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giovedì 18 ottobre 2018





sotto quel sole immenso dominante
definitivo e immenso
come la mia condizione ora qui
ci eravamo stati insieme in tanti
il ricordo non si spegne
e mi verrebbe quasi da ridere
a ricordarlo
se qui fosse concesso almeno un riso sfumato
che tanto almeno
il mio ricordo lui sì ride

con quel suo nome nero
il fiume immenso odorava d'acqua e di pesci
e le barche ci andavano
e le reti venivano gettate
e uomini alti e slanciati e neri
e anche il loro gesto era sonoro e nero

ora è nero il mio ricordo remoto
luminoso solo in quei gesti
e nel gruppo che eravamo noi
le donne gli anziani e i ragazzi
che stavamo discosti sotto l'ombra verde
dove il fuoco anneriva quei pesci grandi
sulla brace rossa e accesa

e la polpa morbida si lasciava addentare dalle labbra
spostando la buccia dura delle squame annerite
e allora si
mangiavamo ridendo
e le voci e i risi suonavano
tra i bocconi

ora il grande fratello niger
galleggia di fango di petrolio
e di pance di pesci all'aria esausti
come noi che qui
senza più fiato alcuno
balbettiamo il ricordo
dolce e amaro
insieme

sognavo allora
con gli occhi di dentro
ragazza
la stupenda civiltà da raggiungere da voi
che presto sareste venuti
a trivellare i fanghi neri
regalando pesci morti

ahi
la canzone del ricordo
la mesta malinconia
che mormoro
ormai senza fiato
qui


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