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venerdì 22 marzo 2019

LA FOIBA DELLE COSE SMARRITE
era stato ragazzo un tempo
smarriva spesso penne stilografiche
temperini dalle lame d'acciaio
taglienti affilate
piccoli giochi che si era costruito da solo
aveva perso tante altre cose
la famiglia
la casa
il padre
parenti
che aveva rivisto sdraiati e freddi assenti e dimentichi di tutto
ora non perdeva più le stilografiche
perché da molto
non le usava
qualche volta sì qualche coltellino molto bello
dalla lama d'acciaio lucente
perdeva i telefonini i tablet sonori
le batterie esterne di riserva
degli occhiali qualche volta anche
il treno dell'ossola

molti oggetti li aveva a volte
anche ritrovati fortunosamente
però oggi gli era capitato per caso
di frugare con le dita in una foiba del tempo
tante cose il babbo la nonna emma
parenti
stilografiche che ancora perdevano inchiostro antico
per macchiare le mani
il portachiavi a forma di bussola
orologio
che aveva l'aspetto di un timone da nave
tante cose
il ricordo di donne mai più incontrate
emozioni e profumi lontani
in quella foiba
sotto la coltre
di muschio e licheni
e tutto quanto
anche se ormai...
si guardò in giro di nuovo
se avesse smarrito ancora
un'altra volta l'angelo gentile
tenero sensuale filastrocca che aveva coronato
la sua età matura
tutta quanta
col suo riso e la sua voce nuova
da bambina monella
con lo sguardo
di cielo perduto nella foiba del passato
sorrise a se stesso
ingranò la quinta marcia
l'avrebbe trovata
si mise a sorridere a se stesso
e un altro sorriso mandò
alla primavera recente
appena sbocciata come fiori
la poesia d'amore del suo amore
per il suo amore
amato
Nanni Omodeo Zorini
(foto web, le fosse carsiche delle foibe, inghiottitoi verticali, buchi e orridi... da perderci qualcosa...)

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