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martedì 25 aprile 2017

c'era quel vivere...

c'era quel vivere quotidiano nell'accontentarsi
le routine abituali la lista della spesa lo straccio da passare
il latte da comprare col secchiello ma solo quando c'era
in coda per il pane e la carne e i formaggi
gli occhi sempre bassi a farsi i fatti propri
nelle case le cucine dai pavimenti passati a cera
perché lo facevano tutti e ti sentivi controllata
tra vicini parenti congiunti tutti insomma
dalla scatola di legno grigliata della radio
le valvole luminose come braci raccontavano
con voci roche alternate a frivole canzoni

pericoloso girare la manopola delle sintonie
ascoltando il gracchiare di voci sconosciute
solo volte si affacciavano parole vere libere
abbassando il volume e alzando gli sguardi
timidi e sospettosi per non essere scoperti

tremava il cuore a fantasticare una possibile libertà
di gesti di atti di parole di possibile ribellione
sapevi che era possibile proibito e sublime
uscire dalla gabbia quotidiana finché
i colpi secchi di vecchi fucili annunciarono
che altri per fortuna rischiando avevano cominciato

ci passa ora addosso come un vento rituale
il fugace ricordo di quei primi atti a resistere
altri vanno con bandiere rosse e tricolori
perché è l'epoca delle ricorrenze il nostro tempo

perché rimani dunque ancora legata a gesti desueti
quando sai che vorresti urlare la tua personale
liberazione fuggendo e inventando il presente e il futuro
e covi dentro sogni di speranza e di rinascita
nel tu tum batticuore mormorando a mezza voce
che forse magari vedremo un giorno di questi
prenderai la tua vita il tuo corpo i tuoi sensi nelle tue mani
per farlo anche tu questo atto ribelle totale assoluto
lasciando ad altri le cose che fanno tutti
e butterai fuori le risa che tieni celate di dentro
che regali soltanto nell'intimo proibito e segreto

liberare resistenza liberare parole liberare sogni
non occorre guardare il calendario per scegliere il momento
ti prude la voglia aspetti il coraggio tenti sguardi in su
sornioni e bambini e mormorii che presto molto presto
lo farai certo che lo farai prima o poi lo farai e sai
che la voglia è forte e aspetti che ti venga un raptus
ribelle bizzarro libero di sorrisi e di urla felici

liberazione è pronta
lo sai dentro lo vuoi
lo vorresti forse anche
ma i gesti ancora pigri
rimangono a crogiolarsi
dentro il pigiama
che ti avevano confezionato
su misura
tiepido e comodo
ingombrante
nello sguardo bambino
che guarda in su

 buttare all'aria tutto quanto
afferrare il presente
e il futuro
dire parole ferme
per un eterno
definitivo
assoluto
25 aprile


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