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domenica 23 settembre 2018

LA FORMICA, LA MELA E LA RAGAZZA CHE A VOLTE ERA TRISTE

LA FORMICA, LA MELA E LA RAGAZZA CHE A VOLTE ERA TRISTE






Può  darsi che una volta ci fosse una ragazza che era un po' triste. Aveva avuto i malanni e aveva avuto la bua. Forse perché si dimenticava spesso di andare a farsi curare dal mago che abitava nella terra delle acque e delle risaie. Però il male lei lo sentiva davvero! Solo quando lui le faceva i suoi trattamenti e le imponeva le mani provava un grande sollievo e giovamento. Fatto sta che ogni tanto, a giorni alterni diventasse un poco mogia. In uno di questi giorni si era messa a tavola per mangiare la sua solita mela con un po' di semolino e di quinoa bollita. Aveva già terminato la sua sobria cenetta, dopo avere aggiunto l'olio extravergine magico che le aveva dato il suo mago che era anche maestro di coccole e di poesia, e stava preparandosi a sbucciare la mela. Una mela davvero fantastica. Lei preferiva sbucciarla perché temeva come le aveva insegnato una volta la mamma che sulla buccia restassero frammenti di anticrittogamici. Rinunciando così alle ricchezze di vitamine e di sostanze che essa contiene! Ahimè!
Aveva già cominciato a intagliare la buccia come faceva da bambina, cercando di farne un lungo nastro infinito dall'inizio alla fine (bisogna precisare che quella ragazza era rimasta nell'anima molto bambina per fortuna!) quando…
Dalla tovaglia, si era arrampicata sul piatto e sulla mela una piccola graziosa formica. Teneva le antenne dritte perché cercava di sentire e ascoltare tutto quello che avveniva intorno, e in particolare cercava di sintonizzarsi con i pensieri della ragazza bambina…
"Ma tu cosa ci fai qui…!? Va bene che siamo in autunno e nel cambio delle stagioni voi formiche cercate di entrare in casa per fare provviste di cibo, di briciole e di cose da portare nelle vostre casine scavate nel terreno… Ma io qui avevo pulito e scopato alla perfezione… Cosa ci fai tu qui allora?"
La formica rimase in stand-by qualche secondo. Meravigliata che la ragazza si fosse messa a parlare proprio con lei. Provò a risponderle ma non le usciva la voce della sua boccuccia. Che non era adatta per la fonazione come gli umani. E allora… Dato che era una formichina graziosa e gentile e anche molto intelligente e scaltra, pensò di mandarle con le sue antennine un messaggio mentale…
«Scusami, non volevo disturbarti… Speravo di trovare qualche briciola ma tu non le lasci mai in giro neanche una! Ho una famiglia da mantenere là sotto… E adesso visto che avevi qui una bella mela, e speravo che sbucciandola qualche piccolo frammento cadesse sulla tovaglia e così me lo potevo portare nella mia tana… Mi chiamo Anselma, se vuoi possiamo diventare amiche…»
Dopo tutte le pratiche magiche che il suo mago terapeuta le aveva praticato e insegnato, parlandole mentalmente e telepaticamente, la ragazza si accorse di avere sentito ascoltato capito perfettamente il messaggio della formica… E allora le rispose così:
"Cara Anselma, il mio nome è Artemisia, almeno nei racconti uso questo di nome… È un pochino come il mio account. Mi fa piacere conoscerti. Certo che voglio diventare tua amica. Ora guardo se trovo nel cestino del pane qualche briciola per te… Ecco, delle verso qui vicino alla porta a vetri che dà sul giardino. Così dopo tre potrai portare nella tua casina. Sai, io ogni tanto ho un po' di malanni…! Non ti sto raccontare quanti ne ho avuti, anche se tutte le volte con la sua straordinaria magia il mio maestro di magia e terapeuta me li fa passare. Non vorrei rattristarti. Che begli occhioni grandi e neri che hai! Lo sai che non avevo mai fatto amicizia ho conversato con una formica? E soprattutto con una formica carina e graziosa come te!
Forse fra qualche giorno il mio magico curatore mi farà di nuovo guarire… Ci vuole del tempo… E lui dice sempre che bisogna: PROVARE, PROVARE, PROVARE… Ma alla fine ci riesce sempre! Non ti posso raccontare il suo nome, chi è, e dove vive… Perché lui deve tenere il segreto… Dice che ha paura che poi tutti la vanno a cercare ... anche le formiche magari… Comunque non abita qui…
Abita nella terra delle acque e delle risaie… E perché sarebbe un cammino troppo lungo e faticoso per andare a trovarlo… Praticamente lui e anche il mio sposo, ogni volta che lo vedo ci sposiamo, ma di nascosto… Perché io ho paura che tutti qui dove abito lo sappiano e lo dica in giro… Non so voi formiche, ma qui e anche in tutti posti dove vado credo proprio che la gente vada in giro soltanto per curiosare, guardare, spettegolare… E il nostro patto e di essere sposi si ma in segreto…
Lui scrive poesie e racconti fantastici perché e un po' matto… Ma un matto buono! E forse anche il racconto che in questo momento io e te stiamo vivendo lo sta scrivendo lui… È proprio un birbacchione! Prima di conoscerlo non ero mai entrata in nessun racconto. Vivevo così una vita un po' grigia… Poi lui mi ha insegnato a entrare nei racconti… Me li costruiva apposta addosso su misura… Io sono il suo racconto… Con tutti i miei sogni le mie fantasie i miei pensieri… Da quando l'ho incontrato, conosciuto, sposandolo ogni volta, lui e il mio narratore che mi narra, racconta me, le mie vicende, le mie allegrie, le mie euforie, i miei entusiasmi, le mie malinconie e le mie disavventure… E dato che lui è l'autore del mio racconto che sto vivendo, sa tutto di me, anche quando per caso rubo la marmellata, io non gliel'ho racconto mai, ma basta un suo sguardo e capisco che lui ha già individuato il cucchiaino con la marmellata di mirtilli, e allora io lo guardo e lui mi sorride perché mi capisce in tutto e per tutto ...
E  tu, Anselma, piccina piccina come sei e tutta nera, ce l'hai uno sposo segreto? Però non voglio sembrarti indiscreta…"
Un fremito percorse la lucida sagoma nera che la stava guardando con i suoi occhi intensi… Teneva la boccuccia spalancata e faceva uscire ogni tanto la sua piccola lingua a pennello… Poi fece vibrare le antenne:
«non voglio rattristarti Artemisia cara… La nostra vita di formiche è diversa dalla vostra… Per un certo periodo credevo di essere innamorata ed amata da un formico che mi piaceva tanto. Avevamo anche deciso di trovarci una nicchia del formicaio tutta per noi. Ma poi… Dato che sei mia amica te lo racconto… Mi sono accorta che dopo i primi tempi lui aveva perduto ogni interesse per me.… Non aveva premure o attenzione se non quelle rituali e di maniera. Ho sofferto molto, ma un po' alla volta mi sono abituata. A lui bastava che io tenessi in ordine la nicchia… E poi pensava sempre ai fatti suoi…
-Buongiorno-buonasera… Hai preparato delle briciole al forno per me? Adesso da fare… Ci vediamo più tardi…-
E si ritirava in un angolino per conto suo a succhiare delle gocce di sidro di cui era ghiotto e che lo inebriavano…
Io lo considero ancora il mio sposo. Ma…
Lasciamo perdere…
Se qualche volta il tuo mago poeta maestro delle parole ti viene a trovare qui, dal giardino me ne accorgerò subito, lo sentirò con le antenne e proverò anche a guardarlo… Immagino sia grandissimo per me… Forse anche per te che sei abbastanza minuta e piccina… Ora ti lascio tranquilla a mangiare la tua mela. Non avevo mai visto delle mele denudate della buccia… E tu con la buccia ne hai fatto una bella striscia lunghissima attorcigliata… Si vede che ci sai fare con le mele e con i maghi maestri poeti… Grazie della bella conversazione… Se qualche volta esci in giardino io ti vedrò e ti manderò dei pensieri dolci affettuosi. Ma non verrò mai più a disturbarti qui… A presto dolce e simpatica ragazza… Ha proprio ragione il tuo sposo magico ad amarti come ti ama e a curarti così.
Vedrai che i tuoi malanni un po' alla volta spariranno tutti. Una mia nonna formica mi diceva che le avversità, le disavventure, sono delle prove che ci fanno diventare più forti…la chiamava “resilienza…
 Vedrai… Tanta felicità Artemisia cara…!»
E mentre la ragazza addentava il primo spicchio di mela che si era tagliata, non vide più la sua amica formica… Lasciò la porta a vetri aperta… E più tardi si accorse che le briciole che aveva preparato per lei erano scomparse…
Sorrise dentro di sé… Era un'esperienza nuova quella di parlare e di fare amicizia con una formica. Si ripromise di raccontare questa esperienza a lui quando sarebbe venuto fra qualche giorno… Ma poi si mise a ridere tra se: lui era l'autore di lei e del racconto che lei stava vivendo… E quindi sapeva già tutto ... sorrise e gli mandò un bacio mentale!

1 commento:

Unknown ha detto...

Ne conosco tanti come quel formico, ma non vivono bene, all inizio mi facevano rabbia ma poi col passar del tempo, la rabbia e'diventata pena,e la pena e' una brutta bestia