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mercoledì 20 giugno 2012

 TOMMASINA


Correvamo a cavallo della mia moto
catarrosa di rabbia e delusione
per le risaie ammorbate di molinate e atrazina
nella terra avita d'un'infanzia imbalsamata
le cui foto stanno, incerte e surgelate
in una smorfia di sufficienza e disappunto.

Correvamo sorvolando a volo d'uccello,
altri peregrinari lomellini,di altri remoti giorni
quando la speranza flautava alleluia
di resurrezione. Verso piccoli mondi contadini.
La Tommasina, con la sua galassia di immagini
si mostrava ormai solo una cascina diroccata
e minuscola,per masse di pennuti rabbiosi.
Uova d'oca e d'anatra per frittate proibite.
Saturno  cavallo da tiro coi calzettoni da centravanti,
maiali da scannare, tori da castrare nel fango
di sterco di pollo, da guadare con gli zoccoli;
giacevano in foto bidimensionali e grigie.
Hanno raso al suolo i ricordi.
L'infanzia, una malattia da cui guarire
immunizzandosi con la bottiglia.

Correvamo per accendere un cero
ai ragazzi, nella catacomba dove alitano
ricordi di consunzione disperata;
di sordo oblio; di estremo inalienabile abbandono.
 La vita fluiva un tempo nelle vostre
immagini diafane; nei fantasmi
delle istantanee conservate
con sofferta nostalgia,nei giorni
che permettono ritorni;che culleranno
anche il nostro eterno sopore
nel sudario dell'oblio. Sorrido
alle immagini smaltate coccolando
anche la vostra muta e disperata
eterna desolazione. Aironi d’argento
e d’acciaio brunito, candidi come farina,
gallinelle d’acqua nei risi cercano
rane minuscole da ingoiare.

Correvamo io e te, anima mia
 malata, dove la via Francigena,
 incrocia l'Agogna. Col pianto amaro
in bocca e rigurgiti di dolore rattrappito(©)Nanni Omodeo Zorini







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