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sabato 14 settembre 2019

AL BANCO DEI PEGNI
sì la capisco mi creda per lei ha certo
immenso valore non oso negarlo
ma mi perdoni egregio signore
questo vale per tutti
quando portano qui i loro gioielli preziosi
ma nessuno saprebbe o potrebbe apprezzarli
mi creda e non me ne voglia
uno sguardo luminoso colore di cielo
un sorriso profondo come tutta la galassia
orgasmi in extrasistole e parole sussurrate
di pregio certo di pregio ma non hanno mercato
dovrà accontentarsi nel cambio di questo modesto
porta pastiglie di peltro brunito
somiglia d'argento guardi
ci può mettere le speranze
ci può custodire la sua attesa amorosa
ci può ospitare il desiderio sospeso
ci può mettere frammenti della sua anima
i suoi sogni condivisi
le sue poesie d'amore
i fremiti i batticuori la lascivia le carezze
mi creda non posso darle di più ne sarei danneggiato
la sera d'autunno incipiente
ancora pregna dei vapori dell'estate
si contenta di far compagnia
alla delusione del baratto modesto
i passi strascicati per allontanarsi
curvi e col capo basso
dal bugigattolo buio del banco dei pegni
odoroso di vecchi cuoi
di vecchie pagine ingiallite
di abiti dismessi e gualciti
nella tasca il piccolo oggetto metallico
nel quale collocare con cura
ricordi fremiti attese pulsioni
non sarà difficile stipare tutto questo
che il tempo lentamente ha cercato
di rendere consunto
però forse magari il domani è qui dietro l'angolo
però forse magari la resurrezione è imminente
però forse magari il paradiso sta tornando
però
forse
magari

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