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lunedì 31 agosto 2020

GIARDINO PENSILE

 GIARDINO PENSILE (ad Artemisia/Myotis candida)

quelle erano meraviglie del mondo antico remoto
in mezzo a deserti giallo-ocra palazzi svettanti nel cielo
acque incanalate del tigri e dell'eufrate sin su in alto
a quei palazzi di argilla seccata al sole nel rigoglio
dei giardini pensili che il re nabucco regalava alla sua amata
amytis regina malata bianca come la luce del cielo
là a babilonia ventiquattro secoli fa per il gusto
e il piacere degli occhi e dell'anima

raccontata con l'impronta su argilla fresca
con il timbro dei tratti cuneiformi

modesto e soddisfatto piacere questo mio
di guardare mirando da lontano qualche ninive
dalla cima di un povero sesto piano fatto in cemento
perché l'argilla rimane ad ospitare le rane in risaia
la mia piccola compiaciuta babilonia
e il mio suo pensile giardino con salici rosa canina
limone ciliegio profumato basilico lauro rosmarino
salvia e timo che l'artemisia c’è già e sei tu che l'hai guardata
irrorati dalle mie acque ora immune quasi dalla popilia

essenze profumate insieme all'odore di sandalo fumigante
e la tua immagine che passa a volo d’ali
a inebriare i sensi di gusto e con gusto
puntato verso la costellazione di orione o verso selene
con i suoi occhi che guardano me che guardano te
aspira ai cieli infiniti siderali il modesto pensile giardino
e incontra accarezza lambisce titilla l'azzurro luminoso
profondo intenso assoluto del tuo sguardo immanente

arrampicato in cima proteso verso l'infinito
in un acme assoluto di sensi e di orgasmi
pensile sospeso nel vuoto a penzoloni all’ in su
nel mio guardarti
mirarti
cercarti
trovarti
tutta quanta
tutta tutta
e anche oltre

SCIENZA E RICERCA: camminare a tentoni e nel buio


 SCIENZA E RICERCA: camminare a tentoni e nel buio

Stiamo assistendo in queste pagine di FB, allo stillicidio di informazioni e dati su una pregressa, incresciosa e terribile sciagura sanitaria. L'impiego di un antibiotico ritenuto e considerato molto efficace, più degli altri, ma che ha determinato conseguenze terribili in alcuni di coloro che l'hanno ricevuto. La scienza, attraverso la ricerca, può e deve cercare sempre nuovi farmaci. Ma i farmaci vengono prodotti da industrie farmaceutiche. Le quali, scoperte le conseguenze orribili di quell’ impiego, hanno continuato e continuano a negare qualsiasi connessione tra l'antibiotico e le probabilmente irreversibili conseguenze invalidanti. La scienza, la ricerca e chi se ne occupa devono cercare di prevedere danni mostruosi irreversibili. Purtroppo, in questo caso, ha prevalso la logica aziendale e di mercato. Rari, molto coraggiosi sanitari medici e specialisti, confermano la connessione di "causa ed effetto". Non conoscono loro stessi l'eziologia della insorgenza degli effetti devastanti e invalidanti. Migliaia di persone nel nostro paese e in tutto il pianeta, navigano nel buio sopportando con dolore e disperazione la sciagura.
Si diano quindi una mossa, la ricerca, la scienza applicata, per provare a indagare, scoprire i meccanismi intercorsi. E provare, purtroppo in ritardo e a posteriori, a porre almeno parzialmente rimedio a questa sventura!
(non sono una vittima: mi limito a seguire la vicenda; già troppa gente spara a zero contro vaccini e cure, come i terrapiattisti… "UFELE' UFELE' FA 'L TO MISTE'" suggerisce un vecchio proverbio lombardo piemontese. La ricerca e la scienza diffidino degli "APPRENDISTI STREGONI". e facciano il loro mestiere!)

ohibò...

OHIBÒ! Ripetuto tre volte…
Stavo facendo il mio giretto in moto e avevo gustato degli ottimi scialatielli allo scoglio al ristorante pizzeria Roma di Lumellogno… Deliziosi! Stavo riavvicinandomi alla città quando ho sentito come una scossa elettrica sul polpastrello di un dito… Era un insetto che mi aveva punto!
Ho rimediato con una pomata antistaminica che per fortuna avevo ancora in casa, ho consultato telefonicamente la guardia medica iper efficiente di viale Roma.
E ho deciso che anch'io, almeno adesso, in questo preciso momento, divento PARZIALMENTE NEGAZIONISTA: la puntura dell'insetto calabrone o quel che fosse non la riconosco come avvenuta… LA NEGO TOUT COURT… Perciò riparto col mio scooter a fare altre foto (Non nego il covid 19, il riscaldamento globale del pianeta, e le altre idiozie che fascioleghisti nostrani e berlinesi vanno affermando… E ci tengo a precisare che sono un negazionista solo temporaneo rispetto ai calabroni… OHIBÒ!
a onor del vero voglio precisare che l'ultima immagine fotografica del dito alzato protetto dal cerotto, sta a significare soltanto che ho raccontato la pura e sacrosanta verità… Per chi la volesse intendere come gestaccio osceno, potrà riferirla ai negazionisti professionisti, analfabeti e idioti…

( chiedo, se possibile, a chi mi legge ora di tenere l' informazione il più possibile riservata e di non divulgarla... nella prossima uscita con lo scooter indosserò i guanti che uso in autunno e in inverno... non si sa mai... però per il momento almeno mi compiaccio di negare l'esistenza dei calabroni e del dolore che fanno sui polpastrelli quando infilano il loro pungiglione e le loro tossine)


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NUVOLE AMEBE PIOVRE

 NUVOLE AMEBE PIOVRE

la matrice celeste da millenni addetta a costruire
inventare e proiettare paesaggi sul velario azzurro
aveva avuto un inghippo un guasto un salto della scocca
e stavano uscendo soltanto fioccosi batuffoli giganti
cuscini extralarge di bambagia ovatta sintetica
buttati in fondo al panorama ai bordi dell'orizzonte
ma alla rinfusa come proliferazioni batteriche insane

che con occhi torvi e ciechi si guardavano in giro
cercando nuove inondazioni alle strade
ai viottoli alle mulattiere come torrenti indiavolati
ruscelli sfrenati assatanati malvagi quasi

pregni di ricordi che provavano a bisbigliare
all’osservatore rombante sul suo maxiscooter

e quella volta là rimasto senza benzina
sulla cinquecento blu per andare a borgosesia
e quell'altra che solcavi le alture odorose di ligustri
tra cocuzzoli bianchi di graniti e micascisti di sardegna
e quell'altra e quella altra e quell'altra
ancora

raccontavano balbettando con brontolii rabbiosi
quasi
e dall'alto e dai bordi della scena preparavano nuove lacrime
per i ghiacci disciolti e colanti per i cetacei spiaggiati
per il cieco malvagio coronato virus devastante
per i mapuche allo stremo e le foreste incendiate
per il veleno diffuso ovunque a distruggere eradicare
fare scempio insieme alle batterie rombanti di guerra

nuvole e ancora nuvole e nuvole ancora

irridenti per te che scatti le foto a lato della strada
con gli sghignazzi sonanti dei clacson di fuoristrada imbecilli
colmi e saturi dell'insipiente ricerca continua di movide
inani e festaiole a ingozzarsi di sangria e di birra da rutto
che li chiamano i suv le auto transatlantico ingorde di carburante
le musiche a tutto volume i cervelli vuoti a perdere

nuvole fioccose grosse amebe piovra
simulacro del disastro imperante
una volta le avremmo definite
di panna montata
o di zucchero filato

mostri fantasmi concreti ora

lo scooter continua avanza procede
documenta con foto a colori
la gimcana tra l'ovatta sintetica
calabroni feroci per scosse elettriche lancinanti
ma non si può arrestare fermare sostare
la strada per ora continua
per ora
poi si vedrà
e non va in nessun luogo la moto
con la strada le nubi e il suo fiato
la meta è già questa qua

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giovedì 27 agosto 2020

LA CARTA D'IMBARCO

 LA CARTA D'IMBARCO

e ce lo raccontava pure guccini
scivolando le unghie su corde di chitarra
e altri ciascuno col proprio tono e voce
strimpellando ciascuno di noi lo sapeva pure
dentro nei pensieri ricorrenti
nel dialogo interiore
flusso di coscienza a rotta di collo
e noi l'abbiamo ancora per bene imparato

parole precetti consigli da regalare a piene mani
suggerimenti dietro le quinte
e il concerto andava avanti sempre più affondato
nell'aria e le cassiere masticavano caramelle alascane
ed era una canzone che diceva e non diceva
difficile da imparare a memoria
ma sapevamo benissimo dove stavamo andando

secondo me secondo te secondo gli altri

vacillando cercavi la strada per uscire
fuori dall'incubo la mente confusa
tentavo di darti l'esempio e vieni via con me
se ti va se lo vuoi dove vuoi ma vieni

in troppi miliardi camminare a tentoni
ma dove mi chiedi ma dove chi lo sa
intanto cammini e intanto mi guardi
e intanto si dipana la strada verso dove non so
ce l'avevo scritto qui sul quaderno
aspetta solo un istante eppure lo sapevo

dove andare non importa né la meta
già l'andare è programma bastante
e ti piace mi piace è la bussola che guida
per l'imbarco basta già che tu mi tenga la mano
io la tua il volo è già pronto e attende
io attendo ti aspetto
aspetta che vengo

sapevamo già da tempo ciascuno
che l'altro era quello per il viaggio
da sempre atteso immaginato previsto
che ti voglio incontrare all’iindietro
che ti ho già incontrata da prima
che sto camminando con te tu con me
che è questo il nostro dove sulla carta da viaggio

eh già
qui la mano
che andiamo per dove non so
tu non sai ma intanto
non hai scelto la strada
non l'ho scelta io pure

la strada il cammino il viaggio
è lui che ha già scelto noi

e dài dice e dài

e lo sapevamo bene da sempre
non lo so ma sì forse certo
son sicura ora vengo
era scritto nel libro del tempo
sto arrivando sto venendo son qui

forse ieri forse oggi forse sempre
e sorridi e lo gusto di cuore
di pelle di nervi di sensi e di sangue

mentre vieni via con me

mentre parto e cammino con te

mentre andiamo stupiti e contenti

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mercoledì 26 agosto 2020

CARA AMICA


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CARA AMICA… (agosto 2020)

Cara amica, hai ragione a dire così. Già l'anno scorso avevi espresso le tue perplessità in proposito. Aggiungendo che anche tu sei trasparente, autentica e non racconti mai fesserie. Se hai deciso e vuoi evitare un impegno, lo dici apertamente. Senza giri tortuosi o pretesti vari. Insomma: dire pane al pane e vino al vino!
Ma mi dici sempre anche che quando proprio è necessario sputi il rospo. E mi solleciti a farlo un'altra volta.
Ecco il mio rospo gracidante.
Come sai mi sono sempre occupato di persone non sempre perfettamente mature ed equilibrate. Da educatore ho sempre preso ad appassionarmi e ad affezionarmi a persone che avevano molto bisogno.
Deformazione da dama di San Vincenzo della formazione e dell'educazione?
Ho sempre perciò di fatto avuto un atteggiamento benevolo, tollerante, forse in eccesso. E con la persona di cui parliamo ora, l'ho fatto oltre misura.
Ho voluto prendere in considerazione i suoi vissuti precedenti e anche quelli attuali. Le sue misere esperienze dall'infanzia e adolescenza fino a diventare grande (almeno in età).
Un quadro di personalità semplice da descrivere. E comunque evidente per me da riconoscere.: consuetudine radicata e cronicizzata a fare quello che metaforicamente si definisce rubare la marmellata.
Mostrarsi e apparire in un modo verso l'esterno.
Ma conservando un'altra persona completamente diversa nascosta dentro.
Per la sua semplicità insieme contorta, questi dati non potevano certo sfuggirmi.
Ma come ti ripeto ho voluto sempre mostrarmi tollerante, comprensivo…
Fin troppo tu dici…!
Ebbene sì. Anche le altre volte mi hai suggerito di dare un taglio netto come avevo fatto in passato in in tante precedenti situazioni così ambigue, squallide, meschine.
Ma se chi ruba la marmellata non si accorge che gliene sono rimaste le tracce sul dito e sulla guancia, non è più una marachella.
È un vulnus strutturale e molto radicato.
Soprattutto se in queste azioni ripetute pedissequamente e scioccamente, di fatto continua a mancare di riguardo a me!
Va lì va là che non abbia stima e rispetto per sé come "persona. Che veneri, rispetti, addirittura tema le persone che la trattano male e con indifferenza … E quelle di cui, a quanto afferma, non le stima, ma da cui è comunque attratta e di cui è affezionata… Pulsione masochistica e gusto del peggio...
".... sapessi, che stronzo... che porco..." afferma ridendo compiaciuta morbosamente... e intanto sa tutto di costoro, li segue... E magari, poi, trascura le persone di cui parla bene e che dice di apprezzare e amare...
Fatti e cavoli suoi!
Ma che lo faccia ancora una volta con me, mi ha davvero stufato.
Raccoglierò volentieri il suggerimento che mi dai di nuovo.
E che comunque io stesso dentro di me continuo a darmi da solo.
Essere troppo buono, troppo tollerante comprensivo, è eccessivo: e d'altra parte fa male anche alla persona immatura di cui parliamo. Io sono abbastanza solido robusto, una roccia, e riesco a capire, a tollerare fino a un certo punto.
Come diceva Collodi in Pinocchio: le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo! E qualcun altro diceva : chi semina vento raccoglie tempesta…
E mi sono decisamente stufato.
Come tu mi ripeti e suggerisci, lascerò perdere questo esperimento di rieducazione purtroppo riuscito pochissimo.
Decisamente deludente dal punto di vista professionale, nonché amaro dal punto di vista della relazione umana.
Una doccia e un bagno purificatore e rinfrescante...
E finalmente darò la stura alle varie richieste analoghe di persone che mi cercano continuamente.
Con un po' di amarezza, più che altro professionale, speravo davvero di riuscire nel miracolo…! Ci ero riuscito abbastanza bene con diverse altre teste di rapa.
Ma ogni giorno saltano fuori nuove cretinate, bronci , bizze, malanni, impedimenti, scopertamente evidenti per me.
Io stesso potrei avere benissimo, come tu ben sai, problemi di disagio fisico, emotivo ed esistenziale. Magari anche più consistenti!
Eppure mai l'ho fatto pesare su questa persona, come pure su nessun'altra in precedenza.
Ti racconterò presto della mia ripresa in campo libero.
Come sempre ho fatto nel mio passato.
Senza inciampare in persone inadeguate.
Dopo numerose delusioni, non mi accontenterò più dell'ultima venuta.
A presto e grazie ancora…