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sabato 27 novembre 2021

DIPENDENZA-COMPULSIVITÀ-LIBERAZIONE?

 DIPENDENZA-COMPULSIVITÀ-LIBERAZIONE?

E capita di frequente, di sentire o di vedere qua e là situazioni patologiche e preoccupanti.
Alcune esperienze esistenziali, a cominciate dall’infanzia e poi dall’adolescenza, intrecciate con predisposizioni neuronali genetiche, determinano strutture di personalità contorte e patologiche.
Rapporto anaffettivo famigliare, privo assolutamente di empatia.
Esperienze borderline plagiano e condizionano già da bambine e bambini. Giochi proibiti subiti con compiacenza. Presupposto e predisposizione per esperienze future: da ricercare golosamente.
“Rubare la marmellata”, al di là della metafora, cercare morbosamente qualcosa di off limits e di tabù, fumo, bevande, sostanze. Ma anche comportamenti devianti. Erotomani. Ninfomani.
Poi magari, apparentemente all’esterno, è possibile continuare a indossare un abito di pseudo normalità. Sguardi compassati e supponenti. Abbigliamento e nuove acconciature della capigliatura. Frasi fatte. Ruolo da persone definite dagli altri: “normali”.
Andarsele a cercare. Bottiglie nascoste. Tabacco e accendini. Sguardi assatanati che spogliano, dominano, posseggono preventivamente.
Insieme agli abiti eleganti da shopping, nuova messa in piega, ci sta anche una vita famigliare coniugale che dall’esterno finisce addirittura per sembrare normale.
Il coniuge cretinetti di turno, se c’è, per dabbenaggine o disinteresse, sta al gioco: gli conviene per la propria ignavia. Al genitore malaccorto, distratto e complice, sfugge che la marachella occasionale, prepara il terreno a una futura dipendenza anche tossica.
Incapacità di autoriflessione, autoanalisi, autentico senso di equilibrio di realtà: tutto va avanti a rotoli…
Rimane la compulsività, il raptus sotterraneo apparentemente invisibile, che spinge a ripetere all’infinito quel comportamento. La roba, la sostanza, la trasgressione, la continua ricerca di nuovi dominatori erotici maniacali… Come se niente fosse.
Magari il partner coniuge cretinetti fiuta. Ma gli costerebbe troppa fatica andare fino in fondo. Troppa sofferenza scoprire la realtà che intuiva. Vengono definiti tradimenti, ma in effetti sono soltanto prosecuzione di un percorso già iniziato e per il soggetto ritenuti normalissimi. Abituali, ricorrenti, consuetudinari.
E allora… Ma sì… Dopo un periodo di astinenza e di sobrietà, si può essere pronti a buttare via l’anima per trovare ancora quella roba là , o un’altra situazione simile. Dopo alcune scottature relazionali appare riposante e salutare mostrare di credere nel rapporto privilegiato esclusivo assoluto totale. Ma la scimmia dorme sulla spalla. E prima o poi salta fuori.
L’ancora di salvezza viene guardata con disprezzo e supponenza. Sia la vita sobria, sia pure anche il rapporto fedele ed esclusivo. Morbosamente torna in gola quella voglia.
Tanto quell’altra persona non lo verrà a sapere… Forse… A meno che qualcuno un po’ alla volta fornisca dettagli, documentazione, particolari.
E sembra che ogni occasione, sia una fuga temporanea, eccezionale, straordinaria.
E viene detto di pensare: ma chi vuoi che se ne può accorgere se si baratta qualcosa per un po’ di polvere bianca? O anche, se si dice che si va a trovare conoscenti, e invece ci si intrattiene a fare il diavolo a quattro col demone dalla faccia di allocco, nella sua bicocca trasandata e accogliente , con la puzza di piscio di gatto?
Ma già…! C’è l’occhio-oculus cibernetico del “grande cugino” on-line che vede e ascolta tutto!
Se persone in buona fede rilevano la cosa e la fanno notare: è facile dire che sono loro perversi e maniacali.
Ma certo che non è una puttana: mica lo fa per soldi. Cede a un impulso irrazionale che non sa frenare. Come chi è trascinato a procurarsi in qualsiasi modo la sostanza…
Ma sì. Basta acconciarsi bene; una nuova messa in piega recente; una epilazione accurata; abbigliamento procurato negli iperstore dell’eleganza per i citrulli.
Coazione a ripetere. Quella cosa fatta che ci aveva dato piacere, alla quale non avevamo osato resistere quando ci veniva in testa, prima o poi viene rifatta, ripetuta, all’infinito.
Inguaribile? Dipende!
Da tutti i comportamenti, con le sostanze, con le consuetudini trasgressive, con le pulsioni morbose, è possibile anche liberarsi. Ma solo se si vuole davvero la libertà oppure si preferisce restare sempre schiavi, vittime, incatenati…
In buona sostanza: è preferibile restare schiavi come automi, oppure scegliere di essere liberi e assumere le proprie decisioni?
Intanto la spada di Damocle sospesa a mezz’aria, da un momento all’altro cadrà. E allora nascerà un inferno davvero… Verranno tolti i veli, e la realtà nuda, cruda e anche abbastanza squallida verrà definitivamente alla luce.
(da Trattato di patologia neuropsichiatrica- Le dipendenze)
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