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giovedì 29 aprile 2021

IL PIOMBO E I COLORI DELLA POLITICA


IL PIOMBO E I COLORI DELLA POLITICA
In “situazioni estreme” l’unica soluzione è impugnare le armi e ribellarsi.
Non ritengo sia la stessa cosa avvenuta con le cosiddette brigate rosse. Dove il termine rosso venne impropriamente appioppato a un movimento politico degenerato, che proponeva la lotta armata, e la praticava attivamente.
“È più decoroso per l’anima tollerare i colpi dell’ingiusta fortuna, o impugnare le armi contro un mare di dolori e, affrontandoli, finirli?” Shakespeare, Amleto, atto terzo scena prima.
Piombo. Sinonimo di pesantezza e componente essenziale delle pallottole.
Cecità politica, allucinazione e visione stravolta della realtà.
Ho e avevo una mia visione di quegli anni.
Durante il ventennio fascista l’unica soluzione fu quella di abbandonare famiglie, studio e lavoro e iniziare la lotta armata.
Ritengo che tutte le organizzazioni politiche, clandestine, che negli anni 70 buttarono benzina sul fuoco incendiando il falò, abbiano commesso un profondo errore! Degenerando!
La lotta politica è davvero politica e lotta se parte da l’analisi della realtà, e utilizza gli strumenti adeguati momento per momento. Confronto; dibattito, organizzazione, utilizzo di tutti gli strumenti legittimi per cambiare la situazione.
Piombo, armi, sequestri, esecuzioni, gambizzazioni: reazioni fuori controllo, esagerate, perciò illegittime, criminali, dannose per il cambiamento.
Inefficacia e inefficienza delle organizzazioni politiche non devono e non possono giustificare il ricorso ad atti estremi.
Ora, dopo decenni, ormai vecchierelli, vengono consegnati alla giustizia gli ultimi protagonisti di quell’esagerato atto folle.
Non ho mai stimato, anzi li ho esecrati, il leader politici contro i quali il brigatismo si accanì. Esecrati, criticati, combattuti con la politica, ma non con le armi!
Lo squadrismo, il fascismo, l’infame regime: potevano e dovevano essere combattuti e vinti come avvenne anche con la lotta armata.
Tardivi ripensamenti nelle politiche europee, cercano ora, di correggere il passato.
Il passato e i suoi atti esistono: non si tratta ora di fare le vendette come qualcuno stupidamente dice, ma di rimediare almeno formalmente alle omissioni.
D’altra parte, lo sappiamo anche in altri contesti più comuni, l’apparato giudiziario è da sempre malato di lentezze, paralisi, inefficienze.
“Meglio tardi che mai…?”
Nanni Omodeo Zorini

lunedì 26 aprile 2021

IL GIORNO DOPO…?

 IL GIORNO DOPO…?

NO… NO… ASSOLUTAMENTE NO …!
26 27 28 aprile e tutti gli altri giorni
non è mai il giorno dopo per liberazione e resistenza
semplicemente perché è sempre oggi
ieri e pure domani continuamente
e se lo mettano nella zucca tutti quanti
e domani non sarà mai un altro giorno si vedrà
perché scarpe rotte eppur bisogna andare
con una lettera al presente e al futuro
condannati a morte o fuggiaschi
esuli errabondi e profughi annegati
oggi non sarà mai il giorno dopo
perché non esiste il giorno dopo
perché è sempre oggi presente ostinato
perché ogni giorno gronda di sangue
perché per sempre
e basta
Nanni Omodeo Zorini
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domenica 25 aprile 2021

CHE SIGNIFICA LIBERTÀ

 CHE SIGNIFICA LIBERTÀ

era da scommetterci
camerata zuccone fascista
che non l’avresti capito mai
non c’è libertà di tortura di violenza
di sterminio genocidio abuso
che la libertà è assolutamente altra cosa
non te l’hanno insegnato testa di rapa
che tu confondi libertà con arbitrio
il 25 aprile ha regalato anche a te
malevolo ratto di fogna
la libertà di esistere magari di parlare
se riesci a pensare
ma non hai l’arbitrio sciagurato
di ripetere le tue stronzate
se fossi capace di leggere
potresti provare ad aprire
le lettere dei condannati a morte della resistenza
parole autentiche di persone vere
davanti alla tortura e all’esecuzione
martiri che hanno regalato anche a te
il diritto di respirare il tuo nauseabondo fiato
Nanni Omodeo Zorini
Caterina Comparelli, Ermanna Scroppo e altri 10
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