Fuggivo per le valli del mio passato
Cavalcando il Super Dink color argento,
ricordi?
Quando effluvi di fiori d’acacia, come un velluto
Carezzavano l’aria afosa di giugno,
vero?
Di costa una chiesina minuta, arrampicata, annegata
Nel verde fresco, che c’era da dissetarsi guardando,
lo sai?
Il lago di Morasco aveva come un gorgo più chiaro
D’un verde tenero, sembrava malato anche lui,
ricordi?
Strappavano ancora, di nuovo, brandelli d’anima
Con separazioni devastanti e nuovi lutti da elaborare
Non puoi ricordare, già, perché stavi cercando
Nello specchio di ritrovare l’amore che avevi partorito
Flauti morbidi e archi di violini provavano a lenire
Le ferite lancinanti, che tardavano a cicatrizzare
Non puoi più ricordare, perché eri dentro ad un’altra storia,
dove c’era un altro lago Morasco, un’altra Ossola, un’altra
arsura da annegare con altro verde, in un’altra dimensione
simile, sì, ma un’altra. Il gioco dello specchio! E’ bastato
inclinarlo un poco ed eccoci decisamente estranei.
13.09.02 (©)Nanni Omodeo Zorini
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