A tavola con Pessoa
Ad appuntarsi la vita
su tovaglioli di carta,
tra un antipasto assortito
e gli spaghetti allo scoglio
Tu finalmente sei uscita
dai giorni. Aspetto che tu parta
anche da casa,col benservito
senza saluti scritti su foglio
Lasci le tracce nella mia vita
Su altra carta lasci ferite;
su tovaglioli immacolati
io storie d’altri,tutti inventati
Io che racconto divento un altro
un altro nome,degli altri dati
dentro il narrare sogno la storia
e mi confondo,giù fin in fondo
duca d'abruzzo,conte di malta
invento tutto,faccia di palta,
invento me nel grande sogno
addormentandomi,senza bisogno
scrivere,leggere,fare l'amore
ubriacarsi delle parole
in un onirico gioco verbale;
signor Pessoa,mi passa il sale?
Come fa lei parlo da solo
dico le cose e mi rispondo
narro le vite e mi consolo
scrivo parole di questo mondo
trova ben cotto il gamberone?
acqua e limone per la gran sete,
che certo aiuta la digestione,
affabulati dentro la rete
ricominciando altri parlari,
certo,convenga,si é sempre soli,
soli e perduti in questi mari
nella burrasca e sotto i soli
sulla mia moto scroscia tempesta
lava le storie, in aria sospese,
le mie,le sue, ancora in testa,
grazie, Pessoa, molto cortese
Novara 29.06.09
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