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mercoledì 4 dicembre 2019

LA STORIA DELLE SARDINE (e dello squalo farlocco…)

LA STORIA DELLE SARDINE
(e dello squalo farlocco…)
«Dai, nonna, ti prego… Raccontamelo un'altra volta mi piace sentirti… Racconta tutto dall'inizio…»
Muovendo appena le labbra come era sua abitudine, con gli occhi spalancati che guardavano la piccina, l'anziana iniziò…
«Ormai non se ne poteva proprio più. Già altre volte avevamo provato tutti insieme a protestare, ma poi tutto era andato a finire in niente. Ogni volta appariva sulla cresta dell'onda un caimano o la pinna scura dello squalo fanfarone di turno.
Fino a quando ruttando e vomitando frammenti di copertoni d'auto si era messo a sbraitare, travestito da squalo tigre, un personaggio invero molto modesto ma nel quale tutti presero subito a guardare come all'individuo mandato dal destino.
Diceva corbellerie, ingurgitava tutto a più non posso, e come spesso capita in questi casi molti credettero di riconoscere un vero idolo. Non sapeva esprimersi. Era ignorante sgarbato e malvagio. Fu facile per chi non aveva niente dentro di sé guardarsi in lui come in uno specchio. Riconoscendosi.
Allibiti, gli altri come noi, erano rimasti interdetti, muti come pesci. Sembrava impossibile tutto quello. E addirittura sembrava impossibile opporsi.
I pavidi, gli ignavi, gli inetti, presero a ronzargli intorno, a blandirlo, a decantarne la bravura.
Un brivido si diffuse. Ricordi mostruosi del passato riapparvero come fantasmi concreti. Fin quando…
Lo squalo tigre farlocco, tra una stupidaggine e l'altra, commise una serie di errori macroscopici.
Ma ancora nulla si muoveva. Poi…
A gruppi, spontanei, sorridenti e pacifici, si formarono sciami e banchi molto fitti. Così fitti da colmare appieno gli spazi più ampi. Pensa che addirittura, tanto erano numerosi nel riunirsi che venne appioppato loro il termine di sardine.
Prima di qua. Poi di là…
Ogni momento un gruppo nuovo si formava. Ronzavano e ballavano in tondo. E senza improperi o violenze. Si limitavano a dire e a cantare il loro ottimismo e la loro speranza. La loro volontà di cancellare ignoranza, violenza, brutalità, malanimo e malafede.
E dopo un po' si accorsero che le loro schiere fitte fitte, i loro sguardi puliti, i loro saluti cantati con cui si dicevano l'un l'altro bella ciao, erano diventati contagiosi. E finirono per scoprirsi molto più numerosi degli squali malevoli. Fino a quando, con gli ultimi digrignamenti di denti dalle fauci spalancate, lo squalo tigre fasullo, dovette rendersi conto che il suo carnevale era finito.
I suoi accoliti che non avevano capito niente della situazione, provarono a continuare con le loro cattiverie. Ma ormai nessuno li considerava più. Nessuno li vedeva ormai più.
E così è andata, piccola mia. A noi sardine e agli altri viventi. I mari gradualmente tornarono sereni al vento di bonaccia. E chi era in buona fede poté finalmente occuparsi dei veri problemi del nostro mare. E sono tanti piccola, sai! Perciò cresci in fretta. C'è molto da fare per tutte noi sardine e sardini… E magari siamo ancora in tempo.…»
La piccola sardina argentata aveva riso nel suo cuore. Come ogni volta che sentiva il racconto della nonna.
Poi, guardandosi intorno notò degli sciami fittissimi di banchi di pesci sorelle e fratelli, e si unì a loro.

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