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mercoledì 30 dicembre 2020

PURIFICAZIONE

 PURIFICAZIONE

hammam sauna
vapore rovente icastico salvifico
pungente camice di liquida lava per l’anima
di neve secca gelata
battesimale abluzione dei sensi
rigenerante
per tornare ogni volta nuovi
alle terme di pompei
extravergine olio di oliva di frantoio
rami d’ulivo a risvegliare epidermide
della mente e del sangue
ogni volta di nuovo ancora
genetliaco solstizio e natale
fino a quando lo vorrà l’olimpo
vides ut alta stet nive candidum
il nostro mottarone
lo sa bene
lo sapevamo
era scritto
fusi insieme era stato pur bello
salvifico santo leggiadro e sublime
se non si incrina il velario del tempo
se gli orologi ripetono la loro girandola
se la sabbia impalpabile vuole tornare a scendere
ma chi lo sa
chi può dirlo mai
dimitte divis ceteraque simul
mani sapienti a massaggiare
con antica passione
le membra mai stanche
purezza limpida di fontane di legno
inesausta
su alla frua
gorgogliando
ci attende di nuovo
ancora
forse
Nanni Omodeo Zorini
Ermanna Scroppo, Maria Angela Tarantola e altri 2

GENETLIACO

 GENETLIACO

o geretriaco...o genetriaco...a scelta...
(piccoli equivoci senza importanza…)
“Buongiorno…! Siamo noi della REPOS… Vorremmo sapere il piano… Per salire… Grazie…
Eccomi arrivato. Indosso la mascherina...tranquillo
Sono il titolare facente funzione della REPOS & C.
Mi rendo conto che è una giornata molto particolare.
E non aggiungo altro!
Se lei preferisce posso parlare con la signora…
Come? Non c’è la signora? non dispone di una signora personale tutta per lei qui in casa? Mi dice, e la posso capire benissimo, specie in questa situazione, che la signora non sia disponibile. Come no…! Capisco, quella che ha il ruolo di signora, non se la sente oppure non può in questo momento speciale…!
Ma, pur rispettando il riserbo, ora più che mai comprensibile, la prego di dirmi, se non le è di disturbo, se posso prendere visione della situazione…
Come? Quale situazione?
Ma certo… Difficile raccapezzarsi quando succedono cose di questo genere! Ahimè!
Ma, e lo ripeto, se potessimo sapere qualcosa del barone professore e quant’altro… Sa, per poterci organizzare al meglio, se non le pare troppo disturbo…
Come? Lei è il barone professore in persona?
Mi scusi. Devo fare una telefonata.
«Sono io… Spiegami un po’ la situazione… Dall’elenco che tu mi hai messo nel tablet mi risulta che oggi sarebbe stato destinato al famoso encomiabile professor barone… Che c…… mi hai scritto qui?
30 dicembre 2020. Nome e cognome del suddetto. Pomeriggio…
Hai ragione però: non è indicata la croce nera a fianco del nome illustre.
Pensavo ti fossi dimenticato. Oppure che per il nostro candidato cliente avessero richiesto esplicitamente di non mettere quella croce in quanto lui non credente…
Ma che cavolo di elenco mi hai fatto?
Non si trattava del prevedibile evento luttuoso?>>
Eccomi subito a lei gentile ed eccellente barone.
Mi risulta che ci sia stato un equivoco. Un errore… Un errore di sbaglio in pratica…
Avevano indicato, malauguratamente, che questa sarebbe stata la data per la sua dipartita… Non me ne voglia e mi scusi ancora…
Come dice? Oggi è il suo genetliaco? Non conosco questo termine strano, voglia per gentilezza spiegarsi meglio…
Ah sì, ora capisco… Oggi è il giorno del suo compleanno! E allora vuol dire che sono venuto a farle gli auguri. E non posso neanche ossequiare la signora visto che non c’è qui presente.
Sono davvero “mortificato”… Ops… Mi scusi il termine involontario, modifico dicendo che sono dispiaciuto.
Mi permetta un secondo, ma in questa piccola bottiglietta ho lo sciroppo per la tosse. Devo darne due o tre gollate. Sa, ho un morbillo pernicioso…
Si è uno sciroppo alla grappa. Come lei certo sa, il più adatto rimedio contro il morbillo è lo sciroppo all’acquavite di prugne.
Allora ho davvero commesso un errore. Un errore di sbaglio ripeto. E sono davvero mort… , pardon, addolorato…
Questi dipendenti con partita Iva, mi fanno fare delle figuracce. Eccellentissimo barone, professore, come lei credo abbia capito, ora, non ero venuto a brindare per il suo compleanno o genetliaco che dir si voglia.
Ma meglio così, per lei…almeno...
Il mio assistente mi manda ora un WhatsApp di correzione: aveva sbagliato la data, e invece che il 30 dicembre 2020, si trattava del 30 dicembre 2040…
Buon per lei.
Ma è proprio sicuro di sentirsi bene? Vuol chiedere magari a suo piacere un temporaneo rinvio?
Noi della REPOS come certo le sarà noto, siamo tra le più affermate e stimate imprese di pompe funebri. E il nostro motto:
RIPOSA IN PACE, IN QUEST’ULTIMO MOMENTO…
lo spiega alla perfezione.
Immagino avrà ricevuto in SMS, e-mail , WhatsApp, o su socialnetwork le nostre promozioni e proposte…
Pensi che le avremmo concesso uno sconto del 10%!
Conveniente no?
Perdiamo un cliente, ma spero di avere trovato un amico…
Voglia scusarmi di nuovo.
E anche se non c’è una signora qui accanto a lei ora è sempre, la prego di porgerle tutte le mie più sentite cond… Ops …volevo dire i miei più vivi auguri per il suo compleanno o genetliaco.
Allora, tolgo il disturbo… Alla prossima…voglio dire alla prossima occasione di incontrarla, magari in un’altra più felice, pare che alle cerimonie funebri si rincontrino i migliori amici e conoscenti che si erano persi di vista da tanto tempo…
Alle prossime esequie, riguardanti naturalmente qualcun altro, le assicuro che nel rinfresco finale offriremo brut, bibite, tramezzini e tartine salate…
È opinione diffusa, ce lo dicono sempre tutti, che con noi ci si trova sempre bene… Se potessero anche i cari estinti lo confermerebbero…”
Nanni Omodeo Zorini

lunedì 28 dicembre 2020

EUGÈNE IONESCO E LA CRONACA DI UN AMORE DEFUNTO

 EUGÈNE IONESCO E LA CRONACA DI UN AMORE DEFUNTO

Il teatro dell’assurdo riesce a raccontare con immagini sulla scena realtà spesso inconfessabili.
Qui prende corpo e forma un immenso cadavere.
L’amore ormai defunto tra una coppia…
Un tarlo che come una neoplasia consuma devasta in modo ingombrante l’anima e il corpo.
Disamore…
Sospetto…
Dubbio…
Tarlo mentale…
Ma cresce a dismisura. Occupa tutta la casa dell’esistenza. E l’unica è metterlo fuori. Dove continua a dilatarsi come un immensa mongolfiera… E a librarsi nel cielo sempre più immanente mostruoso e gigantesco.
Demone mentale e della coscienza.
“Tra le commedie minori di Ionesco e tra le meno rappresentate, sicuramente AMEDEO O COME SBARAZZARSENE …
La storia è semplice, scritta nel 1953 e portata in scena per la prima volta a Parigi al Théatre de Babylonie nell’aprile del 1954, racconta l’assurda situazione per la quale la casa di Amedeo e di sua moglie è stata occupata da un "morto progressivo" che invade piano piano tutte le stanze, che pretende tutta l’attenzione dei suoi gentili ospiti, forse all’origine i suoi stessi carnefici, ma ora di sicuro le sue vittime preferite. (https://www.exlibris20.it/le-opere-di-eugene-ionesco/)
…nella commedia in tre atti di ionesco … c'è una coppia, che da quindici anni vive chiusa in casa per via del cadavere di un uomo nascosto in una stanza, che cresce cresce fino a occupare tutta la casa. I due ormai si odiano e l'unica cosa che li tiene uniti è la necessità di tenere nascosto il cadavere che continua a espandersi, a produrre funghi e a sottrargli spazio vitale. A un certo punto, quando la situazione si fa davvero insostenibile, la coppia decide di trascinare il cadavere fuori di casa nella piazza del paese. E una volta in strada, inizia a socializzare con la gente, tutti lo festeggiano, e in un'atmosfera da sogno, finalmente libero e felice, comincia a galleggiare e vola via pieno di gioia verso la via lattea. E tutti giù che gli sorridono allegri e lo salutano con la mano. Maddalena si accorge che forse lo ama ancora, ma ormai è troppo tardi. Lui è volato via leggero di felicità.
“portiamo il cadavere in piazza e liberiamo l'amedeo che è in noi!”
“Tornai sui miei passi. Mi avvicinai al cadavere. Quant’era vecchio, vecchio! I morti invecchiano più rapidamente dei vivi. Chi mai avrebbe potuto riconoscere, in lui, il giovane che, una sera di dieci anni prima, era venuto a trovarci, si era immediatamente innamorato di mia moglie e, approfittando dei cinque minuti in cui mi ero assentato, ne era diventato l’amante quella sera stessa?”

domenica 27 dicembre 2020

Still Life

 Tenerissimo, umanissimo, mesto, triste... ma stupendo...

Alle prime sequenze potrebbe risultare un film noioso piatto non essenziale. John May appare un uomo modesto, semplice, solitario; e svolge un’attività che il suo giovane capo definisce inutile… Indagare ad ogni nuova morte di uno sconosciuto senza contatto alcuno di parenti o conoscenti. Per notificarne loro la scomparsa…
Un insetto come lo definirebbe Gogol… O Kafka.
Meticoloso. Nella pausa pranzo si mangia una mela dopo averla sbucciata a formare un nastro infinito. A cena una scatoletta di tonno, una fetta di pane tostato, un’altra mela.
Apparentemente una vita inutile.
Nei sopralluoghi di ogni nuovo estinto raccoglie informazioni; le seleziona, le colleziona per un suo album personale. Col quale si fa compagnia. Una foto, un’immagine, un documento d’identità… Il resto verrà buttato al macero dalle autorità comunali.
Un collezionista di umanità solitarie, scomparse in silenzio senza dir niente a nessuno.
La metafora: un essere vivente, umanissimo, tenero, che tiene e regge le fila di esistenze scomparse. Il suo capo ufficio, supponente e squallido, glielo dice quando lo licenzia: i morti sono morti…
È l’ultimo caso quello a cui si aggancia, indagando fino in fondo. Per gli altri si era limitato ad assistere, tutto solo, alla cerimonia funebre. Dopo aver raccolto tracce labili di vite scomparse. E alle parole stupende gettate nel vuoto dal predicatore.
Nell’indagine finale, è il vecchio album con foto di una bambina bionda che sorride. Rintraccerà lo sconosciuto, la bambina cresciuta addestratrice di cani. Si daranno del tu. Decide di adottare il suo ultimo cliente/paziente: acquista a spese proprie e regala una lapide e un posto tomba, da collocare in una posizione con bella vista.
Assume un sorriso entusiasta; mette da parte miracolosamente il cliché del travet e anche la borsa. La sua solitudine apparente finisce per pullulare e riempirsi delle presenze degli scomparsi che ha amato, che ama, e che sono stati la sua essenziale compagnia… Lascio il finale agli appassionati veri di cinema e di umanità.
Come dici? Non è un film natalizio? Mancano i presepi, le cornamuse, babbo Natale, i disegni animati della Disney…? La mestizia, la malinconia, la riflessione non sono soltanto uno stato dell’anima… Sono lenti colorate per guardare tutto il mondo con occhi puliti, con umanità, con amore…
Sconsiglio questo film a chi ha gli occhi, l’anima, la mente e il cuore imbalsamati o fasciati con tossiche pelli di salame…
Nanni Omodeo Zorini