(o partiva, dipende da dove lo guardi)
sul vagone a microonde di seconda
zuppo di brodo caldo, tornava,
partendo col treno, per arrivare, forse,
aperte le porte che dopo avevano serrato
sospeso nell'umido e nel tempo,
fermo lo spazio relativo
(correvano pioppi e salici, ma
fuori)
in surplace
sul bordo d'un lago apiombo
pencolando come la padella
del pendolo, scivolava barcollando
giù di nuovo da dove partito ( o
viceversa?) masturbando l'orologio
ferroviario
nel vagone ferroviario tornava
a partire tornando
pelli di talpa sacrificali
prima o poi, in qualche luogo, dove
potere lavarsi le mani sudate, e
tergere, con panni freschi,
quella patina
morta.
(anni 80/90)
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