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venerdì 9 settembre 2016

L’AMORE DELLE TRE MELAGRANE -.11

·         L’AMORE DELLE TRE MELAGRANE -.11- dopo i primi giorni di scuola da maestro-
·         La ragazza di 1000 anni prima, divenuta ora mamma, aveva continuato il dialogo in Messenger con il suo antico maestro incanutito. E a lui ogni volta batteva il cuore riandando con nostalgia a quel tempo lontano, che teneva congelato nella memoria in stand-by. Riprendeva continuità con il proprio passato con la propria vita. Sentiva che la stava prolungando. Dilatando. Appena arrivava un nuovo messaggio nel socializzava il contenuto con la sua amatissima fanciulla. Alla quale pure batteva il cuore insieme al suo di tenerezza, perché vedeva o credeva di vedere un prolungarsi all'infinito all'indietro e in avanti della vita della mente del pensiero nell'anima dell'uomo della sua vita.
La conversazione, magicamente incanalatasi nell’etere, aveva ripreso a viaggiare alla grande. A quel punto il narratore, che un po' per narcisismo, un po' anche per senso della realtà e obiettività continuerò qui a chiamare Nanni, ebbe qualche pruderie, qualche scrupolo… Avrebbe potuto continuare a chiamare i personaggi di questa conversazione con dei "non nomi" fatti di lettere illeggibili!? Decise a quel punto, che avrebbe chiamato l'alunna ragazza mamma ora: Olga. Così. Per impulso. "Speriamo che non ci rimanga male e che ne sia contenta, disse tra sé il narratore, bofonchiando…"
Olga-Sono all'aeroporto di Tallin e aspetto di tornare a casa, ho letto ora il tuo ricordo del ragazzo contadino della frazione  dove io tutt'ora abito. Ti ricordo che avevamo addirittura fatto una uscita di un'intera giornata tra i sentieri nei prati di proprietà della famiglia di F……., così si chiama quel ragazzo. Non ha avuto vita facile, arrestato, ferito a coltellate, molto spesso ubriaco, non è stato facile neppure per la famiglia che qualche anno fa ha addirittura cambiato residenza per non avere più a che fare con lui. poi c'era L….., un piccolo argento vivo dai riccioli neri, sposato con un' inglese purtroppo ci ha lasciato proprio qualche mese fa a seguito di un infarto, è stato il primo che se ne è andato e mi ha messo in crisi, sia perché era un altro che nascondeva i suoi sentimenti dietro a una bevuta o una chiassata sia perché quasi a tutti i miei compagni volevo veramente bene. Ora più che mai mi accorgo che quanto si riceve o non si riceve da bambini condizioni il futuro, chi è forte può cambiarlo chi non lo è può spesso subirlo. ma i ricordi più teneri mi arrivano proprio da chi non ha saputo essere troppo forte.
Nanni- Cara Olga,, grazie del tuo messaggio. Certo, F…..,, ma ovviamente non ho voluto mettere il nome come non ho messo neanche quello del paese o della frazione...per rispettare la privacy. Il ricordo che hai letto fa parte di una specie di romanzo/racconto che pubblico solamente sul mio blog(nanniomodeozorini.blogspot.com) e su FB...( estremamente deluso dagli editori che con gli autori non ancora noti ne approfittano e chiedono soldi per stampare e come ho verificato al salone del libro non diffondono le opere ma la regalano in omaggio…! ) Ora che mi hai descritto L….. mi viene in mente di lui. Il ragazzo che nel racconto faceva i salti zompandò per aria e notando che quella maestra si era fatta rifare la plastica nasale, capelli rossi, efelidi, era pur della frazione mi pare, ma non me ne ricordo il nome. mi sono limitato a citare due episodi di F….. che mi aveva morsicato la mano e che poi ero riuscito almeno allora a recuperare con quel ruolo di aiutante maestro di scienze; e quello del naso rifatto…! Se avrai modo di metterci gli occhi, noterai che è una narrazione a puntate, con un misto di montaggio di chat, di ricordi e di chiacchierate. Un contenitore che a me piace molto nella narrazione, con la struttura portante determinata da una rilettura pretestuosa della fiaba da Italo Calvino: da ciascuna delle tre melagrane  esce un pezzetto di epoca o di dimensione narrativa. Per ora sono nella prima, quella della realtà o pseudo realtà narrativa. La seconda, per ora solo accennata e anticipata, è quella dell'ipotesi di lettura del passato come se le cose di allora fossero andate in un altro modo. La terza prescinde assolutamente dall'incontro che il protagonista ha con la sua coprotagonista narrativa, e si riduce alla miseria malinconica di un passato senza quell'episodio vivificante! Mi sono permesso di spiegartelo perché spesso nelle mie narrazione uso una struttura complessa o addirittura complicata.Prima o poi mi capiterà di fare dei giri in auto o con il mio maxi scooter, anche per venire a rimettere il naso in quei posti e poi per cercare lassù un pied à terre... che da quando ho lasciato per i motivi che ti ho detto altrove la casa che avevo in quelle parti. Da  qualche anno cerco qualcosa ma non trovo nulla di adeguato (monolocale autonomo, senza i prezzi astronomici da turista …!) da quando sono in "quiescenza" dopo l'insegnamento e 26 anni da dirigente scolastico, mi dedico a scrivere versi, narrativa, pamphlet o cose varie sul socialnetwork. E ovviamente mi dedico a ricordare, vivere, a raccontare, ridere e nel limite del possibile essere felice! Immagino naturalmente che dato che stavi per imbarcarti quando mi hai scritto mi leggerai al tuo arrivo in Italia, a casa…
Utilizzati bene anche i socialnetwork servono per comunicare davvero, riallacciare relazioni, fare circolare idee e pensieri. Chi ama scrivere desidera soprattutto trovare i destinatari della sua comunicazione, anche senza pubblicare a stampa . spero, prima o poi di rivedere qualcuno di voi, anche se è naturale che i ricordi rimangono nell'empireo immutati come li abbiamo immagazzinati quando li abbiamo vissuti, ma la curiosità di scoprire che cosa è diventato il mondo che ricordavamo e le persone che abbiamo ancora nel cuore, ci stuzzica a curiosare dentro! Un abbraccio! (In FB ho due account uno al nome Nanni che non uso più da quando me l'avevano bloccato , e solo successivamente riattivato, obbligandomi a mettere il mio nome anagrafico Giovanni) sono comunque rimango sempre Nanni. Ciao
·         Olga-  Certo, la maestra con il naso rifatto, maestra R….., che ai miei occhi da bambina era innamorata di te. Mi sembra invece di ricordare che il tuo più grande ostacolo fosse la maestra tal dei tali di quella bella città del Cusio, è morta solo pochi mesi fa dopo lunghi anni di Alzheimer, la vedevo spesso con la badante. Il ragazzo dai capelli rossi è F….. , anche lui come quello che ti morsicò la mano di due o tre anni più vecchi, allora alle elementari si bocciava eccome! Lui è un bravissimo ragazzo, non vive più qui da quando si è sposato e ha due figli. Mi sembra anche di ricordare un altro piccoletto della frazione collinare, molto amico di lui, e a Aspasia, alta magrissima e un po ' acida, entrambi orfani di padre , tu avessi fatto un regalo di Natale spiegandoci che non dovevamo essere gelosi perché noi avevamo un padre in più che loro non avevano. Con Aspasia c'erano sempre contrasti e noi della classe l'avevamo un po' isolata, un giorno che lei non c'era tu ci hai fatto presente che nonostante riconoscessi anche tu il difficile carattere ciò che stavamo facendo non era giusto. So  che da quel giorno ho sempre cercato di essere più cordiale con lei. Ancora  oggi è acidina, purtroppo senza figli e con un marito con una malattia progressiva che vincola un po ' la loro vita e che lei tratta male, ma quando la vedo ricordo sempre te e le tue parole e cerco di essere carina (anche se a volte sta proprio sulle balle! Scusa la schiettezza ). Mamma mia sembra di parlare della classe del libro cuore, ma anche oggi le classi sono così variegate? Ricordo che ci avevi fatto fare un mercato per finta in classe con il sistema inglese, non il metrico decimale, perché forse l'Inghilterra aveva proprio in quell'anno cambiato qualcosa. Ora scappo al lavoro, non sono in quiescenza e non so quando mai lo sarò. Un altra volta se non ti annoio ti parlerò di me. buona giornata, appena ho tempo leggerò il tuo blog, saluti
Nanni-  , sei formidabile! Prima che tu vada a lavorare posso chiedere il permesso ovviamente cambiando nomi e situazioni di utilizzare il tuo bellissimo testo che mi hai mandato per il mio racconto romanzo?
Mi scuso anche se l'altra volta non l'avevo fatto…. di chiedertelo
Olga-Nessun problema da parte mia
Nanni- un bacione bella,buon lavoro e ti scriverò presto ciao!

Dopo aver trascorso una mattinata intensa tenera e affettuosa, si erano concessi uno spuntino. E lui aveva continuamente dovuto cercare di tenerla a freno, perché lei voleva ad ogni costo rimettere a posto la cucina. "Sei la mia regina, la mia principessa, la mia baronessina… Mi occupo io di queste cose!"
Lei aveva sorriso con dolcezza e insieme avevano terminato di fare un po' d'ordine nella sua casa antro che lui definiva da “ om salbadg”, uomo selvatico, come aveva imparato a dire in Val d'Ossola.
"Mi piace sempre di più l'immagine che vien fuori dai tuoi racconti e da queste conversazioni scritte, e che mi permettono di conoscere meglio l'uomo che ho incontrato tanti anni fa e che ora è qui ed è il mio uomo! Vederti così, nel tuo ruolo di maestro, con quei bambini di allora, ora diventati adulti, che interagiscono col presente nella narrazione. E naturalmente li vedo bambini come tu me li racconti. Forse tu stesso oggi tenterete riconoscerli. Eppure riesce a farli rivivere e muovere e agire sulla scena del teatro del nostro romanzo racconto.
Sarebbe buffo per me conoscerli ora, più grandi di me, che ricordano e dicono cose di quel tuo passato che io cullo coccolo e carezzo ascoltando e leggendo…."
Lui la teneva tra le sue braccia, le carezzava la gota, beveva golosamente i suoi sguardi. Presto si sarebbero messi di nuovo a volare nel loro Eden. Fuori del tempo ma insieme radicato nel presente. Radicato anche nel passato che riviveva. Nel bambino che lui era stato. Nella bambina che era stata lei. Negli adulti che erano ora e che diventavano sempre di più intimi. Unici. Come unica era, straordinaria, eccezionale ed esclusiva la loro storia d'amore.
Tutte le storie d'amore paiono in qualche momento uniche, speciali, eccezionali…

La loro si stava attrezzando per esserlo in modo superlativo. Da anni ormai era stato un continuo crescendo. Nessuna nube. Sempre e solo una maggiore intensità, conoscenza, profondità. Sapevano che Fernando Pessoa aveva definito tutte le storie d'amore e le lettere d'amore come ridicole. Ma in quel modo di dirle ridicole c'era dentro una profonda tenerezza. Entrambi si erano molte volte detti che la realtà è il mondo esistono e sono fatti esattamente come noi li vogliamo e li vediamo. E quindi più che legittimo è normale che loro definissero orgogliosamente la loro vicenda la più sublime. A confronto con le altre ascoltate o vissute, certo. Ma ciascuno di loro due sapeva e ne era molto convinto che la loro "era ancora più sublime". E chi narra, non può che prendere parte per la loro visione. Pertanto, conferma che quell'altra Nanni/Artemisia rappresentava davvero un archetipo, il non plus ultra, l'eccezione, il miracolo. Nella visione laica e per nulla trascendente, vedevano, in questo, l'unico miracolo possibile! E si compiacevano dei connotati mistici che il loro amore assumeva sempre di più.

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