c'era
quel vivere quotidiano nell'accontentarsi
le
routine abituali la lista della spesa lo straccio da passare
il
latte da comprare col secchiello ma solo quando c'era
in
coda per il pane e la carne e i formaggi
gli
occhi sempre bassi a farsi i fatti propri
nelle
case le cucine dai pavimenti passati a cera
perché
lo facevano tutti e ti sentivi controllata
tra
vicini parenti congiunti tutti insomma
dalla
scatola di legno grigliata della radio
le
valvole luminose come braci raccontavano
con
voci roche alternate a frivole canzoni
pericoloso
girare la manopola delle sintonie
ascoltando
il gracchiare di voci sconosciute
solo
volte si affacciavano parole vere libere
abbassando
il volume e alzando gli sguardi
timidi
e sospettosi per non essere scoperti
tremava
il cuore a fantasticare una possibile libertà
di
gesti di atti di parole di possibile ribellione
sapevi
che era possibile proibito e sublime
uscire
dalla gabbia quotidiana finché
i
colpi secchi di vecchi fucili annunciarono
che
altri per fortuna rischiando avevano cominciato
ci
passa ora addosso come un vento rituale
il
fugace ricordo di quei primi atti a resistere
altri
vanno con bandiere rosse e tricolori
perché
è l'epoca delle ricorrenze il nostro tempo
perché
rimani dunque ancora legata a gesti desueti
quando
sai che vorresti urlare la tua personale
liberazione
fuggendo e inventando il presente e il futuro
e
covi dentro sogni di speranza e di rinascita
nel tu
tum batticuore mormorando a mezza voce
che
forse magari vedremo un giorno di questi
prenderai
la tua vita il tuo corpo i tuoi sensi nelle tue mani
per
farlo anche tu questo atto ribelle totale assoluto
lasciando
ad altri le cose che fanno tutti
e
butterai fuori le risa che tieni celate di dentro
che
regali soltanto nell'intimo proibito e segreto
liberare
resistenza liberare parole liberare sogni
non
occorre guardare il calendario per scegliere il momento
ti
prude la voglia aspetti il coraggio tenti sguardi in su
sornioni
e bambini e mormorii che presto molto presto
lo
farai certo che lo farai prima o poi lo farai e sai
che
la voglia è forte e aspetti che ti venga un raptus
ribelle
bizzarro libero di sorrisi e di urla felici
liberazione
è pronta
lo
sai dentro lo vuoi
lo
vorresti forse anche
ma i
gesti ancora pigri
rimangono
a crogiolarsi
dentro
il pigiama
che
ti avevano confezionato
su
misura
tiepido
e comodo
ingombrante
nello
sguardo bambino
che
guarda in su
buttare all'aria tutto quanto
afferrare
il presente
e il futuro
dire
parole ferme
per
un eterno
definitivo
assoluto
25 aprile
Nessun commento:
Posta un commento