catarrosa di rabbia e delusione
nella terra avita d'un'infanzia imbalsamata
le cui foto stanno, incerte e surgelate
in una smorfia di sufficienza e disappunto.
Correvamo sorvolando a volo d'uccello,
quando la speranza flautava alleluia
La Tommasina, con la sua galassia di immagini
si mostrava ormai solo una cascina diroccata
e minuscola,per masse di pennuti rabbiosi.
Uova d'oca e d'anatra per frittate proibite.
Saturno cavallo da tiro coi calzettoni da centravanti,
di sterco di pollo, da guadare con gli zoccoli;
giacevano in foto bidimensionali e grigie.
Hanno raso al suolo i ricordi.
L'infanzia, una malattia da cui guarire
immunizzandosi con la bottiglia.
Correvamo per accendere un cero
ai ragazzi, nella catacomba dove alitano
ricordi di consunzione disperata;
di sordo oblio; di estremo inalienabile abbandono.
La vita fluiva un tempo nelle vostre
immagini diafane; nei fantasmi
delle istantanee conservate
con sofferta nostalgia,nei giorni
che permettono ritorni;che culleranno
anche il nostro eterno sopore
nel sudario dell'oblio. Sorrido
alle immagini smaltate coccolando
anche la vostra muta e disperata
eterna desolazione. Aironi d’argento
e d’acciaio brunito, candidi come farina,
gallinelle d’acqua nei risi cercano
rane minuscole da ingoiare.
Correvamo io e te, anima mia
malata, dove la via Francigena,
incrocia l'Agogna. Col pianto amaro
in bocca e rigurgiti di dolore rattrappito (©)Nanni Omodeo Zorini
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