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domenica 10 novembre 2019

SUL FILO DEL RASOIO… (?)




SUL FILO DEL RASOIO… (?)
"Blade runner" tornato in questi giorni a essere argomento di discussione e di chiacchiere, anche per via dell'incendio fascio-mafioso a Centocelle, e insieme per la figura dell'attrice protagonista... Non è solo queste cose qui.
Mi ha colpito molto, affascinato, intrigato per una serie infinita di aspetti.
L'ambientazione del mondo distopico futuristico degenerato. Torbido.. Sostanzialmente malato. Ma coerente a se stesso. Abbastanza ininfluente se non per costituirne la trama, la vicenda della caccia/sterminio degli androidi. Come pure il ruolo del torbido cacciatore di taglie. Confesso che questo è solo il brodo di coltura nel quale si sviluppano alcuni temi che a me hanno davvero toccato l'anima.
Nella Los Angeles del 2019 (come poteva prefigurarla pessimisticamente Ridley Scott 36 anni prima), tutto è fumoso, offuscato, la macchina dell'esistenza va avanti per forza d'inerzia. Ma lì viene collocato l'episodio. L'esistenza umana può essere riprodotta da un demiurgo/ingegnere… E può risultare difettoso il prodotto finale. Ha una vita limitata. Caratteristica compensata dalle facoltà eccezionali e straordinarie delle creature.
Gli androidi simili a umani veri, di essi molto più stupendi e perfetti, con un curricolo e un repertorio di ricordi artificiali e artificiosi in dotazione, sono coscienti di questi limiti. Colmi di rancore nei confronti del demiurgo. Tranne la protagonista Rachel.
Non apprezzo particolarmente l'attrice e la donna che l'ha interpretata.
Sean Young nasce il 20 novembre 1959. Compie a giorni sessant'anni.
Sembra appannata nel film, è un esemplare particolare: incerta essa stessa se i ricordi che crede di avere siano autentici o artificiali. Come le foto di lei che appaiono, come la sua capacità di suonare il pianoforte.
Quello che mi affascina maggiormente è proprio questo: nella narrazione la perfezione one del prodotto di creazione; insieme con i suoi limiti; i suoi dubbi; un essere perfetto ma insieme difettoso…
Metafora significativa della realtà di noi umani!
E anche quell'apparente refuso in fase di distribuzione con la versione a scopo commerciale, contenente quel monologo con voce fuori campo: "… Io non sapevo e neppure lei lo sapeva quanto tempo avrebbe potuto ancora vivere Raqhael… Ma d'altra parte, chi di noi può sapere questo…?!" Dice Rick Deckard/Harrison Ford .
Come è improbabile e insieme intrigante la creazione di umanoidi perfetti ma difettosi rispetto alla durata della vita, così nella vicenda del film, improbabile, ma insieme attraente la vicenda d'amore tra lo spietato cacciatore di androidi, cupo, ombroso, alcolico, e la affascinante umana/androide… Anche l'innamoramento e l'amore, come ipotesi fantasiosa, possibile forse, ma insieme improbabile…
Un errore commerciale l'aggiunta abbastanza inopportuna,forse, e fuori posto dell'auto aperta che corre tra le polveri e le dune americane, e quella voce fuori campo… Un errore significativo. Realistico. Reale: anche quella versione esiste ed è stata fatta circolare!
Con la fantasia possiamo inventare storie. Amori. Vicende. Piacevolezze e disastri.
La realtà non è soltanto quella fisica e materiale. Ma è costituita anche dai pensieri e dai sogni. Conoscere è ricordare? Sognare? Desiderare? Narrare?
Il racconto è denso e ricchissimo di spunti. Ciascuno di noi se ha amato Blade Runner, se l’ha gustato, metabolizzato, rivissuto, ci ha trovato una propria lezione e visione particolare. E questo mi diverte dirlo in occasione del compleanno prossimo di Raqhelle/ Sean Young.
(E anche della contemporanea ricorrenza tra l'epoca della ambientazione e questo nostro attuale presente)










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