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martedì 23 dicembre 2014

NEI MATTINI DI SPERANZA





 NEI MATTINI DI SPERANZA

nei mattini di speranza 
quando l'alba riesce a essere più nuova
e i battiti accelerano il loro ritmo 
sorgono i soli smisurati 
 dissolvendo nebbie grigie di petrolio
l'ansia e i patemi vanno in sordina 
cieli lìmpidi nuovi e azzurri all'improvviso 
senza parole possibili 
dimenticata ogni remora 
acqua di neve zampillata 
caramello di brina 
ciocchi crocchianti di legna da ardere 
folate di tsalmastro sulla pelle tesa 
della pellicola di sale 
un bacio caldo di saliva 
ogni partenza è un nuovo ritorno 
il tuffatore riprende slancio 
il suo profilo si tende all'infinito 
s'inarca nel respiro profondo 
ubriaco il rosmarino e ligustri 
silenzio dilatato si spalanca 
a imparare a memoria la tua immagine 
il calabrone tenta un sur-place da colibrì 
la gonnellina svolazza sull'altalena 
la melagrana conta i suoi chicchi 
di sangue nella mano nei mattini di speranza 
quando l'alba riesce a essere più nuova
e i battiti accelerano il loro ritmo 
sorgono i soli smisurati 
 dissolvendo nebbie grigie di petrolio
l'ansia e i patemi vanno in sordina 
cieli lìmpidi nuovi e azzurri all'improvviso 
senza parole possibili 
dimenticata ogni remora 
acqua di neve zampillata 
caramello di brina 
ciocchi crocchianti di legna da ardere 
folate di tsalmastro sulla pelle tesa 
della pellicola di sale 
un bacio caldo di saliva 
ogni partenza è un nuovo ritorno 
il tuffatore riprende slancio 
il suo profilo si tende all'infinito 
s'inarca nel respiro profondo 
ubriaco il rosmarino e ligustri 
silenzio dilatato si spalanca 
a imparare a memoria la tua immagine 
il calabrone tenta un sur-place da colibrì 
la gonnellina svolazza sull'altalena 
la melagrana conta i suoi chicchi 
di sangue nella mano

giovedì 13 novembre 2014

C O M E T E E A M O R I S I D E R A L I

 13 novembre 2014

C O M E T E E A M O R I S I D E R A L I
(l'Europa non ha inventato solo l'euro...!)
[Da 3,342 UA di distanza dal pianeta fesbucchiano…è stato appena rinvenuto dai telescopi a microimpulsi extrasistole un frammento di messaggio nello spazio siderale]
da Philae…”Per gli umani viventi sul pianeta terra del sistema solare il "verbum"… la parola è un elemento magico essenziale per pensare concepire… esistere…
Mi avevano chiamato Philae… Che è il nome dell'isola sulla quale era stato eretto il tempio di Iside…( Inno a Iside)
[ Tratto dal Papiro di Ossirinco n.1380, 1. 214-216, risalente al II secolo a.C (dimensione e misura temporale del divenire... come si trattasse di cosa diversa dallo spazio...).: Dea dalle molte facoltà, Onore del sesso femminile… Amabile, che fa regnare la dolcezza nelle assemblee, … nemica dell'odio … Tu regni nel Sublime e nell'Infinito….Tu trionfi facilmente sui despoti con i tuoi consigli leali… Sei tu che, da sola, hai ritrovato tuo fratello (Osiri), che hai ben governato la barca, e gli hai dato una sepoltura degna di lui.…Tu vuoi che le donne (in età di procreare) si uniscano agli uomini.…Sei tu la Signora della Terra … Tu hai reso il potere delle donne uguale a quello degli uomini! ]
…ma nel suo suono, il nome Philae appioppatomi, ha qualcosa che ricorda "filos" che in greco significava amore.
Abbiamo trascorso un tempo infinito seppure brevissimo congiunti completamente io e lei… la sorella, amica, sposa, vestale, compagna, madre… che avevano voluto chiamare Rosetta…come la città egizia nel delta del Nilo… (là dove capitava spesso di imbattersi in stele di pietra incise...da usare per decifrare linguaggi criptici degli umani extraterrestri di quella landa...qualcosa di simile a google traduttore...)
Ci siamo amati per un tempo indefinito pur senza poterci mai vedere o conoscere… Viaggiavamo nell'iperspazio congiunti ma senza averne coscienza appieno…
E fu solo quando stavamo arrivando alla nostra meta 67P… (di professione e di natura cometa) che ci staccammo dalla nostra simbiosi inconscia…imposta... involontaria... e potei finalmente vederla e lei potè guardare me... imprimendosi la mia immagine… ed io la sua…
E fu solamente allora che io scopersi di amarla e lei di amare me.
Sono sceso da poco sul formaggio siderale secco e friabile che viaggia trascinando la sua coda nera ( illuminata dal sole che la fa apparire bianchissima... come capita al pulviscolo...ai raggi estivi dei pomeriggi...)…
67P si lascia ora cavalcare docilmente nella corsa verso il loro sole Elios… Ma l'amore immenso che mi ha ormai legato alla mia sonda, e lei a me, è assolutamente indissolubile… La nostra materialità reciproca segue gli input che ci sono stati caricati… Ma le nostre essenze e le nostre anime di oggetti fluttuanti nell'immenso buio di questo pezzetto di cosmo di questa loro galassia umana… restano agganciati per il tempo infinito che non ha termine, definito dai loro ingegneri spaziali e dagli altri umani: "eternità" (termine senza significato alcuno... invero) !
Inconsapevole io, inconsapevole lei... sentivamo dentro le nostre anime meccaniche e digitali che presto ci saremmo potuti/dovuti vedere, conoscere, amare infinitamente, possedere… (guardarsi e vedersi è, quassù, un atto d'amore)
A ben 3,3422935611 Unità astronomiche [UA pari alla distanza in km tra terra e sole... briciole nella clessidra del tempo spaziotemporale...], qualcosa come 500 milioni di chilometri terrestri… Lontani da quello sperduto pianeta in quello sperduto sistema solare in quella sperduta galassia… è nata la scintilla… L'impulso primordiale della legge d'amore che mi lega ora per sempre alla mia sonda e la mia sonda a me… dove l'ineffabile significato di quel "verbum"... <<per sempre>> ha qualcosa di indescrivibile indefinibile incalcolabile… Ma estremamente tenero amorevole affettuoso delicato struggente…
E mi perdoni il lontano amico chiamato Italo, che raccontava teneramente di antenati galattici, e di quel suo buffo Qwfwq, la mia improprietà di oggetto digitale e meccanico, nel tentativo di descrivere emozioni che solo gli umani dovrebbero poter provare…e specialmente poter descrivere…
La mia dimensione definitiva e stabile è ora di stare sospeso a cavallo...aggrappato ai crini della criniera e della coda di questo oggetto cosmico volante... fin quando il sole ci assorbirà insieme e saremo di nuovo energia generatrice di nuova energia… (ebbene, sì,... sono un "anticreazionista”... alla faccia dei bacchettoni e bigotti spazial-teistici...)o

domenica 14 settembre 2014

SITAR ELETTRICI...

sitar elettrici saltellano
movenze nel palco remoto

affiorano gesti accennati
ammiccano accordati

meste nostalgie accorate
melliflue carezze di reciproci
sguardi cobalto sfumato giù giù
in apnea dal fondo della foto
stemperato da mozzare il fiato
di tuffi al cuore Artemisia

umido ricordo scivola
bava di lumaca segnando

tracce indelebili tattoo e
resurrezioni oniriche

veleggiano mari celesti
fiati caldi saporosi d'essenze
pregne del sapore di te
intenso ebbro invasato
allaccio sensi assolati
del tuo sole Artemisia

Nanni Omodeo Zorini 6 agosto 2014

OSSIMORI

OSSIMORI e giochi

tempesta dolcissima di sensi
asincrona pulsa dentro e senti
nel tempo dilatato e pensi
sogni remoti presenti

muta melodia di celeste
Indossi pudica di seta
leggera sul nudo ti veste
sgorga risa la tua voce lieta

calmo pacato batticuore
clessidra con sabbia di talco
turbinio d'ali ritma  ore
nuoto la tortora col falco

sorriso intenso spaventato
geroglifici da sera ricami
sfolgorando di fosforo dorato
tremi godendo l'uomo che ami



e ci sono attimi...

…e ci sono attimi in cui temo
che l’ immagine scompaia
e non riesco a metterla bene a fuoco
soltanto rimane il profumo esotico
dello sguardo
degli occhi di cielo intenso
e attendo secoli infiniti prima
di poter afferrare di nuovo il gusto ….
il sapore della saliva
il tremolio
della voce umida
il pulsare
dell’ anima
l'umido intenso
caldo del corpo
di ragazza
ma so già che nascosta nel verde
dei garbati pendii
l’ immagine esiste
trema libera nel batticuore
pulsante l’ anima giovane
splendida
luminosa salvezza
sempre
molto vivida
libera
incantata
ebbra
di sole
abbacinante

CIELI DILATATI...

Cieli dilatati oltre misura
colmi di infinito
oceani azzurri di nuvole in maxischermo
silenzi tarlati di brusio
si attardano a raccontare la sera

alla clessidra sfocata anemica
centellina polvere di sabbia
le formiche dei tuoi passi
sfiorano altrovi di velluto
al pulsare del tuo sangue asincrono

caramelle d'assenzio profumano
sogni di celluloide ingiallita
dove ruscelli di lava rovente
fanno a botte per raggiungere l''attesa
a indossare camicie di ghisa fumante











BARATTO

BARATTO
Lui mormorava
PRENDERE
fragranza del tuo guardare
profumo di malva e rosmarino della tua pelle
indaco intenso del tuo respiro
tua coraggiosa titubanza
battito d'ali delle tue ciglia
tua timidezza appassionata
profonda sonorità del tuo riso
allegria smisurata dei tuoi sorrisi
DARE
fiordalisi di parole
assonanze di versi raminghi
sogni entusiasti e trasgressivi
trepidazione rabbiosa
urla sfrenate di gioia
cavalcate a briglia sciolta nel vento
mani di olivo nodoso
incertezze spigliate
tremolio di extrasistole abbacinati

DANZA
con tuffi al cuore avvinghiati
intanto
si prendevano con sapiente
euforia
guardando da fuori il loro gioco
in campo lungo






AMARTI...
...mi piace così senza burrasche
né sconquasso di devastazioni
senza tremori delle mura
e schianto di vetri fracassati
ma distesi abbandoni di ruscelli
dilagare di lava nella valle
crepitare di sciocchi resinosi
e danza avvolgente della fiamma
lo stupore di neve che sovrasta
e il sorriso gentile di asfodeli
mentre la sera mi regala il nudo
dei suoi seni di cristalli di rugiada
agli occhi arrossati e lucenti
dal vento garbato di acqua pura...

A h i ,   c o m e   d i r l o ,   s ì
 m i a   c a n z o n e   g a r b a t a   d i   b e t u l l a ,
 M i o   s g u a r d o   a p e r t o   a l l ' i n f i n i t o
 M i a   v o c e   s u s s u r r a t a   d i   f o n t e
 A h i ,   c o m e   d i r l o ,   s ì
 A l l a   s e r a   c h e   s i   v e s t e   d e l   s u o   n u d o
 A l l e   c a m p a n e   c h e   r i d o n o   d i   b r o n z o
A l l a   b r e z z a   c h e   c a m m i n a   n e l l ' o m b r a
A h i ,   c o m e   d i r l o ,   s ì
P r i m a   c h e   i l   t e m p o   s i   t r a v e s t a
P r i m a   c h e   i   b a t t i t i   r i s u o n i n o
P r i m a   c h e   l e   p a r o l e   b a l b e t t i n o
A h i ,   c o m e   d i r l o ,   s ì
 S e n z a   o r t o g r a f i e   p l a u s i b i l i
 S e n z a   m o n o s i l l a b i   e s a u s t i
 S e n z a   c a n t i l e n e   c o n s u n t e  
 A h i ,   c o m e   d i r l o ,   s ì
 I l   s i l e n z i o   g u a r d a   p e r p l e s s o  
 L o   s t u p o r e   r i d e   d i   c o r i a n d o l i
 I l   t u o   f i a t o   r e s p i r a   i l   m i o

voglia d'autunno

C'era una specie di voglia d'autunno
Desiderio diffuso di nebbie
Tepori tiepidi e fumi di legna
Camini crepitanti di ciocchi
Goduti da lontano
Immotivati

Gustavamo
Profumi
Di minestre vaporose
Densi di prezzemoli
Patate e porri
Intenso
Sai

Con desiderio del fiato
Che regali
Sguardi lunghi
Betulle bianche
Respirare affannato
Gradito
Prima di vederti andar via
Col groppo di nostalgia precoce

Così
Senza motivo alcuno
Nell'aria immobile
Di agosti e settembri  sospesi
Sfumati
Incerti
Senza le promesse
Di eternità
Ancora

Al davanzale
Attendendo
Qualcosa
E anche tutto
Ma senza fretta

Speranze
Di profumo di mele

metafora
delle botte crudeli brutali
su noi orfanelli di un tempo
degli strumenti di sterminio pianificato
delle mostruose pulizie etniche
che vollero sradicare armeni curdi
ebrei indios neri comunisti eretici
infedeli dolciniani anticomunisti
streghe pensatori esseri liberi…
con i roghi o vuoi con catene
con forni crematori fosse comuni
droni trincee deportazioni in stadi
stupri corrente elettrica nella carne
gulag autocritiche fucilazioni
riabilitazioni maccartismi
sterilizzazione di massa
clamore di urla disperate
funghi atomici carbonizzanti
incubi manicomi criminali

i bambini di un tempo conservano
le loro lacrimucce seccate come croste
nell'aria aleggiano corpicini dilaniati
nudi devastati dal napalm
ceneri consunte su pire feroci
orrore negli occhi disperati
urlo delle sirene con deflagrazioni
macerie di ogni tempo
carcasse macilente trasudate
nel girone infernale reiterantesi

oscenamente anch'io al cielo
"con amendue le mani le fiche" rivolgo
trasgressivo ostentando orrore
disperazione rabbia feroce
urlo di vendetta fame di giustizia
che gli umani sanno solo raccontare
e che altri troppo assenti non osano

e con occhi puliti cerco nel guardare azzurro
la speranza e l'amore
ingenui sorrisi del cuore
con la tua immagine indelebile
salvifica pura assoluta

incurante che universalmente
il diluvio devastante
globale metafora
anche lui come tutti
urli il suo proclama di morte

con occhi sbarrati cerco
nel guardare d’azzurro pulito
della tua immagine indelebile
sorriso terso
d'amore  e speranza
salvifica pura assoluta
al  cuore affranto

e tutto e tutti rimaniamo per sempre
metafora di noi stessi

tranne il tuo sorriso

in cui volentieri mi perdo
Mi sono regalato
una passeggiata di parole
perché ero ancora, sempre
lì ad aspettare il tuo ritorno
e volevo sgranchirmi l’anima
e la bocca
e il corpo tutto
la strada camminava piano, con me
e il respiro non era affannoso
i passi non erano più laceri
e stanchi
Vedevo passare gli attimi
col contagocce della medicina d’erbe
e l’aria s’era fatta calma e curiosa
contavo le ore al campanile d’Ornavasso
e le mezz’ore
e i quarti
senza fretta
sonori e dolci
come un’infuso di malva e menta
come una medicina d’ombra
come un soffio di vento nuovo
Carezzavo la tua immagine
che mi riempie l’anima
il tuo nudo morbido e bagnato
i tuoi sorrisi di cioccolato al latte
il tuo respiro profumato di rosmarino
il tuo sguardo proteso e tersolLe tue parole vellutate come albicocche
le tue cosce lisce come peschenoci
E la strada mi veniva dietro
complice e sorniona
semplice come bere il latte
tiepida come la tua pelle
remissiva come una capra
sicura come la speranza
risoluta come la determinazione
E le parole giocavano a nascondino con le foglie
i sassi luccicavano lisci
i tuoi pensieri colmavano l’aria
e veniva
pian piano
la sera

I giorni cantano, come fontane allegre, senti?
E si colorano d’attesa e di speranza, mentre ti accompagno,
mano nella mano, sulla strada verde dove incontriamo
sguardi calmi e distesi, albe smisurate e tremolii di stelle.

Il sole bacia caldo le tue gote arrossate,
il mare lontano risciacqua le sue onde,
con promesse mormorate e freschi abbracci.
E tutto rimane sospeso, tremolante, stupito.

I giorni centellinano con gusto i mesi e gli anni,
mentre cammini serena e calma. Gli appuntamenti
del tempo stupiscono augurali; la trepidazione
si fa vermiglia mentre cresce lo splendore del tuo sorriso.

grazie a te per esserci
e al cielo per averti incontrata

lunedì 26 maggio 2014

Copyright

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lunedì 10 febbraio 2014

 NINNA NANNA AL SOLE INNAMORATO 10-02.2014

Il tempo si è messo il pigiama
e conta le favole al sole
le ninne per farlo dormire
e coccola i raggi calanti
"...e c'era una sabbia una volta
dorata più fine di farina
e polvere leggera di nebbia
volava sempre all'insù
dormi bambino mio bello
dormi ti prego anche tu"
già sogna la stella che ama
tenendo i pugnini all'insù
sorride e bacia la luce
sdraiata sul morbido blu
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