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domenica 6 novembre 2022

REVISIONE E RINNOVI
Era stato abbastanza difficile e scomodo risalire in auto entrando dalla portiera destra. Nella piccola stradina aveva parcheggiato l’auto accostandola completamente alla sinistra e praticamente tenendola bloccata. Contorsioni e giochi di equilibrio.
La temperatura si era rinfrescata. Per essere ai primi di novembre: 7°; abbastanza fresco.
In molti gli avevano consigliato di ricaricare la batteria della moto senza necessariamente uscire a girare. Ma sul posto. L’avrebbe sistemata sul cavalletto centrale, facendo girare il motore per 10/15 minuti.
In attesa della primavera.
Mentre scendeva per le curve rivedeva i manifesti listati a lutto che tappezzavano la piazzetta del suo mercato.
Età medie molto elevate.
Anselmina Riccardi (Mina), 93 anni.
Ed era in buona compagnia la vegliarda scomparsa.
Fausta Vitruvi, nata Bernardi, anni 88.
Mesta e malinconica rassegna di nomi.
Dietro ci stavano figli, nipoti, pronipoti.
Sempre di più l’avvicendamento e il turn-over designavano un’età media alta.
Anche Arturo Pancrazi, anni 91.
Periodicamente avveniva un ricambio.
Anche in casa sua toglieva le cose desuete, faceva ordine e pulizia, rinnovava.
All’inizio della settimana entrante sarebbe andato a fare la revisione dell’auto. A modo suo anch’essa era diventata ormai una nonna: aveva maturato già 19 anni!
Interventi ne aveva fatti molti ormai. La nonna su quattro ruote viaggiava ancora bene.
Un altro rinnovamento lo stava predisponendo nel box. Dopo un paio d’anni di compagnia, il colosso su due ruote aveva ormai fatto il suo tempo.
In primavera l’avrebbe posto in vendita.
Ma già: e come avrebbe fatto per evitare che la batteria si scaricasse?
Idea provvisoria di farci un giretto ogni tanto l’aveva messa da parte. Preferiva rinunciarci. Un vecchio cultore di moto, anni prima, aveva fatto così. Lasciando la propria nel box/ripostiglio, a porte aperte, stazionandola sul cavalletto centrale, l’aveva lasciata girare a motore acceso per 10 15 minuti. E così aveva passato l’inverno senza problemi.
Ottima soluzione, si era detto.
Buttare all’aria oggetti, situazioni, che avevano ormai fatto il loro tempo; inventare elementi nuovi… Certo non all’infinito… Perché l’infinito era stato differito “all’infinito…”.
Come quella persona fastidiosa che periodicamente differiva gli impegni e le promesse, raccontando malesseri inesistenti.
«Sono le 8, ma non riesco ad alzarmi. Quindi non verrò a casa tua. Ho dormito malissimo e poco. Verrò a trovarti un’altra volta…»
Il sistema Web gli aveva però raccontato che il giorno precedente la scioccherella si era attardata per ore nella frazione vicina del suo paese. Addirittura ci si era fermata a dormire. Preferiva certo non alzarsi dal letto.
Comprensibile anche questa ulteriore bugia.
Quando aveva accennato alle scoperte raccontate dal Web, quella aveva aggiunto seccata «ti ripeto quel che ti ho detto: se tu dici che ero nel tale talaltro posto, vuol dire che mi hai seguita…»
Non rendendosi conto della contraddizione: era nel proprio letto a casa sua a dormire tutta la mattina, e infastidita di essere stata scoperta, borbottava di essere stata seguita… Seguita a letto?
Avvicendamento, rinnovo, cambio di prospettive: anche quella tra le cose da buttare…!
Tante volte, ricordava benissimo, si era liberato dalla zavorra e dal fastidio di chi gli stava addosso raccontando frottole.
Aveva tirato una riga su quel nome nella lavagna dell’esistente: cancelliamola per sempre!
Mettiamola nel cestino delle cose vecchie da buttare.
Insieme alle altre persone che con mestizia avevano annunciato di ritirarsi dall’esistenza. Senza annuncio funebre. Una semplice ricaccia sulla lavagna su quel nome ingombrante, fastidioso, fasullo.
Aveva fatto una gitarella molto gradevole. Passando una serata in compagnia.
Poteva continuare come stava facendo fare tabula rasa della paccottiglia inutile.
Fuori il tempo era diventato fresco. Dopo le piogge delle settimane precedenti il cielo era terso, limpido velato soltanto da nembi e cirrostrati.
L’impermeabilizzazione del lastrico solare aveva tenuto perfettamente. Come aveva assicurato all’amico professionista che gli aveva procurato l’impresa per i lavori. Senza il verde e lei piante. Anche quello era stato un avvicendamento, una pulizia, un rinnovo radicale. Ci si poteva sistemare per prendere i tepori dell’ultimo sole autunnale.
Avrebbe vuotato l’auto internamente. Preparato in evidenza il libretto di circolazione. Nel tempo previsto per la revisione avrebbe smanettato come faceva abitualmente sul tablet. Saturo e ingombro sempre più di notizie di pubblicità sgradite da cancellare e rimuovere.
Ci avrebbe impiegato più o meno un’oretta.
Per quel giorno non aveva altri impegni.
Se non quelli suoi, personali, mentali, o da scrivere sullo schermo del portatile.
Il caffè amaro, senza la correzione del miele. Faceva parte del rituale quotidiano.
Rivedeva comunque ancora quei manifesti listati di nero, con quei nomi sconosciuti, affiancati da età molto avanzate… Avrebbe avuto tutto il tempo ora e nel prossimo futuro, per raggiungere quell’età.
Aspettando.
Risistemò le ultime cose.
Poi scese a caricare la moto sul cavalletto centrale. L’accese. Lasciò la serranda del box spalancata. Preparando adeguatamente questo ultimo passaggio per questo turn-over.
Nanni Omodeo Zorini
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