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lunedì 26 novembre 2018

AVANTI UN' ALTRA!

AVANTI UN' ALTRA!
«Ma si, va beh, però… Le pare proprio il caso di stare a pubblicare immagini in cui una mano maschile maltratta una donna? Non le pare che in questo modo invece di criticare un comportamento negativo, finisce per dare la zappa sui piedi al suo messaggio, invitando a fare il contrario? E poi, come mai le donne non si decidono per tempo a rendere pubblica denunciandola la violenza subita? Vuol forse dire che ci si trovano bene in quella situazione?…»
«Mi dispiace se con l'immagine che ho pubblicato ho turbato e disturbato la sua visione…
Provo a risponderle con qualche considerazione…
STANDARD, PUDORE E SCIOCCHEZZE
Lascio a chi gestisce questo giochino qui di fare mostra di credere alle regole che impone…
Ieri ritualmente si DENUNCIAVA LA VIOLENZA CONTRO LA DONNA. C'è stato chi ha lamentato che mostrare immagini che la descrivessero era un invito a farlo… Come se mostrare foto di bombardamenti, di gente che affonda dai barconi, di gente denutrita che muore di fame o di stenti nei lager vecchi e nuovi, fosse un invito A RIPETERE QUESTE IGNOMINIE… Forse varrebbe la pena di ricordare che il racconto verbale o con immagini di cose orribili È DECISAMENTE DIVERSO DAL COMMETTERLE…
Ma stiamo scherzando? Mostrare sul pacchetto di sigarette che il fumo uccide diventa quasi simile alla pubblicità del tabacco?
Invito al buon senso... E come se scrivere sciocchezzuole e definirle "POESIE" fosse un atto poetico? Oppure anche giocare al rischiatutto nei cosiddetti slam poetici corrispondesse a fare letteratura…!? AHAHAHAHAH
Ma provo ad immaginarmi, naturalmente solo per ipotesi e non in questo contesto qui, una situazione tipo.
Ieri: giornata mondiale contro la violenza alla donna!
C' è la giornata dell'ambiente, quella sugli animali abbandoonati, contro la caccia...
Ritualissime... Per i 364 giorni successivi il problema è rimosso...
Per i migranti: la voce prosegue... Magari rischiando di infognarsi in ritualità periodiche, ricorrenti, con girotondi, recita di poesie., autocompiacimento...e diventa essa stessa l'evento: foto, video... E poi...morta lì...
Immaginiamoci che proprio oggi, giorno successivo alla ricorrenza, una donna, adesso, per caso, ("facevamo finta che"…), l'apertura del processo di difesa... E insieme di accusa per i maltrattamenti psicologici fisici subiti … Ma non qui, in questa città qui… Diciamo magari a Mantova? O Crotone? O magari anche a Genova?
Ecco immaginiamoci questa donna. Ha subito, anni fa, violenza mentale, verbale, psicologica e magari anche fisica… E contrariamente all'affermazione da lei fatta sopra, ha deciso proprio di voler ricorrere alla giustizia. Con tutto quello che comporta...
Buttare in piazza, rendere pubblica, spiattellare davanti a tutti la situazione d'inferno che ha vissuto.
Col rischio probabile che i pettegoli voyeurs , dandosi gomitate e sorridendo con sguardi malevoli e maliziosi, abbiano a dire: ma va là, certamente anche questa se l'era andata a cercare ... a me ad esempio che sono donna non è mai capitato… (Magari dimenticandosi di guardarsi allo specchio…)
E se la data prevista per l'inizio fosse stata proprio oggi, possiamo certo immaginare che patemi d'animo abbia avuto da tempo. Soprattutto negli ultimi giorni. Soprattutto stamattina.
Ma immaginiamoci anche un altro particolare non infrequente. Se l'episodio e la denuncia risalgono a qualche anno fa, non è da escludere che già un'altra volta possano averla convocata per un ipotetico inizio e apertura del procedimento… Stessi patemi, stesso inferno rivissuto, stessa amara delusione di non vedere mai cominciare l'occasione in cui provare a ottenere un riscatto…
Ma di già che ci siamo, potremo anche ipotizzare che dopo il primo rinvio, ce ne sia stato anche un altro… Eh già. E non solo per procedimenti giudiziari di questo tipo.
Chissà mai, potrebbe essere stato che il giudice preposto si fosse trovato in una situazione di salute che gli impediva l'avvio… Oppure anche, poverino lui, che essendo residente altrove, avesse da tempo tempestivamente chiesto il trasferimento ad altra sede. E, guarda caso, proprio adesso l'avesse ottenuto… E magari anche per il secondo rinvio: oltre agli eventuali problemi di salute e al trasferimento, potremo immaginarci che so: se fosse stata una donna poteva benissimo essere in procinto di diventare felicemente madre…
Insomma: è giusto tutelare i diritti di tutti i lavoratori e anche di questo tipo.
Ma, se in questo contesto andiamo a ripensare alla tapina: stalking, persecuzioni psicologica, maltrattamenti verbali offese ingiurie, botte… dopo diverse tappe di rinvii non da lei dipendenti o a lei imputabili, per l'ennesima volta, dopo notti in bianco, sofferenza interiore e inferno rivissuto nel ricordo, le dicono che anche questa volta non se ne fa niente… RINVIATO!
Sconforto. Incazzatura. Richieste di chiarimenti…
E dire che questa aveva davvero avuto il coraggio di denunciare! Non era stata connivente e complice con il suo aguzzino. Era una delle poche punte dall’ iceberg emergente dal mare magno della violenza sulla donna…
Con che stato d'animo si appresterà ad aspettare il tempo che le hanno prospettato? Se la sentirà ancora di tener duro? Le cascheranno le braccia?
E altre donne maltrattate, facilmente venendo a conoscenza di episodi ripetuti di questo tipo, avranno il coraggio di imbarcarsi in questa terribile avventura di redenzione e di riscatto? O non verrà loro da dire: "ma chi te lo fa fare? Sarà poi possibile arrivare davvero ad una conclusione equa che ti dia almeno in parte soddisfazione e giustizia della violenza che hai subito?"
Per fortuna che questa vicenda non si svolge qui, da noi, ma nelle città ipotetiche di fantasia immaginate sopra…
Ma intanto, si è celebrata LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA LA DONNA. Nei canali di comunicazione, media, o Web, saranno comparse le rituali fotografie di paia di scarpe rosse col tacco alto abbandonate sul terreno…
E saranno piovute frasi di esecrazione: basta con la violenza alle donne… non possiamo più permetterlo… a nessun'altra più deve succedere… non una di più…
Frasi ed espressione naturalmente encomiabili. Ma se il problema è alla radice, chi ci pensa davvero ad andare ad analizzarlo fin in fondo, per provare a trovare soluzioni?
La sanità è con l'acqua la gola, vengono tagliati i fondi letti di degenza e personale.
L'istruzione pubblica ha l'edilizia fatiscente e pericolosa e anche qui il personale viene ridotto e soppresso.
E se si aumentassero gli organici e le risorse da dare alla giustizia? Magari sottraendo le spese inutili, come ad esempio l'acquisto di aerei da guerra costosissime e giudicati assolutamente insicuri inefficaci e inefficienti; eliminare costruzioni e scavi di trafori che garantiscono l'alta velocità, su percorsi ferroviari o automobilistici che non hanno assolutamente sofferenza ed esigenza di questo tipo…
Vede, cara signora, anche sistemi e servizi oggi abbastanza criticabili hanno nella loro esperienza storica avuto soluzioni di rimedio. Ad esempio molti decenni fa, per evitare che le piccole scuole uniche di montagna fossero poco ambite dagli insegnanti, che perciò non le sceglievano, veniva dato un incentivo in termini di progressione di carriera.
È la solita scoperta dell'acqua calda. Nessuno ha mai pensato che per garantire a chi svolge compiti così importanti come questi di cui parliamo ora, oppure della sanità, si potrebbe garantire che chi assicura di portare a termine quanto ha iniziato, e si impegna a restare in quella sede un certo numero di anni, verrà incentivato nella carriera o economicamente…
Già, perché anche nella giustizia, come nella scuola, come nella sanità, o come anche in altri servizi molto importanti per il benessere della popolazione, alcune sedi sono considerate poco gradevoli, disagevoli e perciò poco ambite.
Ma queste che stiamo facendo io e lei, qui, sono considerazioni che competono e devono essere effettuate oltre che da noi utenti dei servizi, da chi si è candidato, ottenendo quanto chiedeva come amministratore della cosa pubblica.
È facile, molto comune molto diffuso, ascoltare i programmi e la propaganda di chi si propone come salvatore del mondo. Sia esso un comico, un venditore di aspirapolvere, un populista che gioca sulla ingenuità di chi lo ascolta, ma che poi avrà poca memoria…
Ora, qualche anno fa, molti decenni fa… Urlando e strepitando nella simulazione di un attacco isterico, oppure con voce dolce e suadente al burro per convincere tutti agitando qualche spauracchio inesistente che si è già autoazzerato, o anche col tono pacato e rassicurante di chi assicura che finalmente lui è l'uomo giusto, la donna giusta, insomma le persone mandate dal destino…
Mi permetta pertanto cara signora, di usare ancora queste immagini che l'hanno disturbata. La violenza di genere esiste. E non basta alzare la voce un giorno all'anno ritualmente. Per lavarsi la coscienza. Va progettato, programmato, studiato e ipotizzato un metodo effettivo di risoluzione del problema.
Per fortuna, che quelle che io ho presentato sono solo ipotesi, che magari non esistono neanche nelle città fantomatiche che io ho preso in prestito… "Facciamo finta che, tutto va ben, tutto va ben…"
E se c'è davvero qualche meschina che ha osato venire allo scoperto, saranno un po' ben cavoli suoi… Perché magari come lei pensa se l'era cercato… E perché poi è comodo chiedere di avere tutto bello a posto, e avere la pappa pronta…
Gli apparati burocratici, dal termine: "bureau" ufficio, sono macchine apparentemente perfette, pignole, complicatissime… Ma nelle loro procedure non prevedono un aspetto essenziale: raggiungere l'obiettivo che formalmente dichiarano di volere perseguire!
Perciò mi permetta, di ripetere come ho aperto questo intervento:
"AVANTI UN'ALTRA".
Un'altra vittima? Un'altra aspirante all’ottenimento della giustizia? Un'altra che se le va bene se la può cavare seppellendo come riesce nella sua memoria l'inferno subito? O un'altra come le 106 vittime donne al giorno d'oggi nel nostro paese di quello che un neologismo definisce "femminicidio".
E se esiste davvero una povera donna nella situazione ipotetica sopra narrata, può contentarsi e consolarsi dicendo: "meno male che sono ancora viva e che non sono stata ammazzata!"?

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