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giovedì 26 maggio 2022

 SCIAGURE, DISAVVENTURE E… (...disculo e sfiga)

E si erano accavallati episodi, avvenimenti e fatti. Senza nessuna connessione, certo, con quell’altra sciagura mondiale di guerra. In fase di stallo, ai milioni di vittime del covid, se ne stavano aggiungendo altre nelle strade, nei condomini, nelle cantine e nelle fosse comuni, nella "zona cuscinetto" che aveva sostituito il muro di Berlino.
Ma le aveva vissute soltanto come echi dolorosi brutali in lontananza.
Nei suoi tempi passati, molti anni all’indietro, situazioni del genere venivano definite sfortuna, sciagura, o più comunemente in gergo: “disculo”. Allora, infatti, non era ancora comparso, in quanto non lecito né consentito, quel neologismo attuale: “sfiga”. Il cui solo suono, era già di per sé stesso tabù, anche solo perché avrebbe richiamato quell’altra parola superproibita… La parola che definiva, di nascosto interiormente e a mezza voce, la cosina prelibata e deliziosa che le ragazze e le donne celavano là sotto … E non si poteva pronunciare perché sarebbero arrivate sberle, castighi e atti di contrizione. Rappresentava il paradiso mentale dei bambini e dei ragazzi…
Ma veniamo al disculo/sfiga.
Si erano rifatte vive ed evidenti, nella camera da letto, sul soffitto le macchie che già un tempo avevano denotato infiltrazioni di acqua dal terrazzo giardino soprastante.
In questi casi facilmente si va in ansia. E si comincia a rimuginare.
Negli immensi vasi del giardino pensile le piante andavano bagnate e irrigate. Ma già… e se l’acqua trabordava e colava giù…? E a volte, nonostante la diffusa siccità, qualche pioggerella la faceva…
Bisognava provvedere. Le ipotesi erano semplici e tutte abbastanza brutte. Interpellato l’amministratore se ne venne fuori fresco fresco a dire che il condominio non aveva a disposizione un artigiano muratore all’uopo. E ancora più fresco e giulivo: che il terrazzo è costituito da piastrelle “galleggianti”. E che periodicamente ogni tot anni si sarebbe dovuto sollevare e guardare il fondo se conservava una consistente impermeabilizzazione. Il costruttore e l’ufficio vendite non ne avevano fatto assolutamente nessun cenno 15 anni prima. Specie quando lui chiedeva come defluisseero le piogge… “Stia pure tranquillo, dottore, finché lei campa questo terrazzo resterà impermeabile in modo assoluto…” Gli aveva detto con tono suadente il direttore dei lavori dipendente dall’impresa. La stessa impresa costruttrice e venditrice, che come abitualmente avviene per i nuovi condomini, propone e designa temporaneamente la persona dell’amministratore. Che immancabilmente poi diventerà definitivo.
Ma già… Le macchine soffitto della camera si vedevano! Preoccupazione, ansia, “scazzo”.
Occorrevano soluzioni immediate. Mise un annuncio nei social in cui regalava volentieri il suo giardino e le sue piante amate adorate a chi se le fosse venuti a prendere tutte dalla prima all’ultima.
Ed era arrivato qualcuno. Ma alla fin fine, i due grossi vasi del salice piangente e del ciliegio, risultavano troppo ingombranti per i furgoni impiegati. Provvisoriamente furono lasciati nel box. (Sono ancora lì...)
Ma la sfiga in genere non viene mai da sola. Un’altra sfiga: il software di riconoscimento vocale che aveva acquistato da anni in eBay aveva cominciato a dare segni negativi. Si bloccava. Rimaneva l’icona in basso sulla barra. Ma in alto in cima non la si vedeva. Non c’era proprio. Prova che ti prova… A malincuore, considerati i costi per un nuovo acquisto, dopo avere frugato nel Web e nei mercati virtuali, aveva trovato soltanto versioni leggermente più economiche ma assolutamente non in lingua italiana!
Complicatissimo anche il nuovo acquisto.
E vuotato il terrazzo dei vasi e delle piante, se a quanto gli veniva detto non esisteva un’impresa di muratore privilegiata per il condominio, si era rassegnato a spolverare il Web cercando di qua e di là.
Le risposte arrivarono tutte a pioggia (parola ironica in questo contesto) ma appena dopo che lui aveva ormai fatto una scelta.
Meglio non soffermarsi su questa scelta infausta, infelice, a dir poco sciagurata.
Fretta e ansia l’avevano accompagnato nella fase della liberazione delle piante e dal giardinetto pensile. Preliminare e propedutica ai successivi interventi…Talché aveva seguito con occhio abbastanza distratto e fondamentalmente ottimista e speranzoso i lavori.
Fin quando, sfiga/disculo ulteriore, dopo soli pochi giorni, l’imperizia e incompetenza professionale gli avevano fatto sentire e ascoltare un’altra ulteriore bestialità. Ulteriore spesa colossale per smantellare il lavoro fatto, spaccando tutto di nuovo, portando alla discarica gli inopportuni tappeti appena posati (impermeabili sì, ma assolutamente non impermeabilizzanti!), e rifacendo tutto daccapo…
Solo con l’intuito, ma cercando di mantenersi ottimista, mentre quello faceva finta di lavorare, aveva immaginato che stesse facendo dei lavori con i piedi…
Anche questo qui, come il direttore dei lavori 15 anni prima per convincerlo all’acquisto, in modo leccoso e mieloso continuava a "chiamarlo dottore". Cosa legittima peraltro trattandosi di un titolo che gli era dovuto. Ma quello lo faceva con tono mellifluo per compiacere.
Appena lui, in ritardo purtroppo, ebbe mangiata la foglia (di nuovo allusione ai vegetali), liquidò l’incompetenza malevola e ipocrita. Ora tono aggressivo e minacce e niente più tono mellifluo da leccapiedi.
Intanto il computer zoppicava, soprattutto perché orfano del suo software prediletto per dettare. Chiuse la porta mentale e uditiva alle querule insistenze del furbastro incompetente, e decise di rivolgersi, meglio tardi che mai, allo studio di progettazione che l’aveva seguito e accompagnato nelle sue precedenti situazioni condominiali.
Il conto corrente si stava "prosciugando" (altra allusione…)
Presto avrebbe ottenuto un nuovo preventivo di spesa e di tempi necessari.
Doveva attendere ancora un po’. Sperando che si mantenesse asciutto il tempo. E conseguentemente il soffitto della camera da letto.
Parlandone con qualcuno aveva fatto dell’autoironia. “Nella camera da letto e nel letto in genere ci si va per dormire, o al massimo per fare qualcos’altro di più piacevole ancora. Risulterebbe pertanto scomodo farlo con l’ombrello aperto…”
Si consolava con questi giochi linguistici e di parole.
Aveva mandato tutta la documentazione fotografica e di preventivi e di bonifici effettuati al suo avvocato che si era messo le mani nei capelli.
Mentre restava ad aspettare preventivi ed interventi risolutivi anche se tardivi, aveva voluto e potuto consolarsi: il software di riconoscimento vocale, nella versione nuova e più recente, era la sua vera "cazzuola e frattazzo" per le "sue costruzioni". Perciò, a consolazione delle sue amate lettrici e suoi lettori affezionati, si era buttato a scrivere.
(… alla faccia, magari anche, di quella sprovveduta che di recente aveva parlato di solipsismo… la consolazione e il piacere erano innanzitutto e soprattutto in partenza propri personali per lui)
Nanni Omodeo Zorini
Eleonora Bellini e Maria Teresa Grano
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