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martedì 20 settembre 2016

SMARRIMENTI

SMARRIMENTI

le mani affondate nel cesto
frugano con la memoria
stilografiche
portachiavi orologio
macchinine a pedali anni 40
il ballatoio lungo per le prime fumate bambine
il cane giallo bassotto snodato con le ruote
la casa avita
l'odore del fico in cortile
chiome fluenti di mericanina
voci e sguardi
amplessi di corpi remoti
odore intenso di mimosa
crochi bianchi spuntati tra la neve
le serenate di Tosti al piano
i denti bianchi  nel sorriso del babbo
testa rapata da orfanelli
succo denso di liquerizia di legno

certi istanti
addirittura mi pare
di smarrire il tuo sguardo
con un vuoto nel cuore

non resta
che affondare di nuovo le mani
nel cesto degli smarrimenti
che forse
tutto si può ritrovare

elaborando il lutto
la separazione completa
finché  almeno qualcosa
essenziale riappare
soprattutto il tuo volto  il tuo sguardo
la tua voce argentina che ride

altrimenti
c'è davvero da smarrirsi
da perdersi del tutto
prima che il tempo sia consumato

e l' orologio gentile ritarda
trovando nuova sabbia fine
da centellinare alla clessidra

ritiro le mani vuote  colme di ricordi
e lascio il cesto nel baule
per baciare l'azzurro infinito
incontaminato
e bere il tuo fiato che mi consola
acqua di fonte preziosa
per questa sete inesausta

smarrimenti smarriti
fiati ritrovati
vivi intensi profumati

c'è ancora molto tempo
prima di smettere la speranza
e di riporre l'allegria

ti carezzo la guancia
e bacio la tua umida presenza
che mi consola
fremente e intensa
intima sensuale leggiadra

la sera può anche venire
la luce dell'alba
è una promessa indifferibile
ci conto


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