il
golem molleggiava incerto la sua mole
fradicia
di
molle fango e sabbia sulle immense piante dei piedi
al terminal
numero zero lato partenze
per
destinazione differita e cancellata
stritolando
tra i denti polvere secca di fondi di caffè
e
cenere di tabacco di pipa
maestro
schiavo allievo di se stesso
stava
muovendo i suoi passi
verso
il proprio ignoto destino
la
sua anima androide umanissima
tossiva
colmando il deserto
di
rena impalpabile tanto
da
farci clessidre eterne
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