi faceva vedere come era diventato il suo testo precedente. Che finalmente a lei sembrava meraviglioso:
" ieri ho mangiato la pasta, ma con la salsa ed era molto buona".
I compagni la evitavano per la sua parlata diversa e perché dicevano che aveva un odore diverso. Nella precedente esperienza scolastica aveva imparato la "tecnica della lettura" ad alta voce, alla perfezione; ma assolutamente non aveva nessuna competenza di comprensione di quello che leggeva. L'avevo aiutata a capire il contenuto anche se la lettura risultava meno spedita. Si era mostrata entusiasta perché le piaceva capire quello che leggeva. Gradualmente era riuscita a legare con le compagne e compagni e a diventare loro amica . Soprattutto per il suo carattere solare e per il suo meraviglioso senso dell'umorismo.
Dopo qualche mese soltanto aveva inventato una sua tecnica di disegno caricaturale di volti e di fumetti veramente geniale, che non aveva copiato da nessuno. Disegnava dei volti immensi con dei grossi nasi e delle espressioni molto vive, poggiati su corpicini minuti . Si divertiva anche ad aggiungere dei fumetti che dicevano:
" sono Giacomo ma sono un po' triste perché mio zio è malato".
" io sono Concetta e guardo le farfalle che volano"...
e simili, vivissime immediate...
Doveva essere stata abituata anche a essere rimproverata o a prendere scappellotti, perché quando sbagliava qualcosa mi guardava con i suoi occhioni neri e mi chiedeva, un po' sul serio e un po' scherzando :
"che faccio maestrino, mi picchio?"
Non ricordava da quale località. della Sicilia venisse , ma solo che là " ci stava 'a mundagna".
Fino a quando magicamente da alcuni particolari che mi raccontava le avevo chiesto se per caso la montagna fumava. E quindi le avevo chiesto "è Catania?" Mi era saltata al collo baciandomi sulle guance e dicendomi:
" ma allora, maestrino, sai proprio tutto tu! Ma che bravo ! "
Un ultimo particolare sulla mia Annina: da quando era arrivata fino a quando l'ho lasciata alla fine dell'anno era diventata una bambina stupenda anche nell'aspetto, perché si sentiva molto più bella dentro, perché valorizzata , accettata e amata.
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq

martedì 25 ottobre 2016

ILPONTE

IL PONTE

a perdersi sempre
ciascuno
per strade tortuose solitarie
in paranoici percorsi
a senso unico assoluto
irreversibile
senza scorgere
sentieri di ritorno

il tempo scorreva lineare
occhi fissi solo in avanti
incatenati al vizio nefasto
nell’ ansia
ma poi comparvero contatti di sguardi
sfiorarsi di mani e di sensi
e quel guardare in comune
degli occhi
d'intesa
incerti prima
poi a cancellare il sospetto
e le nebbie del dubbio

e scorgere dapprima indistinto
quel ponte multicolore
nello schiarirsi la voce

insieme a inventare quel ritorno
costruito insieme
mano nella mano

la porta finalmente aperta

cammina con me
dunque
verso la meta probabile
giocheremo di nuovo a saltare la campana
i giorni della settimana
la rayuela e a far girare la corda
lanciando al muro la palla
e riafferrarla
dopo avere battuto le mani insieme di dietro
con risa bambine di un tempo
ritorna con me
la porta del passato rimasta aperta
e si spalanca quell'altra davanti

dài
sì certo
è stata lunga la strada
ma stiamo arrivando
e giocheremo insieme
finalmente
ancora e sempre bambini

ma tanto





IO SONO UN NON TE

Io sono un non te
Separato escluso selezionato
Coi miei tattoo rituali
I marchi distintivi
Che tu non hai
Che sei un non me
Vicini contigui prossimi
Sfiorantisi quasi 
Penetrantisi nelle
Estraneità rispettive
Con colpa vergogna rancore
Tranne forse quelle volte
Quei sempre diffusi prolungati
Che ci è dato uscire 
Dalla nostra sepoltura a vita
Nel delirio oniricherotico
Dismettendo un poco
O un tanto
La glassa bozzolo avatar
Con protesta urlata di evasione
E forse
Ma non è certo
Ancora
Delirare il tuo incontro contagio
Ma questo pare
Sia un altro discorso
Sai
Lo chiamano amore
Fonti accreditate
Consulta
Ti prego 
Bibliografia ragionata
Follemente

Ma ragionata




martedì 18 ottobre 2016

L'AMORE DELLE TRE MELAGRANE-15

L'AMORE DELLE TRE MELAGRANE-15
Nanni- posso darti il buongiorno, mia alba luminosa?
Artemisia- Ciaooooo… Mi è arrivato insieme allo squillo della sveglia il tuo messaggio con la foto rosata che tinge le nuvole sparse sullo sfondo! Che bello uscire dalla penombra del sonno, e incontrare ancora sempre te, mio sole!
Nanni- Sai, sono molto mattiniero sempre… E poi sto qui a calcolare i minuti, i secondi, gli attimi, e preparo qualche immagine verbale e fotografica…
Hai riposato bene mia dolcezza? E allora prenditi subito un bacio morbido sugli zigomi e poi lo facciamo scivolare sulle labbra.
Dopo ti lascio andare ai tuoi impegni. Ma ti anticipo subito che ho buttato giù dei brani delle cose che ti raccontavo altre volte… Ti arriveranno , le leggerai con calma dopo… Sono i soliti viaggi a ritroso nel tempo, nel mio tempo lontano e vicino, il mio solito peregrinare avanti e indietro… Buona giornata allora e che lo sappia anche lei, la giornata, che tu sei il gioiello che la impreziosisce…
A FUMARE
Avevano cominciato prestissimo, sul ballatoio della vecchia casa che si affacciava su quel mare di pampini carichi di grappoli d'uva americana. Che ti si scioglieva in bocca e lasciava le labbra allappate, che dovevi continuare a leccarti le labbra per togliere quel piacevole e insieme fastidioso prurito.
Alcuni tralci d'uva clinto si intrecciavano con gli altri, in un viluppo che sotto faceva addirittura ombra. Accanto al terrazzino si buttavano in alto i due fusti contorti del fico.
Bisognava scavalcare la ringhiera arrugginita, e poi la scaletta era pericolante, e bisognava lasciarsi calare giù a forza di braccia. Un metro e mezzo, neanche due. Ed era una bella ginnastica. Si gonfiavano i bicipiti e ci sentivamo Johan Weismuller, il Tarzan che sgridava le bestie feroci in bianco e nero nella nostra giungla infantile.
E scendere nel nostro paradiso verde proibito e segreto, era un'impresa magica. Nell'odore intenso delle foglie di fico che graffiavano dolcemente la pelle. A riempirci la bocca di acini succosi nei grappoli risparmiati dalla filossera. Il succo dolce aromatico ci colava dalle labbra e alla fine avevamo delle maschere violacee intorno alla bocca.
Ma il ballatoio ci serviva anche per i nostri giochi.
Ci era rimasta una automobilina rossa di legno compensato, col muso piatto come le auto vere degli anni 30 e 40. Era stata del nostro fratellino maggiore scomparso prima che arrivassimo noi . Ci si stava solo uno alla volta dentro seduti. I pedali, ormai arrugginiti e mai sistemati da nessuno, dopo la morte del babbo, non ne volevano sapere di mettersi a funzionare. E allora si andava avanti con i piedi appoggiati sul fondo di serizzo. E spingevamo con i nostri sandaletti facendo con la bocca il verso del motore.
A turno, ogni tanto, uno di noi fratelli spingeva l'altro.
Ma quello era il meno. Molto spesso giocavamo a fare gli americani.
Non era difficile inventare quella lingua magica. Incomprensibile tra noi, ma solo intuitiva. Qualche volta nascevano in quell'idioma inventato battibecchi ad alta voce, e quando uno di noi nel tono dell'altro rilevava o credeva di riconoscere un tono di offesa o di scherno, volavano botte.
Non avevo ancora cinque anni. Lui due più di me. Una volta ricordo che mi ero talmente offeso che gli ho dato una pacca con la mano sul capo. Lui stava ridendo con la bocca spalancata e la lingua fuori. Dovettero portarlo al pronto soccorso e fargli dare dei punti mentre lui strillava come un disperato.
Quando eravamo già un po' più grandi, in uno dei ritorni luminosi alla nostra casa adorata dall'Istituto, avevamo deciso che gli americani non si limitano a parlare americano ma fumano continuamente sigarette.
Le vendevano anche sfuse. In piccolissimi sacchettini bustine poco più grandi di quelle attuali dello zucchero. Quelle in cui ci mettevano dentro i francobolli e le marche da bollo. E le vendevano in tabaccheria anche a noi bambini. "due africa", oppure "tre aurora"…
E poi ce le fumavamo sul ballatoio. Più che altro le accendevavamo usando gli zolfanelli di allora da cucina, che all'inizio bruciavano lo zolfo con la loro fiammelina microscopica azzurra, dall'odore acre e pungente. Ci avevano spiegato forse che il fumo andava tirato in bocca e respirato. Qualche volta ci era venuto da vomitare.
Ma per fare gli americani, qualche sacrificio bisognava pur correrlo.
Ricordo le sigarette aurora con un vago odore di erba e di fieno. Leggermente aromatico. Le africa invece erano davvero bestiali. Amare, forti, acri e pungenti… Residuo del nome coloniale rimasto dal fascismo appena abbattuto.
Tante volte mi è tornato il gusto di potere giocare di nuovo a fare gli americani, con la nostra sigaretta tra le labbra, parlando come loro, e spingendo a fatica la macchinina rossa.
Di rivivere ciò che allora per noi era reale nel gioco, che vedevamo e sentivamo ed esisteva davvero, al di la del muro sbrecciato, dei tralci e dei pampini con i loro viticci, e della ringhiera ruggine nera traballante.
Riesco soltanto ad evocare l'atmosfera, la dimensione magica, l'emozione, il perdersi diventando degli altri.
Ma poi, presto, sarebbe venuta nonna Emma a chiamarci, che era pronta la minestra di riso e prezzemolo e aglio. Ci lasciavamo lavare il muso imbrattato di mosto. Le mani. E qualche volta aiutavamo a preparare la tavola.
Ricordo con un po' di malinconia di uno scherzo che una volta avevamo voluto fare alla nonna. Lei era alta, fiera, dolcissima ma molto ferma, rassicurante ma senza sdolcinature che invece aveva con noi nostra madre. Teneva i capelli bianchi lunghissimi raccolti in una treccia che le girava intorno al capo e le faceva come una corona con le forcine di bachelite marrone.
Al posto dove si sarebbe seduta la nonna mettemmo un grosso cucchiaio una grossa forchetta e un grosso coltello di portata. Al posto delle posate normali.
Quando anche lei venne con la zuppiera di minestra profumata, si mise al suo posto, fece un mezzo sorriso e senza commentare cambiò le posate sostituendole con quelle normali.
Negli anni successivi, era diventata quasi cieca. Passava il suo tempo a letto a pregare continuamente con le persiane chiuse o accostate. Nonostante i problemi di vista continuava anche a cucire, rammendando tutto, riparando, e creando dei piccoli patchwork con gli avanzi di stoffa, per qualsiasi scopo di casa.
Una volta, per consolarla della sua solitudine di preghiere , rosario e cucito, avevo deciso di fare per lei il teatro.
Era sdraiata nella penombra della camera ch'era stata matrimoniale dei miei genitori, da un lato. Inventavo delle storie, facevo tutte le parti dei personaggi, ed ero riuscito molte volte a strapparle dei sorrisi convinti e delle risate nei suoi denti bianchi d'avorio antico.
Alla fine aveva detto, con la sua parlata milanese: "te set propi un satira… Giancarlo… te devet fa’ l’atur quan te set grand.." (= Sei proprio un comico, Giancarlo, da grande dovrai fare l'attore) Perché lei mi chiamava Giancarlo, dai miei nomi ricevuti al battesimo: Giovanni Carlo Vincenzo Cesare…
Per fortuna che il babbo prima di andarsene per sempre mi aveva appioppato quel diminutivo che mi porto ancora addosso: "Nanni"… E che fa parte della mia anima, della mia personalità, della mia essenza.
Mio fratello era diventato Cecco, da Francesco.
E allora, in quel tempo Nanni e Cecco, facevano molto bene gli americani, parlando straniero e fumando sul loro ballatoio pieno di verde e di vespe ronzanti che andavano a succhiare le gocce dai chicchi d'uva. Inebriati da quell'odore d'infanzia e dal profumo intenso di foglie di fico che prendeva piacevolmente alla gola.
Mentre lui raccontava, seduto sul divano rosso di pelle, lei stava sdraiata con le ginocchia alzate e poggiava il capo in grembo a lui. E lo guardava di sotto in su con lo sguardo rovesciato. Ogni tanto gli sfiorava la mano, il braccio o gli passava le dita morbide sulla guancia e sulla barba.
Le aveva lasciato gustare qualche istante un minuto di silenzio di cui lei era ghiotta.
Poi era stato lo sguardo intenso e azzurro di lei a frugare i suoi occhi, amorosamente, con una richiesta tacita, appassionata.
Lui aveva chinato il capo e aveva baciato quelle labbra rovesciate al contrario, provandone un'ebbrezza nuova, inusitata.
"È stato come baciare la parte bambina e adolescente della tua anima, incontrando le tue labbra di allora, è stato emozionante…"
Lei non aveva parlato, ma gli aveva detto tante cose con gli occhi, poi l'aveva dolcemente di nuovo tirato verso di sé e si erano lasciati andare a curiosare le reciproche bocche, salive, tepore....
"Nannino, penso che ora dovremo andare un po' di là, in camera, vero? Tu dovrai dirmi qualcosa… E anch'io devo dirtene tante…"
C’era, nella stanza, una tristezza accovacciata,
che si guardava intorno languida e attònita. Stupiva
delle tracce scure dei vuoti dei quadri alle pareti,
delle suppellettili rimosse, del clima di trasloco
imminente, dell’aria precaria che tutto assume, ora..
L’androne stipato di oggetti in mostra per i rigattieri;
avevamo stipato i miei ricordi, impacchettandoli nella carta
di giornale, adagiandoli in scatoloni da richiudere
col nastro adesivo color avana. Per la partenza
imminente; una calma vuota si distendeva piena
di attese; il filo di lana si dipanava lento verso destini nuovi.
"Duecento anni fa, ricordi? lambimmo questo cortile
con sguardi che ancora ci seguono, nei sogni ricorrenti.
Dal ballatoio guardiamo ancora in giù, su quel mare
verde delle foglie del clinto e della vite americana,
sospesi nel vuoto, ogni volta, ancora, come allora,
per sempre il bambino che siamo stati.
Scendevamo per la scaletta di ferro sul terrazzino
tra i rami del fico, turbati dalle sue foglie odorose.
Sulla terrazza grande giocavamo col fango e
zia Luisa ci lasciava fare la cacca nella vasca ovale,
per concimare la terra. In casa ci regalava l’aranciata
fatta con piccoli ovoidi di gomma forati, nell’acqua.
Salimmo le scale di cemento e la casa era immensa
e splendente, con la specchiera d’oro zecchino
e fummo principi eredi al trono di Spagna.
Dalle scale scese, nel pigiama a strisce, portato a braccia,
il babbo, col sorriso triste di chi ha letto il proprio destino.
Se non ci rivedremo ci vedremo in paradiso, diceva, e non
voleva dir niente, allora, per il bambino stupito che
non capiva che gioco si stava giocando.
Come il gioco delle romanze melense di Tosti
cantate dalla mamma al piano, sotto l’immensa
specchiera dorata, con parole ovattate e garrule
bevendo il te; il bambino s’addormentava
sullo scomodo divano, nel salottino dalla tappezzeria
damascata. Secondo impero, non le posso dare di più,
dicono i mercanti che stanno per comprare il passato
a prezzo di svendita; è difficile piazzarli questi oggetti.
Le marine e il quadro di fiori finiranno in case estranee,
insieme alla principessa di Spagna; noi fuggiremo
in mansarde luminose, portando nella memoria
tutte le fotografie del passato; impacchettate
col nastro avana. Vedremo dall’alto il cielo basso di Novara
con la sua cupola che cerca di stagliarsi in alto,
alzandosi sulle punte dei piedi. Nel duemilacentodiciassette
sposeremo di nuovo Artemisia la donna luminosa
che ci ha regalato l’allegria
e per i prossimi mille anni ci racconteremo le stesse
vecchie storie, abbellite, ogni volta, di nuove sfumature.
Ma allora c'era, nella stanza, una tristezza accorata, che languiva
lamentando l’assenza della sua vera regina, Artemisia.
Vieni dunque, dolcezza estrema dei miei giorni nuovi,
ti avviluppo coi nodosi rami di fico e di clinto, rugosi
e scuri, ti porto per sempre con me, in questa notte
di attesa e di speranza; addorméntati qui,
mentre svendiamo il passato regalandoci promesse
indissolubili e carnali reciproci sigilli rossi
di ceralacca e d’amore.
Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq
[no, purtroppo le immagini sono prese dal web, quelle autentiche e vere non riesco a cavarle fuori dal microchip che ho qui infilato tra i neuroni della memoria, me ne scuso]

lunedì 17 ottobre 2016

ottocento gocce

4 minuti fa
Giovanni Omodeo Zorini ha aggiunto 7 nuove foto.
15 minuti fa
ottocento gocce in tutto
da assumere al bisogno
a piccole dosi si intende
insomma due flaconcini o poco più
una cosa da niente a pensarci
prodotto galenico vitale essenza di tempo
stilla piano il lambicco
estratto di rosa canina
intruglio e infuso di fragole e arsenico
mirtillo e lampone
cicuta mielosa
sorrisi extrasistole col cuore in gola
la luna sazia di tramontare
dietro a velari di cirrostrati
aveva contato col suo contagocce
ottocento perle iridescenti
lacrime resinose dell'albero della vita
lontani suffumigi d'agosto
decantavano essenze aromatiche
posticce ragnatele di polvere
e poi settembre con uve mostose
di rubino acceso e di funghi
e poi ottobre novembre
e tutti gli altri
insomma
ventisei pozioni lunari
scendevano giù come capelli
di salice piangente
verso un oggi perplesso
attonito e assorto
pozione composita
oli essenziali rari
pulviscolo minuscolo
nell'oceano siderale
minuto e prezioso
di spazio tempo galattico
regalato
in omaggio
offerta unica
irripetibile
forse

mercoledì 12 ottobre 2016

MEDITERRANEO

MEDITERRANEO
finito, il viaggio, fratello? non credo.
l''aveva già detto lo zio materno
nel benedirmi il capo
con mani rugose di legno.
lungo, sì, è stato lungo
fin troppo lungo fratello
la pelle graffiata da sole e sabbia
dopo il bagno ghiacciato della notte nera
quel mattino ricordo il corpo bruno
di donna aperta e spalancata
era un armadio devastato dai ladri
rattrappita la mano stringeva ancora
il cellulare aperto senza scheda lui pure
quanto lungo fratello non so
ma non potrà certo finire così
l'aveva detto lo sguardo buio
bagnato dello zio fisso e immobile
non duole nemmeno più la mandibola
e gli altri lividi induriti
mentre insieme vaghiamo alla deriva
nel blu freddo che fa tremare dentro
con altri frammenti di brache e magliette
ancora abitate da tibie e stinchi
finalmente liberi da fame e sete
ma il viaggio continua certo
non può arrestarsi mai
anche il sogno nutrito da tempo
sì consuma e spegne un po' alla volta
il mattino stenta a sorgere
per questo viaggio infinito senza alba
mancano anche le parole per dirlo
Nanni OMODEO ZORINI Qfwfq
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domenica 2 ottobre 2016

L'AMORE DELLE TRE MELAGRANE. 14

"L'amore delle tre melagrane. 14°"
sì proprio qui
su questa landa grigia
giuro che sei apparsa
immagine nitida
con bagliori di fiamma
non dubito a credere
nella catasta infuocata
il fiato accanito
rallenta
e ne tremi ancora tutta
aggrappata al mio braccio
e il tuo sguardo in stand by
cancella ogni bruma
sicuro e definitivo
Nanni: Ti suggerisco di Fare quel che faccio io
Artemisia: cioè
Nanni: Amarti più che posso farmi amare più che puoi tu
Guardare soltanto Il sole autunnale
Artemisia: mi stupisco sempre di quello che c'è fra noi
Nanni: Ma ti va bene quello che c'è tra noi e che ti stupisce?
Artemisia: è tutto tanto/ troppo
Nanni: A me va bene
Artemisia: è bellissimo
Nanni: Voglio il tuo amore tanto è troppo voglio darti il mio amore tanto troppo troppissimo
Anche tu nel sesso sei un ingorda come me
Anche tu nell'amore sei esagerata splendida astronomica
Anche tu sai che sei la donna della mia vita e sai anche che io sono l'uomo che hai sempre aspettato che è arrivato che tutto per te
Artemisia: perche ho incontrato TE… NANNI
Nanni: Averti incontrata è la sorpresa nell'uovo di Pasqua della mia vita come ti ho scritto tante volte
E mi tengo la mia sorpresa stretta al petto al cuore, alla carne, all'anima
Artemisia: voglio sapere se in passato hai provato delle emozioni cosi forti
Nanni: Bella domanda nella fase iniziale dell'innamoramento qualcosa di simile c'era ma subito veniva la bocca amara di cicuta di delusione
Ora la fase iniziale dell'innamoramento ha lasciato il posto a un amore pieno maturo convinto solido definitivo è una cosa così non l'avevo mai mai mai mai provata
Nanni: Tu hai provato qualcosa di simile a queste emozioni che provi con me ?
sto tagliando i cespugli immensi di menta su nel giardinetto pensile in mansarda mi è rimasto in mente delizioso il profumo, me lo sento nelle mani me lo sento nell'anima te lo regalo
Artemisia- grazie amore
Nanni: Ora immagino dovrai anche spolverare gli armadi come ti dico sempre ritirare le camicie del deficiente lo cretinetti cucinare rigovernare e farti bella per regalare la tua presenza ad altre persone te lo concedo anche se ho un po' paura degli sguardi degli altri possono consumare La tua bellezza muliebre e voglio tutta per me
Artemisia -sono una donnetta di mezza età…non mi guarda nessuno
Nanni: Ti dispiace che non ti guardi nessuno ma non dire puttanate lo sai che ti guardano e non lasciarti consumare comunque da quegli sguardi
Nanni: Ma la giornata di ieri mi confermi che c'è stata?
Artemisia- ieri e l’altro ieri sono stati fantastici
Nanni - Allora non le ho sognate solo io gli hai sognate vissuti anche tu
Artemisia: a me non sembra vero
Nanni: Ti prego, facciamo di tutto che siano vere
Artemisia: quando una cosa, è cosi bella non sembra vera...ma lo è
Nanni: Come sempre mi lasci parlare parlare parlare e poi arrivi tu con una battuta geniale brava ti bacio la bocca e ti stringo forte
Nanni: Guardiamo un po' dentro le mutandine cosa c'è alla mia bambina Rosaria
Nanni: Oh ma c'è una bella patatina la mia patatina. Allora la bacio e la lecco un po' anche se un po' infiammata
Nanni: Beh comunque non posso neanche dirtelo se non sottovoce ti voglio mi manchi ho desiderio di te
Artemisia: per te come sono stati questi due giorni
Nanni: Fantastici meravigliosi una promessa è una speranza assoluta definitiva di fede nella vita nell'amore e noi due
Artemisia: amore
Nanni: E poi vedrai le prossime volte come saranno!
Nanni: Ora continua pure a stirare e ogni pieghina un bacino d'amor diceva una canzone degli Alpini di una volta
Artemisia: ieri eri sereno simpatico dolce attraente
Nanni: Ti vado bene così? Mi vuoi ancora così? Io ti voglio sempre eri al meglio ed ero entusiasta sono entusiasta ti amo con entusiasmo e lussuria sfrenata
Artemisia: cazzo altro che se mi va bene
Nanni: Forse mi sa tanto che la Serenità sei tu che me la dai
Artemisia: e tu la dai a me
Nanni: Preparaene per favore un bel sacchettino di serenità.Le roselline le hai messe in camera tua?
Artemisia: si: sono tenere
Nanni: Allora sono state loro con il loro profumo delicato a farti dormire bene
Artemisia: e poi me le ha date il mio amore
Nanni :Ho appena pubblicato un intervento sulla serata di ieri sera con Zagrebelsky sul social
Stai sempre tranquilla conta su me conta su te conta sulla vita conta sulla speranza conta sull'amore
Artemisia: l’ho letto nanni;scrivi benissimo
Nanni: E tu sei stupenda per come mi ami per come ti fai amare e ti voglio un bene dell'anima
Nanni: Ma confesso che amo anche la tua carne bianca delicata deliziosa!
Artemisia: nanni cosa ne dici se ci vediamo giovedi e vengo da te?
Nanni: Penso che l'idea è molto bella mi delizia mi riempie di entusiasmo e di voglia di saltarti addosso
Artemisia: cosi festeggiamo
Nanni: Faremo festa grande gioia
Artemisia: amore mio
Nanni: Guarderò il tuo sguardo sentirò la tua pelle morbida e vellutata e ti entrerò nella carne nell'anima nella mente
Nanni: Sono sempre più contento di essermi innamorato di te che mi ami per come sei per come ti vivo per come ti voglio per come sei mia
Artemisia: ho visto che organizzano numerose attivita, e mi sono iscritta a un corso di teatro alla scuola di teatro locale; sono circa otto incontri al sabato dalle tre alle sei di pomeriggio
e dopo il teatro posso venire da te e facciamo la serata insieme
Nanni: sono bravi?
Nanni: e così la sera del sabato verrà ai a farti fare le coccole dopo il teatro dal tuo innamorato Nanni
Nanni: una volta le si chiamava psicoterapia teatrale o qualcosa del genere
Artemisia: psicodramma
Nanni: qualcosa del genere molti decenni fa noi insegnanti d'avanguardia lo facevamo con i nostri alunni per farli drammatizzare le loro paure, i loro sogni, le loro mostre interiori
Artemisia: si esatto
Nanni: i loro mostri interiori.usando il linguaggio mimico gestuale teatrale per raccontare quello che a parole è molto difficile dire da bambini ma anche da adulti traumatizzati da un'esperienza così. Una volta iniziative del genere nelle scuole o per vari altri tipi di soggetti le teneva il mio amico Franco acqua viva del teatro delle selve, poi quando sono cominciati a mancare i finanziamenti da parte di comuni e province vergognandosi lui e i suoi amici hanno chiesto un po' vergognosi di dare un contributo economico a chi veniva i loro spettacoli: è una forma di rivisitazione, di rielaborazione, per superarla, cominciando a conoscerla analizzare la raccontarla
anche mia figlia frequentava a Torino corsi teatrali…
Sei entusiasta di questo?
Artemisia: sono curiosa
Nanni: tutte le esperienze culturali e soprattutto quelle che coinvolgono non solo la mente ma anche il corpo come quelle di teatro credo siano senz'altro molto formative
soprattutto se chi conduce l'esperienza di animazione teatrale è davvero capace e competente
anche quando si faceva teatro di animazione o attività sulle immagini tipo riprese filmiche o montaggio di fotografie nella scuola con i bambini, lo scopo non era quello di realizzare un prodotto finito di eccellenza ma di fare vivere un'esperienza, e contemporaneamente nella scuola di far conoscere lo strumento e il linguaggio teatrale e delle immagini . ricordo che quando alcune maestre di vecchia maniera facevano dei lavori teatrali con i bambini, purtroppo curavano soltanto il risultato finale è la messa in scena… Quelli più seri invece spesso non avevano quasi mai neanche la rappresentazione finale rivolta a un pubblico, ma si limitavano a condurre l'esperienza che si esauriva lì in quel momento
Artemisia: secondo te mi fara bene?
Nanni: o in sé e per sé l'esperienza credo faccia bene… Dipende dal clima e dalla atmosfera che chi conduce l'animazione riesce a creare, e dalla sua capacità di stimolare e aiutare a esprimere i propri vissuti
Nanni: in quei tempi in cui ti avevo conosciuta, con varie amicizie, reduce da tantissimi i miei corsi teatrali e di animazione, per un po' di tempo avevo messo insieme un gruppo autogestito di ricerca teatrale, anche se poi di fatto lo "autogestivo" io, perché tutti chiedevano a me di decidere di fare e di animare loro
Artemisia: non lo sapevo nanni, che bello
Nanni: quando conducevo il gruppo , ricordo che me l'ero presa talmente sul serio soprattutto anche per il ruolo e la piacevolezza dell'esperienza che conducevo, che tenevo anche un diario delle esperienza… Non so se lo ritroverò ancora
Artemisia: sei straordinario nanni
Nanni: in quel caso, con quel gruppo, lo scopo principale che ci eravamo dati era quello di mettere a punto il linguaggio gestuale vocale e teatrale,anche se poi nelle esercitazioni e nelle performance che facevamo spesso invitavo uno alla volta o a gruppi a vivere e a rivivere esperienze e vissuti intimi il loro
Artemisia: cazzo ho scoperto un pezzetto del tuo passato che non sapevo!!
Nanni: era il tempo in cui mi ero innamorato delle teorie del teatro totale di Eugenio barba e di Jerzey Grotowski...Che erano i guru di quel momento, alcuni libri loro li ho ritrovati di recente su in mansarda nella mia libreria… ricordo che un libro di quelli era intitolato "quarta parete", nella scena teatrale ci sono tre pareti e la quarta e la parete vuota che si spalanca quando si alza il sipario e da quella rivolta al pubblico: ed è quella
Artemisia: bellissima immagine
Nanni: altri testi che usavo anche per scopo didattico erano "la scuola del cinema capovolto", animazione a scuola, "io ero l'albero e tu il cavallo…" Che sta ad indicare nel suo titolo questo ultimo libro una ipotesi di animazione fatta con i ragazzi a scuola impersonando vari soggetti naturali animali piante ambiente. e il cinema capovolto iindicava una procedura attraverso la quale conoscere il linguaggio cinematografico e delle immagini costruendo un prodotto analogo con i ragazzi, per poi arrivare a decodificare sequenze di film che io registravo e che guardavamo insieme a spezzoni a sequenze...sono contento che tu sia molto serena e abbia riacquistato la tua performance di persona calma pacata equilibrata serena entusiasta felice
Nanni: ieri sera ho rivisto quella quell’amca che ho rincontrato virtualmente nel social, contentissima di avermi rivisto e di rivangare tempi passati con le macerie
Ho rivisto vecchi compagni del gruppo politico del manifesto e della Cgil di Omegna e Verbania che mi hanno abbracciato affettuosamente e tanta altra gente che non vedevo da tempo è venuto a salutarmi ad abbracciarmi a parlarmi
Artemisia: oggi mi venivano in mente dei ricordi di me bambina; ricordi dei giochi con i miei fratelli e le amiche nei cortili della scuola elementare
Nanni: ti sono venuto in mente le immagini, le situazioni e momenti… Anche qualche particolare?
Artemisia: tante immagini; e mi ricordo anche cosa provavo ; quando andavo all oratorio mi obbligavano a pregare e a confessarmi ma io non volevo
Nanni: nei miei ricordi d'infanzia le immagini che ricordiamo sono sempre di quello che vedevamo mai di come eravamo visti dagli altri ; che cosa provavi? bellissima la situazione che descrivi del doverti confessare e di non averne voglia
Artemisia: una catechista una volta mi ha quasi trascinato dentro la chiesa
Nanni: eri ribelle e birichina e allora ti faccio i miei complimenti! Brava!
Artemisia: mi sentivo obbligata e non mi piaceva ; poi mi ricordo quando andavo a tagliarmi i capelli da due sorelle parrucchiere
Nanni: meno male che usavano la forza invece di ricatti affettivi sensi di colpa manipolazione mentali come hanno fatto altre volte come hanno fatto a me… Almeno tu ti potevi ribellare
Artemisia: alle medie mi sono innamorata per la prima volta; era un ragazzo alto e magro
Nanni: batticuore? Sogni e fantasie prima di addormentarsi?: vi parlavate anche?
Artemisia: ci scrivevamo bigliettini che ci mettevamo nelle tasche dei cappotti; sentivo le farfalle nello stomaco
Nanni: e qualche volta vi siete anche incontrati, da soli? Oppure vi guardavate di sfuggita un po' vergognosi…?
Artemisia: si ci parlavamo;
da soli mai
Nanni: Bellissima l'espressione del sentire le farfalle nello stomaco; era bellissimo e terribile incontrare lo sguardo della persona amata vergognandosi vero
Artemisia: mi ricordo che ero un po spaventata da queste sensazioni nuove
Nanni: ci facevi su delle fantasie? Sognavi ad occhi aperti? Quando andavi a dormire magari?
Artemisia: lo pensavo quando ero a casa
Nanni: Stupendo
Artemisia: non lo avevo detto a nessuno
Nanni: pensa che gioia preziosa potrebbe essere magari frugando nei vecchi libri o nei vecchi quaderni di allora di trovare qualcuno di quei bigliettini tuo o suo, neanche dopo? Lo stai dicendo solo a me per la prima volta? Regali a me questo tesoro prezioso e segreto?
Artemisia: sarebbe bello ritrovarli…! si è la prima volta che lo dico
Nanni: Ti sono grato
Artemisia: Sai, amore, che non sono mai riuscita a spiegarmi bene perché quella volta che ero venuta a trovarti nella tua casa da scapolo, ero scappata come una stupida. Magari avevo dentro di me qualche timore o qualche paura… Ti conoscevo un po' ed ero affascinata da te, ma forse non mi sentivo totalmente sicura… Ah, potessi tornare indietro…! Perché non provi tu a inventare qualcosa che potesse essermi successo nel passato che determinava quella paura e quel timore?
Dài, ti prego, butta giù qualcosa che sei molto bravo…
Nanni: cercherò di fare del mio meglio… Poi mi dirai se ti va bene…
“ La ragazza teneva nascosto dentro in un cassetto della sua mente e della sua memoria un episodio un po scabroso . Avrà avuto quattordici quindici anni ed era andata sull’allea a camminare. Era uscita come altre volte di nascosto dai suoi, dicendo che andava a trovare delle amiche. Altrimenti glielo avrebbero impedito. Si sentiva completamente libera, creativa, autonoma e padrona del suo tempo.
Mentre gironzolava guardandosi in giro le si era avvicinato un uomo con un cane tra i trenta e i quarant’ anni.si erano messi a parlare. Lei lo trovava simpatico. Era una sua conquista di libertà.
Alla fine nel salutarla lui l'aveva invitato il giorno dopo a casa sua.
Lei era entusiasta e il giorno dopo c'era davvero andata.
Abitava in centro.
Appena era entrata in casa lui si era mostrato affettuoso gentile forse un po' troppo. Aveva cominciato a baciarla e infine le aveva tolto i pantaloni, stendendola sul letto.
Lei non si rendeva conto di quello che stesse succedendo ne era insieme intrigata, incuriosita, intimorite spaventata.
Lui aveva poi cercato di avere un rapporto completo.
Il cuore le batteva all'impazzata. Aveva gli occhi sbarrati e cercava di non far vedere il proprio terrore. Intuiva quello che stesse per succedere, ma non se l'era immaginato non se l'era prefigurato…
A quel punto lei aveva decisamente manifestato spavento paura con parole e gesti… Si era divincolata dagli amplessi… Lui fortunatamente si era fermato.
L'aveva lasciata andare ma nei giorni successivi era sempre fuori dalla scuola ad aspettarla. Lo seguiva e l'aveva fatto per un bel po' di tempo .
Fino a quando non l'aveva più visto.
Andando a scuola si guardava sempre in giro e indietro con aria circospetta e piene di timore.
Le tornava continuamente in mente quella stanza. Era buia. Con uno specchio molto grande vicino al letto… Lei si era lasciata fare perché era impietrita. Si rendeva conto ora che quello avrebbe potuto anche violentarla. Ricordava che lui teneva in mano il proprio pene eretto che sfregava contro il suo pube.
Nanni aveva interrotto il racconto. Ad entrambi aveva provocato un profondo turbamento, morboso, insieme misto di tenerezza di lui e di desiderio di protezione per quella bambina, che assomigliava alla sua donna attuale. Che stava per essere nel racconto fantastico manipolata come un oggetto. Che si era sentita come una stupida.”
Artemisia ora gli aveva afferrato la mano. E lo guardava fissa negli occhi.
Artemisia: molto vivo quello che hai raccontato, è come se fosse stato dentro nelle mie fantasie e nelle mie paure. Forse qualcosa del genere avevo fantasticato quando, dopo che mi avevi baciato mi ero frettolosamente avviata verso la porta , inforcando la bicicletta e scappando via. Non facendomi più vedere.
Tu, Nanni, che hai ora fatto vivere ed esistere un episodio del genere, prova a raccontarmi come ti saresti comportato tu in un caso del genere. Inventa, ti prego, un episodio simile, immagina e descrivi il tuo comportamento…
“In quel tempo Nanni viveva ancora da scapolo in famiglia. Spesso erano abituati a ordinare derrate alimentari ad un consorzio, che procurava cibi bevande ed altro.
Usavano fare una telefonata dettando l'elenco dei generi da portare.
I garzoni che venivano per la consegna erano quasi sempre ragazzette.
Da un po' di tempo una ragazza adolescente, dai capelli neri e dagli occhi scuri. Ogni volta che veniva e che era lui ad aprirle la porta e a riceverla, gli prodigava immensi sorrisi, cordiali, affettuosi, quasi confidenziali.
Soprattutto nelle ultime consegne, lei era stata abbastanza amichevole, suscitando in lui morbose fantasie. Effettuata la consegna e ricevuto il denaro, ogni volta si attardava un po' di più, regalando sorrisi, rispondendo ai suoi complimenti. L'ultima volta, in particolare, lui le aveva detto che trovava i suoi occhi bellissimi e luminosi. E le aveva accarezzato la guancia. Lei l'aveva lasciato fare, sostenendo il suo sguardo con un sorriso insieme ingenuo, sicuro, pudico, e padrone di sé.
Quel giorno in particolare era stato lui a fare l'ordine telefonico. Era a casa da solo. Le fantasie li frullavano in testa.
La ragazza gli aveva prodigato un sorriso ancora più immenso, più aperto, più radioso. Aveva depositato il cestello delle bevande e pacchetti dei cibi dove lui le aveva indicato. Aveva ricevuto il denaro e l'aveva messo in una boccettina che teneva al collo.
Ma ancor di più che le volte precedenti non accennava ad andarsene. Lui gliel'aveva apposta chiesto, e lei aveva risposto che aveva tutto il tempo che voleva. Che tanto in bicicletta era velocissima. E che mai le avevano fatto rimproveri per il troppo tempo che era stata via.
Era rimasto in piedi davanti a lui reggendo e sfidando il suo sguardo, con un sorriso garbato dolce.
Lui l'aveva di nuovo ringraziata per quello sguardo, elogiando i suoi occhi e il suo aspetto. E le aveva di nuovo carezzato la guancia, e anche i capelli. Anche questa volta lei lo aveva lasciato fare incoraggiandolo con gli occhi.
La mano di lui era scesa dietro i capelli soffermandosi sul collo.
L'aveva garbatamente avvicinata a sé.
Le aveva posto la mano sinistra sulla sua spalla, e lei ore gli stava vicinissima e lo guardava. A un cenno di lui, lei aveva alzato il volto quasi porgendo le labbra.
Si era lasciata baciare. Le labbra si erano sfiorate. Umide, senza invasione reciproca nell'interno della bocca. Lei continuava con i suoi occhi neri a rassicurarlo.
Lentamente lui con garbo, delicatezza, l'aveva accompagnata nella camera matrimoniale della casa.
Aveva lasciato scorrere le proprie mani sui suoi fianchi e sui suoi glutei.
Le aveva sollevato la gonnellina. E lei aveva lasciato fare.
Le dita si erano infilate nelle sue mutandine bianche. Lui gliel'aveva abbassate.
Poi l'aveva coricata prona, le mutandine erano scese alle caviglie. Lui era molto eccitato… Ma non si sentiva di abusare più di tanto di quel gioiellino. Si era limitato ad appoggiare il proprio membro rigido e turgido nell'insenatura dei suoi glutei morbidi e sodi.
Soffermandosi a gustare il gusto di quello sfregamento piacevolissimo.
Tutto si era concluso molto rapidamente. Nessuna violenza o penetrazione. Con una salviettina lui aveva provveduto a detergere quella pelle morbida del proprio seme abbondante.
Le aveva rialzato le mutandine. E insieme turbato e impacciato aveva borbottato di scusarlo… Che l'aveva trovata così bella e attraente che non aveva saputo resistere.
Lei non si era mostrata offesa. Solo molto turbata e confusa.
L'aveva accompagnata alla porta. Lei aveva afferrato i suoi cestelli e i suoi borsoni vuoti.
Invece dei soliti sguardi radiosi luminosi gli aveva solo lanciato uno sguardo veloce di sfuggita.
Le successive consegne erano state fatte da un'altra garzoncella.”
Artemisia e Nanni erano rimasti zitti per un po'. Lui la teneva nuda vicinissima a sé. Lei gli stava avvinghiata contro.
Nanni: abbiamo giocato a inventare situazioni ed episodi come questi o anche soltanto emozioni provate… Tu avevi cominciato a raccontare dell'amore per il ragazzino a scuola…
Se ti verranno in mente episodi lontani come quello dal quale eravamo partiti,ti sarò grato se come senz'altro farai me li regalerai tutte…: io ti voglio tutta
tanto
ora
ieri
oggi
domani
tra 12 anni
mentre lavori
mentre sei triste preoccupata in ansia
mentre sei serena e mi desideri
mentre sei eccitata, mentre ti masturbi
ti voglio totalmente e non è solo un modo di dire lo capisci bene, vero?
Artemisia: tu mi hai totalmente
Nanni: e tu me lo hai dimostrato che mi dai tutto quanto in questi due anni, nel vivere insieme il racconto di queste fantasie che magari teniamo nascoste e riposte quasi vergognandocene, rimosse
e poi mi chiedi che cosa trovo di straordinario in te! Questa tua autenticità spontaneità trasparenza totale, ti pare poco?
Il racconto che abbiamo creato e partito dalla rivisitazione che abbiamo fatto del tuo passato preadolescenziale. È abbastanza intuibile, fa parte della stessa gamma di memoria affettiva erotica fantastica; e quindi probabilmente, direbbe la mia giovane amica psicologa, sta nelle stesse connessioni sinaptiche neuronali
Artemisia: il lui del tuo racconto che mi hai appena fatto, si dimostra chiaramente una persona stupenda. Morboso, perverso.
Sia a me che a te ha provocato un turbamento, morboso, e insieme misto di tenerezza e di desiderio di protezione
Nanni: mentre narravamo ho pensato che forse una motivazione per la tua fuga dal mio alloggetto nell'81 era data anche da quell'impressione sgradevole seppure fantastica di quel tipo
Nella nostra lei del racconto riferito a fantasie su un tuo immaginario passato all'inizio era un turbamento piacevole, indefinito, che lei non sapeva e non capiva dove andasse a parare , e lo aveva lasciato fare nelle fasi manipolatoria dello spogliarti e dell'di stendersi sul letto
Poi probabilmente quando aveva visto il suo membro e lui aveva cominciato a sfregarsi contro il suo pube lei aveva intuito e cominciato ad avere timore paura timore terrore… soprattutto perché non .era preparata
Artemisia: esatto.. Se qualcosa del genere fosse accaduto davvero nella realtà alla tua Artemisia tu lo avresti voluta ancora anche se era stata stupida?
Nanni: prima rispondo alla tua domanda: ti voglio sempre di più, anche perché e soprattutto perché mi apri la tua anima come me l'hai sempre apert.a ed è un bocconcino delizioso il prelibato da gustare per me
Anche se è stata una pura costruzione fantastica narrativa, l'abbiamo rivissuta insieme , mi è piaciuto farlo perché mi permette di conoscerti sempre di più in profondità, perché osserviamo insieme le tue e le mie emozioni, perché abbiamo assistito a tutta la scena, perché ti voglio tutta come sei come sei stata
Artemisia: Grazie nanni
Nanni: La ragazza del racconto non era stupida; eri ingenua, sprovveduta, ignara
Quella che tu sei adesso ha dentro quei pezzetti vissuti o fantasiosi che mi piacciono mi turbano mi inteneriscono mi eccitano.
A me hanno provocato un'emozione immensa, un immenso turbamento, protettivo a ritroso nel passato per te, e pieno di coccole che ti sto facendo adesso che stai rielaborando quel passato e che me lo regali. Quando tu mi regali te stessa nuda per farti possedere totalmente, sei una persona completa, ed è la persona completa Artemisia che io amo apprezzo voglio desidero sempre di più
Artemisia: chiedi a alla tua giovane psicologa in quali connessioni sinaptiche sta l’amore per te
Nanni: MERAVIGLIOSO
Io e avevo a poco più di sei anni avevo sfiorato il pube glabro, perché era ancora impubere che avrà avuto 8 o 9 anni al massimo… di quella bambina che mi aveva sedotto… Lei rideva morbosamente eccitata che io col batticuore esploravo quel mondo sconosciuto spaventosamente bello
Artemisia: è molto bello che tra noi ci sia una intimità così profonda, senza remore, tabù, o cassetti segreti nascosti ….È divertente eccitante… pero tra me e te c’ è.molto di piu...c’ è AMORE
Nanni: tu mi ami?
Artemisia: si ti amo
Nanni: Scusa la domanda un po' banale o ripetitiva, ma è essenziale sempre ogni istante
Nanni: io amo tutta te, amo la mia Artemisia bambina con tutti i suoi turbamenti passati e presenti che mi hai regalato, amo la ragazza che poi si è sposata, il suo desiderio erotico, che mi ha cercato in FB che mi ha fatto impazzire con il suo amore
Nanni: amo là donna che si è lasciata andare un po' per volta a volermi bene, sempre di più, e alla fine ad amarmi immensamente, e alla fine a regalarmi tutto presente passato futuro anima corpo paure e desideri di sogni e fantasie
Artemisia: ora nelle tue sinapsi ci sono un po’ delle mie fantasie e dei miei ricordi d’infanzia…che bello
Nanni: ma sai che sei magnifica pxxxx dxx?
Se dici ancora qualche volta che non sei una donna straordinaria, guai!
Artemisia: io mi sento che tutto il mio cervello è pieno di te
Nanni: CXXXXX, CXXXX, CXXXXX
SEI FANTASTICA DELIZIOSA SUBLIME
Nanni: come avrei potuto io non innamorarmi follemente di una donna come te come sei tu con tutte queste tue sfaccettature questa tua ricchezza interiore
Ti prego fare un'indagine accurata di tutta la morbosità che hai dentro, mettile insieme in un sacchettino in un cesto, che regala tutta me in modo esclusivo ti prego ci tengo
Io ti regalo tutta la mia se lo vuoi
Artemisia: secondo me le nostre sinapsi si sono trovate bene insieme
Nanni: … e non solo le sinapsi, bambina, …
Artemisia: certo amore mio
Nanni: come lo sono stato qualche volta riflettendoci e pensando che forse avresti che potresti desiderare un uomo diverso da me, magari più giovane, più aitante, più porco non credo perché non esistono porcelli depravati morbosi come me
Tu mi vai molto bene, sono affascinato attratto ingolosiscono imbestialito inferocito appassionato di te, con tutto, e con quello che mi racconterai e mi farai vivere giorno per giorno sempre di più
Artemisia: non me ne frega un cazzo degli altri uomini
Nanni: e ti ringrazio di ridirmelo, di ripetermelo, di confermarmelo… Ho bisogno di conferme di certezze assolute di un amore assoluto totale definitivo
…e tu pure hai bisogno di conferme e di certezze da me, quando mi chiedi cosa ci trovo in te, perché è proprio tu mi sei piaciuta,, e perché non l'ho trovata un'altra, e cosa provavo per le altre, e se davvero con te e migliaia di volte più bello che con qualsiasi altra
Nanni: lo so che è tardi, anche se… Per l'amore non è mai troppo tardi…! GRAZIE GRAZIE GRAZIE AMORE MIO
Nanni: sei sempre di più la prediletta di tutta la mia storia della mia preistoria e del mio futuro
… ora vai a dormire domani se vai a lavorare penso di riuscire a darti la sveglia in contemporanea alla tua
Ed è forse sì davvero
come una religione
la dolorosa e gioiosa passione
per ogni istante che regali
all'occhio incerto e stupito
che devoto ti ammira
venera
brama
incensa
gusta
tremante
La tua preistoria profumata
e umida di sensi caldi
e sguardi
e gesti
e silenzi
e voci sfumate
e ricordi
e tremori
vibranti
emozioni
e turbamenti
di ragazza
Tutto raccogli e offri
al tuo eterno
adoratore orante
fedele
genuflesso
a bere alla tua sacra fonte
l'ambrosia celeste
che profondi
limpida
cristallina
alleluia profani
orgiastici
parossistici
ebbri
Nella preghiera
sconfinata
che
adorante
canto
nell'oratorio del tuo
radioso
esistere
con saudade
batticuore
Elevazione
ostensione
eucaristico
pasto
devoto
famelico
vorace
sempiterno
dal tempo dei tempi
e molto oltre
ancora
protesto
in avanti
all'infinito
Tabernacolo
costante
assiduo
totale
Nanni: Poesie d'amore di primo mattino per la mia stupenda Artemisia: (E fra poco te li farò vedere e sentire nell'anima e nella carne tutta bianca e vellutata)
Beh, brevemente: avevo cominciato a dirti come ti vedevo i primi mesi poi tu mi avevi chiesto "e poi?"...e mi sono perso a dire altre cose ...volevo dirti che sei un po' quello che ho raccontato nelle ultime due poesie asciutte e stringate "sei una cosa essenziale, la mia fede..." ho scommesso tutto su di te scommetti pure tutto su di me vinceremo, insieme noi VENCEREMOS!
Come la bestia porca che sono io sessualmente eroticamente
tu hai cominciato dicendomi che sono dolcissimo, anche le bestie porche come me sono molto dolce
Artemisia: mi piaci sempre di piu
Nanni: un'altra cosa molto bella che ho notato è che sempre di più passiamo dalle espressioni che usano tutti: ti voglio bene; ti amo… Nella loro formulazione generica e vaga, al dire le stesse cose piene di significato, con rimandi molto importanti: ti voglio bene = voglio fare il tuo bene, voglio che tu stia bene, voglio fare di tutto perché tu sia sereno serena contenta felice entusiasta
Artemisia: tu sai amare...
Nanni: stessa cosa vale con un significato ancora più ampio e allargato per: "ti amo"… Che partendo dall'ti voglio bene, si allarga a dire: "sei la persona più importante che ho mai conosciuto, ti dedico tutto il mio tempo la mia mente il mio corpo il mio piacere i miei pensieri il mio presente il mio passato…"
è un regalo meraviglioso: mi regali particolari e sfumature emozioni che tu hai vissuto pensato, fantasticato… La storia di una persona di fatto finisce per coincidere e influenzare totalmente la visione che sia di quella persona
io e te ciascuno per il proprio verso siamo il nostro passato
rivitalizzato reinventato nel presente e proiettato al futuro
tu sai farti amare,, e sai corrispondere in un modo meraviglioso al mio amarti al mio bisogno di amarti
Artemisia: Quando ero piu giovane parlavo poco di me agli altri…pensavo che a nessuno interessasse di me…ora con te è tutto diverso
Nanni: un'altra componente che vien fuori della tua struttura di personalità e quella del sottovalutarti da te stessa: tu non ti ritenevi bella, attraente, desiderabile, intelligente, speciale… Ed è proprio questo che è importante fare l'azione che stiamo facendo di rivalutazione e di reinvenzione
Io ti voglio non solo fare rinascere stando bene stando felice stando contenta, lo voglio fare una profonda azione educativa: ti devi riappropriare del te stessa che tutti tu compresa avevate sottovalutato sottostimato e in parte anche disprezzato
E lo dico per te ma lo dico anche per me: in questo processo ci sono dentro io e anch'io mi rivedo con occhi nuovi alla luce della mia esperienza meravigliosa che sto vivendo ineguagliabile con te
Artemisia: Quando mi guardi con il tuo sguardo innamorato mi fai sentire una regina
Nanni: in effetti in quel momento in cui ti guardo così (ma anche ora però non vedo il mio sguardo…!) Tu sei una regina… Lo sei per te stessa… Ma soprattutto lo so. Il lupo perde il pelo ma non il vizio… Non mi riferisco solamente alla mia erotomania… Mi riferisco alla mia impostazione di tutto un'esistenza a cercare di fare un lavoro educativo e politico di salvezza almeno per le persone che amo
Nanni: e quindi ovviamente soprattutto per te… la mia baronessina/regina Artemisia.
Artemisia: sono felice, amore mio
Nanni: potremo dire anche Artemisia prima o Artemisia seconda … Artemisia terza come si faceva per i monarchi… Ma io preferisco dire "ARTEMISIA UNICA"
l'unica
la sola
quella vera
quella autentica
quella che mi era stata riservata in dote e in dono da un destino un po' birbacchione stronzo e che fino alla fine temevo di non avere e alla fine mi è arrivata e mi fa gridare: EVVIVA EVVIVA EVVIVA E EUREKA EUREKA
NON SONO MAI STATO COSÌ BENE IN VITA MIA
Artemisia: sei e sarai per sempre la persona piu importante e significativa della mia vita
Nanni: parole meravigliose, pensiero meraviglioso, innamorata meravigliosa,, amante montata leccata e inculata da me meravigliosa più di ogni meraviglia possibile… guardati nello specchio dell'acqua lì ci vedi veramente quella che sei come ti vedo io e come tu sempre di più ti stai vedendo e riconoscendo Artemisia: Cosa posso volere di piu dalla vita
… c è un uomo meraviglioso che mi ama e che amo
Nanni: io direi proprio questo… E magari con gli sviluppi futuri che insieme riusciremo a mettere in cantiere appena saremo ancora un po' più bravi sicuri solidi e vedremo che ormai da molto tempo dopo intenso allenamento e cura reciproca i momenti di screzio tra noi sono assolutamente inesistenti o inconsistenti
capisci benissimo cosa mi riferisco a per scaramanzia non lo dico
so che anche te piacerebbe molto… Piacerà molto… Diamo tempo al tempo… I cachi hanno bisogno di tempo per maturare come le nespole
una volta nella casa dei miei parenti di Cilavegna dopo aver raccolto i cachi ancora acerbi ai primi freddi venivano tutti messi in alto sopra le credenze dove arrivava maggiormente il caldo… Ed era il frutto che maturava in casa diventando una marmellata dolcissima… Quelle che ti ho fatto mangiare oggi vengono senz'altro da altri paesi lontani ma non sono come i nostri
facciamo maturare bene la marmellata di cachi del nostro amore
Artemisia: anche mia mamma li metteva sopra la credenza
Nanni: tu spesso mi dici che le cose che scrivo sono bellissime… Poesie, interventi… Una certa capacità e un certo merito ce l'ho io per la mia passione che ho sempre avuto per una vita intera per la lingua le parole da cesellare e scolpire come un'opera d'arte
… ma un elemento positivo che fa sì che quello che io scrivo sia sempre più bello apprezzabile è l'amore che me lo vitalizza… Non è un elogio gratuito a te… E merito di questo amore e quindi è merito tuo se il mio linguaggio da dei prodotti sempre più belli
Artemisia: amore!!!!
Nanni: se non amassi te, probabilmente riuscirei a fare, a scrivere a buttar giù testi o poesie più che altro improntati e ispirati a malinconia osservazione gusto delle atmosfere e basta… L'emozione amorosa mi fa diventare quello che sono e come scrivo
per questo rendo sempre più scarnificati i miei testi poetici, sono una manciata concentrata e condensata di emozioni vive che non hanno bisogno di essere limate lisciate o leccate con sfumature
Artemisia: sei intenso
Nanni: prendimi così fai di me quello che vuoi mi piace… Io sempre faccio di te quello che voglio… Me lo chiedi… Me lo sento… Me la godo me lo gusto
… sei la mia musica… Oggi come sempre ma particolarmente oggi mi è piaciuta la musica che usciva dalla mia arpa che io manipolava con lingue dita… Melodie armoniose sinfonie celesti stupende
… c'è poco da fare: essere felici e molto meglio che non essere infelici malinconici insoddisfatti mortificati
E’ una frase che faceva un comico che si chiamava catalano in uno dei programmi di arbore…te lo ricordi?
Artemisia: si mi ricordo
[Nanni: Apparentemente piene di banalità, ma ha un valore universale immenso
Nanni: è come quando io dicevo: "La felicità è possibile… Soprattutto se è meritata ...e tu e noi lo meritiamo"
e ora lo dico te… Lo dico a me… Lo dico a due: "È POSSIBILE ESSERE FELICE NOI SIAMO FELICI CE LO SIAMO MERITATO CONTINUIAMO COSÌ"
Nanni: lo dico a noi due
Artemisia: felicissimi
Nanni: e non dirmi, e non pensare, come a volte fai: ma perché proprio io devo meritare il tuo amore immenso Nanni? La risposta te l'ho già date te lo rido': perché sei così come sei perché mi vai così come mi vai e mi piaci, perché mi sono appassionato intensamente e ho giocato il tutto per tutto con te perché so che voglio vincere e vincerò con te… e perché mi ami e per come mi ami amore mio e per come ti fai amare
Artemisia: mi hai conquistato
Nanni: mia regina ti bacio la mano ti bacio le gote ti bacio le labbra ti bacio gli inguini e ti bacio i i capezzoli
… e ti bacio l'anima
Nanni: gira e rigira spesso uso anche le stesse immagini... Aggiungendone di nuove… Perché a volte le parole sono insufficienti
nella tua immagine che mi hai mandato racconti che sono dentro di te e tu sei dentro di me e ci stiamo compenetrando
senza simbiosi ma con una forma di osmosi continua in cui io regalo a te e prendo da te e ci arricchiamo tutti e due
Artemisia: si lo stavo scrivendo
Nanni: c'è una bella frase che a volte compare anche sul social, più o meno dice così: se io ti regalo una pera e tu regali a me una mela alla fine sia io che te abbiamo un frutto diverso ma abbiamo ciascuno solamente un frutto; se io ti regalo amore pensieri informazioni cultura emozioni, e tu ne regali a me...alla fine sia io che te siamo molto più ricchi io ho tutte le tue cose e tue tutte le mie ne abbiamo molto di più ciascuno. Tu hai pezzetti del mio passato, i miei modi di sentire, mie malinconie e di allegria, io ho pezzi della tua adolescenza della tua infanzia, il tuo sentire, il tuo esistere, la tua storia… Alla fine io sono anche un po' te e tu sei anche un po' me restando ciascuno sempre perfettamente distinti come già avevi scritto benissimo tu ieri sera
quando ci raccontiamo reciprocamente mi dici e scrivi che sei contenta che quel pezzetto della tua vita adesso è dentro di me era mio ed è dentro le mie sinapsi…
Poi, lei, a quel punto, non aveva più resistito… E secondo la modalità pattuita tra loro, gli aveva occupato la bocca nei vari modi piacevoli e sensuali cui erano avvezzi e di cui erano golosi.
Ed era stata lei, a sussurrargli con gli occhi luminosi intensi di cielo: "Nannino, cosa ne dici se ora andiamo di là che ti voglio dire alcune cosette…" Accennando con lo sguardo e con il capo alla camera da letto.
I linguaggi si erano ora mutati e trasformati di tono e di registro. Il colloquio aveva ripreso con toni entusiasti eccitati euforici ma le parole sono difficilmente riferibili, perché quelle sono fatte di diversi tipi di sintagmi… Difficilmente traducibile in lettere, frasi, sonorità verbali… Assumendo invece musicalità straordinarie che il narratore preferisce qui non riferire. Lasciandole alla intuizione delle lettrici e dei lettori sagaci…