L'ORA PALINDROMA…?
mercoledì 23 settembre 2020
L'ORA PALINDROMA…?
martedì 22 settembre 2020
QUEST'ULTIMA NUOTATA per ora
QUEST'ULTIMA NUOTATA per ora
bagnarsi e nuotare l'estate di nuovo
come sempre si era voluto lasciar andare
pur sapendo i fondali e i mulinelli infingardi
le correnti fresche attraenti e ingannevoli
colpevole di speranza e ottimismo a fondo perso
navigando a pelo dell'acqua da tempo vedeva bene
preferendo mostrare di ignorare
eh già nessuno è perfetto mai e ci si contenta
ma il ritorno era già nell'aria sospeso
liberatorio con una stretta al cuore
coazione a ripetere per gustare anche quest’altro sogno
un'altra volta e un'altra volta ancora
previsto anche l'autunno dunque con
uva di nebbia e monti aggruppati
e non rivedere più quegli occhi
quegli istanti che la mente e il desiderio mostravano sublimi
di ottimismo e di speranza colpevole ancora
ma solo fino a quel punto in cui scoccava l'autunno
da rinunciare al ti vedo non ti vedo
con l'anima e il cuore pulito e libero di nuovo
il solstizio di settembre spazzava via e cacciava
il naso lungo e le gambe corte solo per gioco ignorati
altra volta ancora come tante prima
soddisfatta delusione signora e orgogliosa
tornò ad ergersi in tutta la sua immensa statura
asciugandosi di dosso l'acqua improvvida
la stagione rinfrescava e dissetava
scrutando avanti ancora le prossime primavere
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq
sabato 19 settembre 2020
LARI E PENATI
LARI E PENATI
state lì rannicchiati
nel freddo morto e stanco
rassegnati nell'infinito stupore
neppure vi sa consolare
il volo planato di bianchi aironi
a cercare il pasto
delle ultime rane di risaia
e vi porgo la bianca rosa
regalo del mio autunno
idrovolante di carta
origami impossibile
aliante di terra
sorvolo la vostra diafana
dimensione aliena
e parlo a labbra mute
con verbo digitale
da questa nostra terra feroce e malata
nuove orde di migranti pallidi
ora stanno venendo lì
mutilati della vita e dello sguardo
varcando le soglie di Kobane
presidiate da fiere donne in armi
partigiane del presidio
contro l'orrore buio
accogliete il loro spavento
carezzate la loro orfana disperazione
suggerite pacate ninnenanne di oblio
rimango un istante ancora
nel volo fermo
sulla soglia delle colonne d'Ercole
sospeso in sur place
ritardando all'infinito
anche il mio tuffo
e reggo la rosa bianca con due mani
titillandola con amore
a confermare la mia primavera autunnale
nel rinvio sine die
per il gelo dell'inverno
e bacio le vostre immagini diafane
Lari e Penati della mia religione emotiva
e vi porto nel sacello della memoria
recando offerte rituali
con pensieri mesti e devoti
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq
«PURCENELLA SAPETE CHI È?
«PULCINELLA SAPETE CHI È?
PEREPÈ PEREPÈ PEREPÈ…»
Non avevo avuto assolutamente dubbi, quando, senza voler stare ad approfondire preventivamente mi sono subito prenotato insieme a te, cucciola, al Teatro Delle Selve, a San Maurizio d'Opaglio…
Dopo le delusioni ricevute a Milano, nei grandi teatri che se la tiravano, in questo piccolo teatrino di paese, vero fiore all'occhiello del Cusio, per merito di Anna e Franco, ho potuto ritrovare teatro vero ... (senza infingimenti, senza commenti stucchevoli nebulosi elogiativi sulla stampa nazionale come per i pretenziosi concorrenti milanesi ...)
Piccole chicche, perle, veri gioiellini…
Hai ragione, anch'io come te, sulle prime anch'io ero rimasto un po' basito, e non capivo dove andasse a parare… Anche se l'avevo intuito: e cioè che sarebbe stato un "rito", un evento nel vero senso della parola, una celebrazione giocosa, brillante, stupenda della napoletanità…
Pezzetti di filastrocche recitate e cantate, presumibilmente appartenenti al patrimonio napoletano; alternate da altre che l'autore, il protagonista unico ed esclusivo, il mago della pièce aveva confezionato…
Un Pulcinella, o meglio un PUR’CENE’ vestito di bianco, con le brache larghe, la maschera nera il berrettuccio di sghembo pure bianco… Che dietro un paravento si trasformava… E diventava un altro bruttacchione, forse il capitano… Con una maschera suina, dal naso provocatorio e scurrile a forma di fallo eretto…
Continue citazioni, dove campeggiava il volto azzurro del principe di Bisanzio Totò de Curtis, accanto a Ninetto Davoli… che ammirano stupiti le nuvole e le gustano come un fenomeno straordinario, mentre sono stati gettati con l'altra monnezza in una discarica…
Il grandioso Eduardo… Sofia Loren…
Non sono napoletano. Assistevo a un rito; come quando assistevo partecipando distaccato alle processioni del Cristo morto a Gubbio; o alle analoghe del sud della Spagna a Cordova… al festival del teatro di strada a Sant'Arcangelo di Romagna molti decenni fa...
Questa come quelle non erano la mia manifestazione, il mio evento, la mia cultura… Ma un'occasione di contatto, di conoscenza, di avvicinamento… Ti dicevo, che è come se io avessi potuto assistere a una cerimonia egizia, atzeca, o di un'altra cultura occulta a me estranea. Non mi ci identificavo: lui, tutti loro (perché non era solo ma impersonava moltissime parti) erano altro da me… Li ho gustati dal di fuori.
Mi è rimasto particolarmente impresso quel ritornello cadenzato:
«Purcenelle sapete chi è?
Perepè perepè perepè…»
Alla domanda pretesto, non c'era altra risposta: cos'è Pulcinella? E sé stesso, la pantomima della napoletanità, che non è da spiegare o da capire, ma è solo da gustare, e il mago senza chiederlo esplicitamente, lasciando in sospeso il suo " Perepè perepè perepè…", come nel miglior teatro di coinvolgimento di partecipazione e come teatro di strada, senza chiederlo a noi pubblico, sapeva che saremmo scattati , a ripetere, in coro: « PEREPÈ PEREPÈ PEREPÈ…"…
Lo spettacolo recitava e raccontava sé stesso…
Una carrellata nel genere del teatro popolare e di strada… Marionette, filastrocche, provocazioni, coinvolgimento…
Il pur piccolo e insieme grandioso teatro di San Maurizio d'Opaglio, soffriva: le regole sul distanziamento imposte dal covid 19 lasciavano buchi nella platea…
Io ero accanto a te...
Senza neanche guardarci negli occhi, ci trasmettevamo col pensiero come sempre telepaticamente, che stavamo partecipando al rito, estranei e insieme coinvolti.
Grazie al TEATRO DELLE SELVE… Ai TEATRI ANDANTI… Che ci hanno promesso di riprendere le modalità del teatro di strada: i boschi, i sentieri, le strade…
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq
(18 sett 2020 S.Maurizio d'Op.)
AMICIZIA D'AMORE
AMICIZIA D'AMORE
(ad Artemisia e a tutti
coloro che stanno
studiando la parola
amore)
sai mi dicevi amore
tu sei per me anche il più grande amico
e non sembrava strano questo connubio
che dentro alla radice di amicizia
ci sta amore
come nell'anima ci sta il pensiero
come nella carne il sangue
come nei nostri occhi l’entusiasmo
come nelle lacrime il dolore
come nel mare ci stanno le onde
e i pesci e le balene e i delfini
come nel pianeta gli umani
e la vita e la morte e il pianto e l'allegria
e nel guscio dell'uovo galleggia il tuorlo
nella sua bianca camicia di albume
e nel desiderio il tremore e la passione
e dentro qualcosa ci sta sempre qualcos'altro
e dentro le parole ci stanno i significati
e dentro alcune la verità
e dentro ad altre bugie e menzogne
e dentro te ci sto io
e tu abiti la mia esistenza
così
riflessioni bonarie
metalinguismi lessicali
a frugare nel gheriglio del dire
e far l'amore allora
si può solo amando
che altrimenti diventa un traslato
improprio
come tante volte che dietro le parole
ci sta il vuoto o il nulla
e le maschere raccontano bugie
amico e amante di te
ti sto amando amore mio
ma ti sto amando d'amore
eh già
anche quando camminiamo nei boschi
anche quando ti regalo parole
immagini
battiti cardiaci
nostalgie e rimpianti
saudade e ricordi
tenerezze infinite
e pulsioni e orgasmi
e fremiti
e passione
e tutto il resto
lo sai
certo
Nanni Omodeo Zorini
(foto dal Web)
ad Artemisia e a tutti coloro che stanno studiando la parola amore
SMARRIMENTI
SMARRIMENTI
le mani affondate nel cesto
frugano con la memoria
stilografiche
portachiavi orologio
macchinine a pedali anni 40
il ballatoio lungo per le prime fumate bambine
il cane giallo bassotto snodato con le ruote
la casa avita
l'odore del fico in cortile
chiome fluenti di mericanina
voci e sguardi
amplessi di corpi remoti
odore intenso di mimosa
crochi bianchi spuntati tra la neve
le serenate di Tosti al piano
i denti bianchi nel sorriso del babbo
testa rapata da orfanelli
succo denso di liquerizia di legno
certi istanti
addirittura mi pare
di smarrire il tuo sguardo
con un vuoto nel cuore
non resta
che affondare di nuovo le mani
nel cesto degli smarrimenti
che forse
tutto si può ritrovare
elaborando il lutto
la separazione completa
finché almeno qualcosa
essenziale riappare
soprattutto il tuo volto il tuo sguardo
la tua voce argentina che ride
altrimenti
c'è davvero da smarrirsi
da perdersi del tutto
prima che il tempo sia consumato
e l' orologio gentile ritarda
trovando nuova sabbia fine
da centellinare alla clessidra
ritiro le mani vuote colme di ricordi
e lascio il cesto nel baule
per baciare l'azzurro infinito
incontaminato
e bere il tuo fiato che mi consola
acqua di fonte preziosa
per questa sete inesausta
smarrimenti smarriti
fiati ritrovati
vivi intensi profumati
c'è ancora molto tempo
prima di smettere la speranza
e di riporre l'allegria
ti carezzo la guancia
e bacio la tua umida presenza
che mi consola
fremente e intensa
intima sensuale leggiadra
la sera può anche venire
la luce dell'alba
è una promessa indifferibile
ci conto
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq