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lunedì 17 giugno 2019



IL PENTOLINO DIMENTICATO DAI BAMBINI CHE HAN FATTO LA MINESTRA PER LE BAMBOLE
Rombava con il suo colore intenso bianco e nero, macchiato di porpora delle borse laterali.
Era andato con la moto quella volta. Sarebbe andato anche con un drone. Con







una mongolfiera. Un idrovolante. Un dirigibile. Un'astronave…
Lo scooterone gli faceva arrivare l'aria sul volto e sul corpo. E gli regalava il profumo intenso della fioritura dei tigli. Dell'erba tagliata, amaro e verde. I raggi caldi del sole sulla pelle, appena appena rinfrescati dalla velocità…
L'essenziale era che ci stava andando.
Di nuovo.
Ancora.
Senza un attimo di tregua.
Fino all'ultimo respiro diceva un titolo: « Jusq’au bout du soufle».
La celata dal casco alzata, come un elmo.
Con l'occhio interiore prefigurava il suo volto.
Radioso nel sorriso come l'ultima volta?
Senza espressione particolare?
Trafelato…?
Nella borsa laterale sinistra aveva sistemato una bottiglia d'acqua. Lasciando la cerniera un po' aperta per poterla afferrare mentre guidava.
Si accorse più tardi che la velocità aveva fatto volar via il prezioso liquido e il suo contenitore. Infatti allungando la mano sentì l'apertura dilatata della cerniera.
Si fermò per sincerarsene. Ci rinunciò.
«Ma quanto cinetico la moto, Ciccio?»
Impiegava lo stesso tempo che con l'auto. Arrivò puntuale. E come sempre in anticipo.
Il verde ombroso intenso e scuro lo rinfrescò.
Fin quando apparve lei.
Come spesso gli capitava, durante il tragitto gli era andato in mente un antico canto abruzzese della raccolta delle olive… " Cade l'uliva e e cadono le foglie… Cade l'uliva e li frunne ‘e ginestre, … Amore amore mio, casca e si coglie, casca l'uliva e cadono le foglie…"
Cade l'uliva 
Nebbi’a a la valle e nebbi’a a la muntagne
ne la campagne non ce sta nesciune.
Addije, addije amore
casch’e se coje
la live e casch’a l’albere li foje.
Addije, addije amore
casch’e se coje
la live e casch’a l’albere li foje.
Casche la live e casche le ginestre
casche la live e li frunne ginestre
Addije, addije amore
casch’e se coje
la live e casch’a l’albere li foje.
Addije, addije amore
casch’e se coje
la live e casch’a l’albere li foje.

Le aveva ascoltate molte volte queste dolcissime nenie popolari raccolte nei "DISCHI DEL SOLE".
Gliel'avrebbe cantata a mezza voce. Nel solito posto. Accostando le labbra ai suoi capelli.
Il sorriso si era molto attenuato.
Mesto. Appena rassegnato.
Bisognava continuare a farsene una ragione.
Accontentarsi della realtà.
L'unica possibile.
Il paradiso che navigava nel ricordo.
Il paradiso che galleggiava sospeso nella speranza. Il paradiso che sarebbe tornato…
Nel gavone sottosella ritrovò una bottiglietta d'acqua tonica. Ormai non più fresca.
La bevve avidamente. Come presto  bevve il suo volto il suo sorriso smorzato. Che riuscì a fare di nuovo riaccendere. Appena trovò nel breve percorso tra lo scooter e lei, una testolina di plastica lasciata dai giochi di bimbi. Che come in un suo racconto avevano certamente giocato a far la minestra per le bambole.
Le regalò quell'immagine.
Lei restava pur sempre la sua bambina.
E amavano sempre giocare i giochi dei bambini…


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