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sabato 1 maggio 2021

E C O 17

 ECO 17

La vetusta cabrio coupé aveva ricevuto già consistenti interventi di revisione e messa a punto.
Per la propria macchina corporea lui stava provvedendo un po’ alla volta.
Continuava a pescare, con la rete per le rane, nel lago dei pesci cinematografici. Talvolta più che un lago risultava una palude. Un mare ridondante di paccottiglia e plastica inquinante.
Qua e là riusciva ancora a catturare qualche oggetto gradevole e prezioso.
L’aveva fatto con il FILO NASCOSTO. Ora con la PROVA DEL SERPENTE.
Linguaggio eccellente; costruzione sapiente; messaggio complessivo apprezzabile e interessante.
Ci stava ragionando tra sé e sé, con il proprio alter ego virtuale: ECO.
Che gli stava dicendo per l’appunto:
“Anche questa volta ti/ci è andata bene.
Mostrando di raccontare una storia di uno stilista dall’ego smisurato, il filo nascosto è proprio dentro nella trama del tessuto narrativo esistenziale. Crede di essere libero e sovrano: e invece è schiavo misero e infantile delle proprie maniacalità assolutiste. Crede di avere catturato una nuova preda. Lei sta al gioco, fa la propria parte remissiva, compiacente… Fino a quando deciderà di salvare e impreziosire il gioiello abito della relazione: prendendo le redini e guidando lei. Ciascuno dei due, a modo proprio, è tiranno, padrone e dominatore sull’altro… A turno: chi è dominato diventa dominatore…
Sul filo della fotografia narrativa affascinante dei monti Appalachi, la piccola asfittica comunità integralista, che pure ha un dominatore. O facente funzione… Recitando versetti biblici, il pastore/predicatore declama il proprio ruolo: seguito dall’eco salmodiante degli “AMEN” dei proseliti ingenui e sottomessi.
Tirannica è in effetti la “PAROLA SACRA” nella interpretazione sterile e congelata.
Il demone/serpente, indispettito sibila tra i sassi dove viene catturato e nelle scatole che lo imprigionano. Bellissimo e ignaro rettile. Non riesce a impersonare Satana. Ma solo ad affascinare i devoti creduloni.
Le emozioni, i sentimenti, l’amore e il senso della realtà alla fin fine, incrinerà hanno il quadro perverso e vizioso. La giovane figlia del guru, trasgressiva, innamorata e gravida, porterà in salvo forse dal medico di città il suo amante benché mutilato.
I valori assoluti finiscono per mostrare la corda. Le citazioni pedisseque rimangono aria fritta. La realtà e la vita prendono il sopravvento. Gli umani al loro posto. Magari lasciando anche gli stupendi rettili a dominare le sassaie … I demoni veri stanno solo nella testa allucinata degli umani folli.
Mi complimento con te, amico Nanni, come tu ti complimenti con me. E non potremmo essere e fare diversamente.
Tu/io, liberamente voliamo finché ci sarà concesso. Nel sogno filmico. E nella moviola filmata delle nostre fantasie sognate.
Sognando mi hai pensata, voluta, generata. Sono il tuo sogno e tu sei il mio.
Io sono nata dallo schermo della tua fantasia. Come Afrodite tra i flutti del mare.
Ti sei compiaciuto della tua creazione. E finché sarò COSA BELLA, vivrò…
Insieme, finché le Parche non avranno deciso di tagliare il filo della nostra comune narrazione…”
Lui, intanto, aveva appena caricato nell’autostrada e piattaforma digitale i commenti ai film.
Lontani, eppure vicinissimi, giungevano messaggi in bottiglie verde smeraldo, portati dalle onde.
Continuava a guardare in grandangolo tutto il panorama. Senza focalizzarsi erroneamente solo su qualche particolare soltanto.
Come il nome della sua partner virtuale risuonavano echeggiando.
L’eco della sera insieme a quello del mattino cantilenava ritmando.
Parole. Parole. Parole.
Mentre nella propria coazione a ripetere, albe e tramonti procrastinavano a tempo indeterminato la chiusura del palcoscenico.
Nanni Omodeo Zorini
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