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mercoledì 4 marzo 2020








SOFFIO DI VENTO

Era  stato proprio nel cuore della notte che se ne era accorta.
Non si svegliava quasi mai durante il sonno. E pure quella volta…!
Il sogno dal quale era uscita abbastanza a malincuore, aveva situazioni strane, magari addirittura tra loro contraddittorie.
Si trovava sul bordo del lago sotto il verde frondoso di grossi alberi.
Grondava ancora acqua e il costume era umido. Accanto a lei c'era il suo lui. Ne sentiva la presenza immensa. E sentiva le sue parole come una musica di bordone di violoncello, oboe, cornamusa…
Dopo averla lasciata raccontare per un po' della propria infanzia, del proprio passato di ragazze e di donna, aveva preso l'appiglio e si era messo a raccontare lui.
Le sue vicende e avventure erano infinite. Ogni volta c’era da perdersi nell'ascolto.
Poi all'improvviso, si era accorta che si trovava immersa nell'acqua azzurro verde e nuotava nuotava nuotava… E non era sola. Sentiva gli spruzzi che lui mandava accanto a lei e il suo respiro ogni volta che levava il capo dall'acqua…
Poi era seduta su un vaporetto di Venezia e guardava fuori con aria assorta.
Poi, poi, poi…
La situazione continuava a mutare.
In certi momenti le sembrava addirittura, con un certo scoramento, di trovarsi da sola nei nuovi luoghi. La presenza di lui si era trasferita direttamente nella sua mente. Nella sua carne. Nei suoi sensi…
La sentiva, la gustava, ma non riusciva a trovarla accanto a sé.
Ed era stato in uno di quei momenti, mentre le sembrava di essere da sola, oppure dopo qualche istante quando si sentiva accanto a lui, che all'improvviso…
Quel soffio di vento…!
Non era un soffio come gli altri.
Recava l'odore dell'erba tagliata di fresco a maggio o giugno.
Effluvi odorosi di eucalipto, di mugolio e di abete.
Con un vago retrogusto odoroso che le ricordava il fumo dell'incenso, del sandalo, e del tabacco della pipa di lui…
Tenne gli occhi chiusi. Serrati.
Voleva rientrare nel torpore del sonno.
Riaddentrarsi  di nuovo nei meandri onirici.
Ma c'era quel soffio profumato, odoroso e intenso.
Alla fine ci riuscì.
E la scena era di nuovo mutata.
Era lì dove si trovava ora, nel suo grande letto. La penombra la coccolava e la avvolgeva come un mantello. Il soffio le aveva fatto un regalo.
Accanto a sé, sotto il piumone, allungando la mano, sentii la sua presenza.
Al tocco di lei risposero le mani sue.
E anziché dalle onde del lago, venne sfiorata dal caldo morbido di quelle mani.
Si  sentì esplorata tutta. Non era più la sua voce o quel soffio aromatico soltanto che la carezzava intimamente anima e corpo.
Senza aprire gli occhi entrò in quella nuova dimensione.
Doveva aver dimenticato di indossare il pigiama.
O la tuta.
Oppure era l'effetto magico del soffio…
Le mani stavano suonando la superficie del suo corpo facendola vibrare tutta come un'arpa. Poi alle mani si aggiunse il suo fiato caldo. Le labbra e la lingua.
Poi il vibrare si fece all'unisono.
Il lago, il vaporetto, tutto il resto che c'era stato prima aveva lasciato il posto a quel volo intenso di sensazioni, vibrazioni, emozioni.

Quando il mattino si svegliò definitivamente, si stropicciò gli occhi.
Sotto il piumone si accorse che aveva dormito senza nulla indosso.
Il suo corpo era ancora tremante intensamente e umido dell'esperienza notturna.
Infilò la vestaglia.
Scese a prepararsi un te con le fette biscottate in cucina.
Mentre la tazza si scaldava nel microonde, si rese conto della bellezza estrema che può regalare il desiderio della persona amata.
Era certa che lui non avesse dormito per davvero accanto a lei quella notte.
Eppure…!
Come tutte le sere quando le aveva dato la buona notte, lui le aveva detto e chiesto:
 "… Vuoi gioia mia farmi un po' di posto, che come tutte le sere vengo a dormire mentalmente accanto a te anche stasera…?"
E come sempre lei aveva risposto:
"… Si… Certo… Vieni amoremio…"
Mentre intingeva le fette biscottate nel the, pensò che fra due o tre giorni, fuori del sogno ma nella realtà avrebbe rivissuto quell'esperienza che ora era stata solamente il soffio di un vento…
Prese il telefonino cellulare e scrisse:
"certo, aspettami, ancora qualche giorno e verrò, come sempre…
Ho bisogno di vivere, e tu sei la mia vita, il mio respiro…
SEI IL MIO SOFFIO DI VITA…"

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