CHE C'È
deposte allora le orrende spade
i pennoni alzavano le antiche vele
al vento favorevole verso quell'isola
smarrita la strada per Itaca
lasciato il fascino di circe e i fiori di loto
spenta l'unica luce al mostro polifemo
a frugare per mari e oceani cercando
di far sempre rotta verso quel luogo incantato
fresco di brezza e di ghiacci immensi
che certo poteva
che certo doveva pur esserci
col cuore e il sangue e i lombi e il fiato
ribollenti del fuoco di lava
rovente e gelato come sa esser la vita
a naufragare contenti
di quella speranza inesausta
che fosse
che era
che è possibile
il viaggio
perché la meta forse c'è
per davvero
dietro gli ultimi marosi
tra le montagne di ghiaccio dei nord infiniti
tra sbuffi allegri d'acqua salata
e il sogno continua a galleggiare
a mezz'aria miraggio regale
e reale concreto
colmando il cuore di aspettativa tremante
e l'isola che non c'era
ora c'è
forse
può darsi
magari
e s'appresta a spalancare i propri fiordi salati
di salmastro e di odore di bosco
mano al timone
le ciglia bianche di salsedine
il viaggio continua
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