IL
PENTOLINO DIMENTICATO DAI BAMBINI CHE HAN FATTO LA MINESTRA PER LE BAMBOLE
Rombava
con il suo colore intenso bianco e nero, macchiato di porpora delle borse
laterali.
Era
andato con la moto quella volta. Sarebbe andato anche con un drone. Con
una mongolfiera. Un idrovolante. Un dirigibile. Un'astronave…
una mongolfiera. Un idrovolante. Un dirigibile. Un'astronave…
Lo
scooterone gli faceva arrivare l'aria sul volto e sul corpo. E gli regalava il
profumo intenso della fioritura dei tigli. Dell'erba tagliata, amaro e verde. I
raggi caldi del sole sulla pelle, appena appena rinfrescati dalla velocità…
L'essenziale
era che ci stava andando.
Di
nuovo.
Ancora.
Senza
un attimo di tregua.
Fino
all'ultimo respiro diceva un titolo: « Jusq’au bout du soufle».
La
celata dal casco alzata, come un elmo.
Con
l'occhio interiore prefigurava il suo volto.
Radioso
nel sorriso come l'ultima volta?
Senza
espressione particolare?
Trafelato…?
Nella
borsa laterale sinistra aveva sistemato una bottiglia d'acqua. Lasciando la
cerniera un po' aperta per poterla afferrare mentre guidava.
Si
accorse più tardi che la velocità aveva fatto volar via il prezioso liquido e
il suo contenitore. Infatti allungando la mano sentì l'apertura dilatata della
cerniera.
Si
fermò per sincerarsene. Ci rinunciò.
«Ma
quanto cinetico la moto, Ciccio?»
Impiegava
lo stesso tempo che con l'auto. Arrivò puntuale. E come sempre in anticipo.
Il
verde ombroso intenso e scuro lo rinfrescò.
Fin
quando apparve lei.
Come
spesso gli capitava, durante il tragitto gli era andato in mente un antico
canto abruzzese della raccolta delle olive… " Cade l'uliva e e cadono le
foglie… Cade l'uliva e li frunne ‘e ginestre, … Amore amore mio, casca e si
coglie, casca l'uliva e cadono le foglie…"
Cade
l'uliva
Nebbi’a
a la valle e nebbi’a a la muntagne
ne la campagne non ce sta nesciune. Addije, addije amore casch’e se coje la live e casch’a l’albere li foje. Addije, addije amore casch’e se coje la live e casch’a l’albere li foje.
Casche
la live e casche le ginestre
casche la live e li frunne ginestre Addije, addije amore casch’e se coje la live e casch’a l’albere li foje. Addije, addije amore casch’e se coje la live e casch’a l’albere li foje. |
Le
aveva ascoltate molte volte queste dolcissime nenie popolari raccolte nei
"DISCHI DEL SOLE".
Gliel'avrebbe
cantata a mezza voce. Nel solito posto. Accostando le labbra ai suoi capelli.
Il
sorriso si era molto attenuato.
Mesto.
Appena rassegnato.
Bisognava
continuare a farsene una ragione.
Accontentarsi
della realtà.
L'unica
possibile.
Il
paradiso che navigava nel ricordo.
Il
paradiso che galleggiava sospeso nella speranza. Il paradiso che sarebbe
tornato…
Nel
gavone sottosella ritrovò una bottiglietta d'acqua tonica. Ormai non più
fresca.
La
bevve avidamente. Come presto bevve il
suo volto il suo sorriso smorzato. Che riuscì a fare di nuovo riaccendere.
Appena trovò nel breve percorso tra lo scooter e lei, una testolina di plastica
lasciata dai giochi di bimbi. Che come in un suo racconto avevano certamente
giocato a far la minestra per le bambole.
Le
regalò quell'immagine.
Lei
restava pur sempre la sua bambina.
E
amavano sempre giocare i giochi dei bambini…
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