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corazza di fragilità indosso
ostentata cocciutaggine di maniera
cioccolatini inghiottiti di soppiatto
come bugie da covare segrete
il naso di legno diventa sempre più lungo
delusa da sola di se stessa
indifferente e noncurante insieme
rassegnata da sempre molto
dove l'abitudine diventa un male definitivo
verso nuove tane di nuovi lupi
ostinata coazione a ripetere
e orgasmi di sofferenza compiaciuta
si allontana incerta e decisa
verso il suo nulla
da stentare addirittura a riconoscerne il profilo
la sagoma mentalizzata
staccandone lo stelo dal prato dove era stata scelta
magari per farne una regina davvero
si confonde nelle brume di dicembre
incerta tra ostentare lacrime
oppure risa di monella sfrenata
e intanto scivola via
con quel sorriso triste
rassegnato per sempre
a perdersi
per sempre
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