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lunedì 18 giugno 2012

NOSTALGIA


Tu non sai, dolcezza, i giorni passati e perduti...
quelli miei, remoti e lontani, ormai.
Ti ho mai raccontato, i picnic proletari
sulle panchine del lungolago di Stresa?
Con scatolette di sardine e pane raffermo
cartocci di oleata  bisunta di prosciutto e salame affettato,
di immense olive nere carnose e saporose,
di carciofini e funghetti gocciolanti...
Ti parlo di tempi molto remoti, sai?
Talmente remoti che ancora nessuno conosceva
il tuo profilo elegante e slanciato, sui tuoi polpacci
ben torniti dai tacchi alti, né il tuo portamento
delizioso e sublime,flessuoso nella minigonna sobria,
né il tuo sguardo sovrano... Quel tempo
non avrebbe saputo pronunciare la tua immagine,
come la contemplo io ora, qui, in questa dimensione nuova
che masturba i ricordi sepolti, con uno struggimento
sottile e lancinante. Era un'altra dimensione.
La lanugine umile e modesta
di quelle teste rapate di orfanelli
era il pelo rasato e infeltrito sulle zucche
di noi asinelli; altrimenti percosso
da mani legnose che sapevano
di mozziconi usati fino allo spasimo degli ultimi millimetri...

Non riesco, ora, a ricordare altro, se non
un'atmosfera diversa, di evasione dalla gabbia,
di sapori e ghiotti profumi, intrisi
dell'odore bagnato e amaro del lago...
come un odore di morte…

E ora, qui, su questa terra nuova
che volge rassegnata al tramonto
tornano alla luce. Insieme
a tutte le primavere e le estati, al sole asciutto
ai cieli puliti e intensi, agli azzurri tersi,
ai boschi ombrosi e umidi, alle cime da raggiungere
col ghiaccio secco nella faringe,
alle alghe a cespuglio
mentre i polmoni scoppiano in apnee prolungate,
alle bracciate fresche e salate nel mare,
alle vasche da contare a cadenza…

Insieme alle amarene tiepide appena raccolte,
ai mirtilli d’inchiostro, ai porcini paffuti
che giocano a nascondino, al profumo di muschio
e licheni che nascondi tra le cosce di donna flessuosa,
ai  seni turgidi come pesche mature,
ai glutei sodi come albicocche dorate,
alla peluria minuta che io carezzo col labbro...

Restiamo invasi di nostalgia di tutto
dell’allegria e della tristezza,
dei lutti e dei banchetti,
dei balli sfrenati e delle canoe sulle lanche del fiume,
dei funerali e delle nozze,
dei concerti di oboe e delle sonate di legni e fiati...

Dell’infanzia amara e sognante,
dei caleidoscopi di paura e di speranza,
degli incubi cupi e del buio delle catacombe...

Novara, 6-9 settembre 2010

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