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L’AMORE
DELLE TRE MELAGRANE -.11- dopo i primi giorni di scuola da maestro-
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La ragazza di 1000 anni prima,
divenuta ora mamma, aveva continuato il dialogo in Messenger con il suo antico
maestro incanutito. E a lui ogni volta batteva il cuore riandando con nostalgia
a quel tempo lontano, che teneva congelato nella memoria in stand-by.
Riprendeva continuità con il proprio passato con la propria vita. Sentiva che
la stava prolungando. Dilatando. Appena arrivava un nuovo messaggio nel
socializzava il contenuto con la sua amatissima fanciulla. Alla quale pure
batteva il cuore insieme al suo di tenerezza, perché vedeva o credeva di vedere
un prolungarsi all'infinito all'indietro e in avanti della vita della mente del
pensiero nell'anima dell'uomo della sua vita.
La conversazione, magicamente incanalatasi nell’etere, aveva
ripreso a viaggiare alla grande. A quel punto il narratore, che un po' per
narcisismo, un po' anche per senso della realtà e obiettività continuerò qui a
chiamare Nanni, ebbe qualche pruderie, qualche scrupolo… Avrebbe potuto
continuare a chiamare i personaggi di questa conversazione con dei "non
nomi" fatti di lettere illeggibili!? Decise a quel punto, che avrebbe
chiamato l'alunna ragazza mamma ora: Olga. Così. Per impulso. "Speriamo
che non ci rimanga male e che ne sia contenta, disse tra sé il narratore,
bofonchiando…"
Olga-Sono all'aeroporto di Tallin e aspetto di tornare a casa,
ho letto ora il tuo ricordo del ragazzo contadino della frazione dove io tutt'ora abito. Ti ricordo che avevamo
addirittura fatto una uscita di un'intera giornata tra i sentieri nei prati di
proprietà della famiglia di F……., così si chiama quel ragazzo. Non ha avuto
vita facile, arrestato, ferito a coltellate, molto spesso ubriaco, non è stato
facile neppure per la famiglia che qualche anno fa ha addirittura cambiato
residenza per non avere più a che fare con lui. poi c'era L….., un piccolo
argento vivo dai riccioli neri, sposato con un' inglese purtroppo ci ha
lasciato proprio qualche mese fa a seguito di un infarto, è stato il primo che
se ne è andato e mi ha messo in crisi, sia perché era un altro che nascondeva i
suoi sentimenti dietro a una bevuta o una chiassata sia perché quasi a tutti i
miei compagni volevo veramente bene. Ora più che mai mi accorgo che quanto si
riceve o non si riceve da bambini condizioni il futuro, chi è forte può
cambiarlo chi non lo è può spesso subirlo. ma i ricordi più teneri mi arrivano
proprio da chi non ha saputo essere troppo forte.
Nanni- Cara Olga,, grazie del tuo
messaggio. Certo, F…..,, ma ovviamente non ho voluto mettere il nome come non
ho messo neanche quello del paese o della frazione...per rispettare la privacy.
Il ricordo che hai letto fa parte di una specie di romanzo/racconto che
pubblico solamente sul mio blog(nanniomodeozorini.blogspot.com) e su FB...(
estremamente deluso dagli editori che con gli autori non ancora noti ne
approfittano e chiedono soldi per stampare e come ho verificato al salone del
libro non diffondono le opere ma la regalano in omaggio…! ) Ora che mi hai
descritto L….. mi viene in mente di lui. Il ragazzo che nel racconto faceva i
salti zompandò per aria e notando che quella maestra si era fatta rifare la
plastica nasale, capelli rossi, efelidi, era pur della frazione mi pare, ma non
me ne ricordo il nome. mi sono limitato a citare due episodi di F….. che mi
aveva morsicato la mano e che poi ero riuscito almeno allora a recuperare con
quel ruolo di aiutante maestro di scienze; e quello del naso rifatto…! Se avrai
modo di metterci gli occhi, noterai che è una narrazione a puntate, con un
misto di montaggio di chat, di ricordi e di chiacchierate. Un contenitore che a
me piace molto nella narrazione, con la struttura portante determinata da una
rilettura pretestuosa della fiaba da Italo Calvino: da ciascuna delle tre
melagrane esce un pezzetto di epoca o di
dimensione narrativa. Per ora sono nella prima, quella della realtà o pseudo
realtà narrativa. La seconda, per ora solo accennata e anticipata, è quella
dell'ipotesi di lettura del passato come se le cose di allora fossero andate in
un altro modo. La terza prescinde assolutamente dall'incontro che il
protagonista ha con la sua coprotagonista narrativa, e si riduce alla miseria
malinconica di un passato senza quell'episodio vivificante! Mi sono permesso di
spiegartelo perché spesso nelle mie narrazione uso una struttura complessa o
addirittura complicata.Prima o poi mi capiterà di fare dei giri in auto o con
il mio maxi scooter, anche per venire a rimettere il naso in quei posti e poi
per cercare lassù un pied à terre... che da quando ho lasciato per i motivi che
ti ho detto altrove la casa che avevo in quelle parti. Da qualche anno cerco qualcosa ma non trovo nulla
di adeguato (monolocale autonomo, senza i prezzi astronomici da turista …!) da
quando sono in "quiescenza" dopo l'insegnamento e 26 anni da
dirigente scolastico, mi dedico a scrivere versi, narrativa, pamphlet o cose
varie sul socialnetwork. E ovviamente mi dedico a ricordare, vivere, a
raccontare, ridere e nel limite del possibile essere felice! Immagino
naturalmente che dato che stavi per imbarcarti quando mi hai scritto mi
leggerai al tuo arrivo in Italia, a casa…
Utilizzati bene anche i
socialnetwork servono per comunicare davvero, riallacciare relazioni, fare
circolare idee e pensieri. Chi ama scrivere desidera soprattutto trovare i
destinatari della sua comunicazione, anche senza pubblicare a stampa . spero,
prima o poi di rivedere qualcuno di voi, anche se è naturale che i ricordi
rimangono nell'empireo immutati come li abbiamo immagazzinati quando li abbiamo
vissuti, ma la curiosità di scoprire che cosa è diventato il mondo che
ricordavamo e le persone che abbiamo ancora nel cuore, ci stuzzica a curiosare
dentro! Un abbraccio! (In FB ho due account uno al nome Nanni che non uso più
da quando me l'avevano bloccato , e solo successivamente riattivato,
obbligandomi a mettere il mio nome anagrafico Giovanni) sono comunque rimango
sempre Nanni. Ciao
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Olga- Certo, la maestra con il naso rifatto, maestra
R….., che ai miei occhi da bambina era innamorata di te. Mi sembra invece di
ricordare che il tuo più grande ostacolo fosse la maestra tal dei tali di quella
bella città del Cusio, è morta solo pochi mesi fa dopo lunghi anni di
Alzheimer, la vedevo spesso con la badante. Il ragazzo dai capelli rossi è F…..
, anche lui come quello che ti morsicò la mano di due o tre anni più vecchi,
allora alle elementari si bocciava eccome! Lui è un bravissimo ragazzo, non
vive più qui da quando si è sposato e ha due figli. Mi sembra anche di
ricordare un altro piccoletto della frazione collinare, molto amico di lui, e a
Aspasia, alta magrissima e un po ' acida, entrambi orfani di padre , tu avessi
fatto un regalo di Natale spiegandoci che non dovevamo essere gelosi perché noi
avevamo un padre in più che loro non avevano. Con Aspasia c'erano sempre
contrasti e noi della classe l'avevamo un po' isolata, un giorno che lei non
c'era tu ci hai fatto presente che nonostante riconoscessi anche tu il
difficile carattere ciò che stavamo facendo non era giusto. So che da quel giorno ho sempre cercato di essere
più cordiale con lei. Ancora oggi è
acidina, purtroppo senza figli e con un marito con una malattia progressiva che
vincola un po ' la loro vita e che lei tratta male, ma quando la vedo ricordo
sempre te e le tue parole e cerco di essere carina (anche se a volte sta
proprio sulle balle! Scusa la schiettezza ). Mamma mia sembra di parlare della
classe del libro cuore, ma anche oggi le classi sono così variegate? Ricordo che
ci avevi fatto fare un mercato per finta in classe con il sistema inglese, non
il metrico decimale, perché forse l'Inghilterra aveva proprio in quell'anno
cambiato qualcosa. Ora scappo al lavoro, non sono in quiescenza e non so quando
mai lo sarò. Un altra volta se non ti annoio ti parlerò di me. buona giornata,
appena ho tempo leggerò il tuo blog, saluti
Nanni- , sei formidabile! Prima che tu vada a
lavorare posso chiedere il permesso ovviamente cambiando nomi e situazioni di
utilizzare il tuo bellissimo testo che mi hai mandato per il mio racconto
romanzo?
Mi scuso anche se l'altra volta non l'avevo fatto…. di
chiedertelo
Olga-Nessun problema da parte mia
Dopo
aver trascorso una mattinata intensa tenera e affettuosa, si erano concessi uno
spuntino. E lui aveva continuamente dovuto cercare di tenerla a freno, perché
lei voleva ad ogni costo rimettere a posto la cucina. "Sei la mia regina,
la mia principessa, la mia baronessina… Mi occupo io di queste cose!"
Lei
aveva sorriso con dolcezza e insieme avevano terminato di fare un po' d'ordine
nella sua casa antro che lui definiva da “ om salbadg”, uomo selvatico, come
aveva imparato a dire in Val d'Ossola.
"Mi
piace sempre di più l'immagine che vien fuori dai tuoi racconti e da queste
conversazioni scritte, e che mi permettono di conoscere meglio l'uomo che ho
incontrato tanti anni fa e che ora è qui ed è il mio uomo! Vederti così, nel
tuo ruolo di maestro, con quei bambini di allora, ora diventati adulti, che
interagiscono col presente nella narrazione. E naturalmente li vedo bambini
come tu me li racconti. Forse tu stesso oggi tenterete riconoscerli. Eppure
riesce a farli rivivere e muovere e agire sulla scena del teatro del nostro
romanzo racconto.
Sarebbe
buffo per me conoscerli ora, più grandi di me, che ricordano e dicono cose di
quel tuo passato che io cullo coccolo e carezzo ascoltando e leggendo…."
Lui
la teneva tra le sue braccia, le carezzava la gota, beveva golosamente i suoi
sguardi. Presto si sarebbero messi di nuovo a volare nel loro Eden. Fuori del
tempo ma insieme radicato nel presente. Radicato anche nel passato che
riviveva. Nel bambino che lui era stato. Nella bambina che era stata lei. Negli
adulti che erano ora e che diventavano sempre di più intimi. Unici. Come unica
era, straordinaria, eccezionale ed esclusiva la loro storia d'amore.
Tutte
le storie d'amore paiono in qualche momento uniche, speciali, eccezionali…
La
loro si stava attrezzando per esserlo in modo superlativo. Da anni ormai era
stato un continuo crescendo. Nessuna nube. Sempre e solo una maggiore
intensità, conoscenza, profondità. Sapevano che Fernando Pessoa aveva definito
tutte le storie d'amore e le lettere d'amore come ridicole. Ma in quel modo di dirle
ridicole c'era dentro una profonda tenerezza. Entrambi si erano molte volte
detti che la realtà è il mondo esistono e sono fatti esattamente come noi li
vogliamo e li vediamo. E quindi più che legittimo è normale che loro
definissero orgogliosamente la loro vicenda la più sublime. A confronto con le
altre ascoltate o vissute, certo. Ma ciascuno di loro due sapeva e ne era molto
convinto che la loro "era ancora più sublime". E chi narra, non può
che prendere parte per la loro visione. Pertanto, conferma che quell'altra
Nanni/Artemisia rappresentava davvero un archetipo, il non plus ultra,
l'eccezione, il miracolo. Nella visione laica e per nulla trascendente,
vedevano, in questo, l'unico miracolo possibile! E si compiacevano dei
connotati mistici che il loro amore assumeva sempre di più.
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