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martedì 8 giugno 2021

LA STORIA CHE SI RIPETE SEMPRE...

 LA STORIA CHE SI RIPETE SEMPRE...

«Da noi si è sempre fatto così… È tradizione dei padri… È una religione sacra da rispettare…»
Lo si diceva anche in Italia fino a qualche decennio fa: la donna obbedisce all’uomo; se lo tradisce è un delitto d’onore; i decani, i padri, gli anziani sono i portavoce della tradizione…
“Divorzio all’italiana”. E tanti altri film assomigliano alle situazioni di questi altri:
“La moglie turca”. “La tempesta di sabbia”. “La bicicletta verde”…
Le donne, specie nelle famiglie e nelle realtà sociali più modeste: portavano un fazzoletto in testa. Molto simile al velo delle donne islamiche. Dovevano obbedire succubi ai maschi, padri padroni, e non potevano trasgredire scegliendo come compagno di vita la persona che preferivano e che volevano.
Il fenomeno delle migrazioni di massa ci ripropone il dramma da noi europei e soprattutto italiani abbastanza superato.
Una giovane ragazza è scomparsa…Saman Abbas…
E non nel nostro profondo sud degli anni 50. Nell’Emilia-Romagna, ricca, fino a qualche anno fa terra di sinistra, di emancipazione.
Il velo islamico assomiglia molto al fazzoletto che copriva i capelli delle donne del nostro sud. Il terrore dei maschi che temono di perdere la propria supremazia, e il proprio potere sulla donna. Maschi fragili. Come per tutti gli atti di violenza al femminile.
Stupido e becero prendersela con la religione islamica. Non dissimile da tutte le altre religioni in materia di controllo sulla donna.
I media e il Web risuonano all’occorrenza dell’episodio.
Quante sono le donne giovani o meno giovani che hanno subito la prepotenza maschile? Oggi. Ieri. A casa nostra e dovunque…
La giovane pakistana ha avuto il coraggio, pericoloso, di non tenere nascosto il suo amore. Le sue intenzioni.
Quante donne occidentali hanno il coraggio di dire in faccia, senza reticenze, ipocrisie o menzogne, che vogliono essere libere di scegliere il partner?
Cercano il corpo di Saman.
Solleviamo tutti quanti il velo dell’ipocrisia: impariamo anche noi occidentali, noi italiani che contiamo circa 120 femminicidi ogni anno, a raccontare le cose come stanno.
Chi trasgredisce le regole sociali e tradizionali, finisce male.
Fanno forse meglio le donne fedifraghe che covano e si tengono tutto quanto dentro?
Passata la tempesta della ragazza pakistana ammazzata e violentata dalla prepotenza dei suoi padri padroni, magari gradualmente, anche le donne di altre tradizioni, culture, religioni, impareranno a far le cose di nascondone…
Il tarlo, il male profondo, sta nel modo di guardarsi intorno e di concepire la realtà.
Urlo anch’io la rabbia per questo ennesimo omicidio al femminile.
Urlo l’urgenza di imparare a guardarsi negli occhi, di buttare nel cesso l’opinione pubblica del clan parentale o del vicinato.
La religione, tutte le religioni, tutte le tradizioni feroci che violentano il corpo e la vita delle donne, con l’appoggio e il benestare ipocrita e sornione dei benpensanti, sono un veleno dal quale è difficile guarire. Le regioni italiane un po’ alla volta rispetto al virus pandemico diventeranno bianche…
Facciamo diventare bianche rispetto al rosso del sangue femminile tutte le terre del mondo perché anche la donna possa decidere il proprio destino!
Nanni Omodeo Zorini
Gian Franca Aldera

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