Tante foreste strappate alla terra massacrate
finite
rotativizzate
tante foreste sacrificate per
fornire la carta
ai miliardi di giornali che ogni
anno attirano l'attenzione dei lettori sui rischi del disboscamento."
Jacques Prévert
"Spezzarti, per portarti via,
sarebbe troppo doloroso,
o fior di ciliegio:
piuttosto sotto i tuoi petali rosa starò ad ammirarti
fino al tuo appassire."
Bashò Matsuo
Grigio stava
lì appoggiato sul clivo
assorto in un'ultima
pungente riflessione sulla vasta garza di brina
I corvi lanciavano rauchi
richiami gelati
subito annegati
subito annegati
nell'aria viola
Disteso tutto nell'involucro rugoso immobile provò
un inventario per le sue fibre dure.
Lenta
Lenta
la luce fredda estendeva il silenzio
Neanche una formica di nero
metallo a solleticare la scorza tra rughe e piccole cicatrici
La corteccia screpolava nuda
Lenta
la luce fredda estendeva il silenzio
Il fall—out regalava pulviscolo radioattivo sui rami rattrappiti impigliati in sfilacci di cellophan. Inutile guardare intorno o
voltare lo sguardo di dentro
ai ricordi bagnati dell'infanzia
Lenta
la luce fredda estendeva il silenzio
Aggrappato al tepore
dell’ultimo sogno
consolava l’anima vegetale
di morbide sensazioni profumate
-Ah! la carezza della pioggia ah! le cetonie ronzanti
ah! le rapide piume felpate- Piccole lancette di ghiaccio scandivano pungenti
un tempo vuoto
Lenta
la luce fredda estendeva il silenzio
oltre la vallata
E piano giunge il vento non una lama ghiacciata soffiato da gote gentili non ancora una carezza lambisce calmo
Un brivido sorpreso
nelle membra legnose la linfa é pervasa da sussulti inattesi
e stupisce tutto tremando odorando un profumo di terra
-Il vento,com'é buono il vento
che dolce sapore le sue carezze-
e lo sguardo si colma di luce gialla
che si scalda piano
-Il sole,com'é buono il sole
che dolce musica il suo tenero sguardo-
Lento
il tepore brulica di fremiti
oltre il dosso –
- L'azzurro,com'é pulito l'azzurro
che profumo di lontananze il suo specchio-
E piano una linfa nuova
dolcemente sale nei vasi legnosi –
-Come dirlo,come cantarlo
tutto questo che accade-
E subito a interrogarsi
che non sia ancora un sogno
fantasma malinconico della notte
prolungato oltre i confini consueti
E si vergogna ancora della provata allegria, ingiustificata
Lento
il tepore brulica di attese
oltre la collina
canteranno i campi di girasole
i flauti scandiranno il tempo
al controcanto dei violini
ancora pronuncerò parole di speranza...-
Una linfa nuova
faceva vibrare il grigio del tronco
L'ontano stupito ancora tremava
guardando perplesso lontano
25.01.87
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