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domenica 31 gennaio 2021

AVANTI UN ALTRO

 AVANTI UN ALTRO

"Nome
cognome
codice fiscale
mappa DNA
gruppo sanguigno…
Non ci faccia perdere tempo, per favore…
Sì… Abbiamo ricevuto la sua istanza: protocollo: xY64Ciccina, …
Anzi, a dir la verità ne abbiamo ricevute tonnellate da lei…
Vuole spiegarci con parole chiare che cazzo vuole da noi…?
È innegabile: lei ha i suoi anni. Non può pretendere troppo. Deve cercare di accontentarsi. Oppure, se vuole preferirlo, deve cercare di essere il meno scontento possibile… Mica possiamo fare miracoli, sa…!?
C’ha già provato a camminare sulle acque? A moltiplicare i pani, i pesci e anche le mortadelle? E robe tipo: trasformare l’acqua in vino?
Le sue battute ironiche non ci fanno né caldo né freddo. A noi. Qui! Si figuri quindi le battute sarcastiche!
Abbiamo analizzato minuziosamente il suo curricolo esistenziale. Questo è uno dei motivi per cui la sua pratica è rimasta in sospeso e in arretrato.
E allora? Crede che noi riusciamo a tener conto di tutti quelli che hanno avuto un’infanzia disgraziata, infelice…? Ma mi faccia il piacere, mi faccia!
Ah, ma non è di quello che vuole parlarci?
Promesse, speranze, fantasie di allegria e di felicità permanente e perdurante?
No, guardi, noi non siamo l’ufficio oggetti smarriti…
E anche quella faccenda lì che lei racconta non ci fa né caldo né freddo.
Quanti, umani, umanoidi, mutanti, androidi e quant’altro, si sarebbero aspettate cose diverse… Eh già… Sarebbe comodo, eh!
Un bel tipo, un bel giorno, parte e viene qui da noi a rompere le palle…
«Beh, tutte a me le sciagure e le sventure…
C’avevo voluto credere… Un mondo migliore… Amore e uguaglianza universale… Amori sensuali, sereni, appaganti, autorigenerantisi, rinnovati seduta stante…
Anche se magari, non tutti, ma almeno qualcuno…!
E invece: merda merdaccia!
Uno dopo l’altro, come i pezzi del domino messi in fila in piedi, che basta un soffio, per farli cadere tutti giù… Dal primo all’ultimo… Anche l’ultimo, anche quello, porcaccia porcaccia porcaccia!
Raccontavano che nella Grande guerra, l’unico posto in cui sperare di trovare rifugio scampando dalle granate, era quello della voragine immensa prodotta dall’ultima bomba…
Mi sono buttato nell’ultima buca… Ancora fumante… Polverosa… Ancora calda…
E allora?
Niente di niente.
Eppure, nella dimensione spazio-temporale, nel Web, nell’on-line diffuso, molte persone mi seguivano, con tenerezza, affetto, pareva quasi con simpatia e con stima…
E mi si illuminavano gli occhi… Moltissime di quelle persone erano donne… Giovani, meno giovani, di mezza età… E mi mettevano il loro cuoricini e le loro scritte “mi piace”…
Quasi tutte, soprattutto una alla quale tenevo, che mi aveva cercato proprio lì nell’etere Web, in un momento di distrazione mia, l’ho trovata guardarsi in giro, a curiosare qua e là, non solo nel Web, ma nella realtà terrestre e terrena… E il grande fratello, l’aveva tracciata, più e più volte, in percorsi che sconfessavano le sue parole… Sgaiattolava sempre via… Eppure la cataratta l’avevo risolta. Ci vedevo chiaro e nitido…
Ma lasciamo perdere questa squallida conclusione…
Tutte, dalla prima all’ultima, le donne giovani, meno giovani, di mezza età… Mi facevano ciao con la manina… E badavano ai fatti propri… Corbezzoli…
Quasi a dire:
- continua a scrivere le tue puttanate, ci diverte leggerti, saperti, seguirti… Ci sei nel cuore. Negli occhi che ti seguono. Ma oggi abbiamo da fare… E forse anche domani, e domani l’altro… Non ce ne voglia, non se ne abbia a male, professore barone… Abbia pazienza. Magari un giorno di questi, o anche qualcuno di quelli dopo, potremo parlarne…
Stesse parole. Stesse promesse. Diversi i toni di voce, il colore degli occhi femminei, l’inteso personale profumo e odore di donna, l’acconciatura dei capelli, le vicende personali e i vissuti. Ma in buona sostanza restavo, resto, e probabilmente resterò con un palmo di naso. Con un pugno di mosche…»
Tutti uguali, questi umani, umanoidi, androidi… E vengono qui a battere cassa.
Elemosinando pezzettini anche microscopici di allegria. Di felicità. Di piacere…
Questo, egregio signore professore barone, non è il banco dei pegni. Che uno ci porta i gioielli, le lacrime ghiacciate e congelate, le piaghe e le ferite. E spera in cambio di ottenere un prestito di contante sonante, di “argent de poche” da spendere alla fin fine…
Ma provi a farsi i conti in tasca. Riapra il taccuino e il calendario della sua esistenza che lei definisce miserevole e dolorante…
E provi a segnare con l’evidenziatore giallo, tutti i periodi, le occasioni, i piaceri, i regali ricevuti gratuitamente… e goduti stragoduti.
Sia comunque tranquillo.
Per quanto possibile esamineremo la sua istanza all’infinito.
E vedremo cosa potremo fare. Ma non si faccia eccessive illusioni o speranze.
Chi vivrà vedrà.
Lei pensi per il momento a vivere. Non mi pare che lei sia tra i candidati prossimi al viaggio senza ritorno. Ma glielo dico così a spanne. Dovrei rifare i calcoli seguendo gli algoritmi.
Non si faccia staccare la corrente, il fiato, la voglia…
Lanceremo degli input trans corporei, iper mentali, messaggi subliminali calibrati e adeguati su misura di quello che è lei… E a nostro modesto parere, che di esperienza ne abbiamo molta, le capiteranno di nuovo voli di aironi, mazzi e ciocche di sorrisi entusiasti, occhi amorosi di donne, rivolti a lei, solo a lei… almeno per un pò...
È contento? E ora, la preghiamo, con tutto il rispetto e la stima, lasci il posto ad altri postulanti.
E non abbia timore: ritorni! Professore barone! Già lo sentimmo nell’aria anche altre volte, che qualcosa di bello è in arrivo, e lo è anche per lei…
AVANTI UN ALTRO"
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq
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sabato 30 gennaio 2021

GUARDARSI INTORNO… Oppure no

Grazie alla lettrice, che si riconosce qui, insieme al ciclista boschivo e seduttivo... ( e che lei descrive e definisce : ''anziano"; un particolare che qui non compariva... come altri , che solo lei certo conosce bene )
Buon per entrambi.
PARTITA CHIUSA!
(ricevo, con richiesta di pubblicare...)
<<GUARDARSI INTORNO… Oppure no
Lei ci racconta la sua storia, egregio contatto...
Rinunciato al seminario, non fece più il prete.
Si contentò di un istituto tecnico superiore. Un po’ a fatica d’accordo; non era tagliato per gli studi, ma alla fine raggiunse il diploma… E come perito conquistò il ruolo di "formatore addestratore" nella formazione professionale. (Farsi chiamare professore le piaceva). Ma un po’ se ne vergognava, a dire la verità… Niente di eccezionale… Poi tanto tempo libero per gironzolare. Nei boschi sulle due ruote.
E "se la tirava" contento di ricevere e ricambiare sguardi di approccio. A molta gente, si sa, gli occhi servono per cercarsi e guardarsi intorno… Qualche volta, purtroppo, sfugge lo sguardo su oggetti proibiti e pericolosi.
Nelle piccole realtà di paese e frazioni, va poi a finire che tutti o molti sanno tutto degli altri…
Tanto valeva e tanto vale allora presentarsi per davvero. Meglio rinunciare ad approcci, per quanto gradevoli, per personcine sole e bisognose e assetate di contatti. Troppo rischioso. Meglio pensare ai propri gatti…
Le rimane ancora il retrogusto appena provato…
Ma: “ufelé ufelé. fa ‘l to misté”. Rinunciare ai girazzi a caccia di sguardi; da ricevere o da donare; anche se si sarebbe accontentato, della insoddisfazione incontrata qua e là.
La volpe, che non riusciva a raggiungere l’uva coi suoi salti, aveva detto: “A me l’uva non interessa, figuriamoci, e poi non è neppure matura…!”
Meglio le cene o a ciacolare davanti a un bicchiere. Ripensando al suo lavoretto modesto che le ha permesso di raggiungere un provvisorio stabile equilibrio.
Conservi pure quelle fantasie con cui si era consolato. ma è un terreno minato. Insidioso.
E soprattutto inadeguato: inadatto a chi si è abituato a far le battute di spirito nelle combriccole. A rendersi simpatico così… Non ne aveva la stoffa, è vero.
Fa bene a dire con se stesso che la cosa non le interessava. E la “cosa/insoddisfatta” proverà a guardare altrove.