scegli argomenti:

venerdì 10 luglio 2020

PAROLE DIFFICILI E OSTICHE- tipo Libertà per esempio

PAROLE DIFFICILI E OSTICHE-
tipo Libertà per esempio
Diventando un caso, la cooperante Silvia Romano offre occasioni di riflessione. Un secolo fa in Italia moltissime donne si coprivano il capo. Consumavano la ciotola della minestra che avevano preparato lontano dal tavolo di cucina. Tenevano il capo basso. Erano di fatto serve e schiave della propria condizione. Quelle più anziane lo insegnavano alle giovani. Nei monasteri di clausura e anche negli altri le donne si celavano e nascondevano i capelli il corpo e parte del volto. Le matriarche di alcune civiltà praticano sulle bambine l'escissione del clitoride e delle grandi labbra. ""Così è… Così è stato… Così ha da essere…"" propugnavano. Spesso questi comportamenti brutali venivano definiti: libertà. Ho sentito anche di recente donne sostenere che erano libere di scegliere la propria condizione di inferiorità rispetto ai maschi alla famiglia alla società. In alcuni paesi e sistemi politici chiaramente illiberali veniva dichiarato il principio di voler obbligare tutti ad essere liberi. Tautologia. Concetti antropofagi che si mangiano la coda da soli. Lascio perdere per ora i discorsi squallidi fatti a proposito della cooperante dai qualunquisti fascioleghisti. Ma cerco di riferirmi al significato autentico e profondo del termine libertà. Orwell ci è stato maestro. La libertà è schiavitù. Stravolgimento dei significati. Rovesciamento del guanto delle parole. Gruppi politici e slogan ne hanno fatto e ne fanno banchetto e bordello. Scempio. In epoca di pandemia si è abusato del termine libertà confondendola con l'arbitrio di non rispettare regole igieniche universali per evitare il contagio agli altri che a se stessi. I movimenti femministi pongono l'accento ora a questo proposito sul corpo della donna. Gli schiavi non saranno mai liberi di indossare le proprie catene. Gli ignoranti e gli idioti non sono assolutamente liberi di inneggiare la propria stupidità. Autodeterminazione? Fino a che punto e in che modo si può autonomamente decidere se non si hanno gli elementi materiali concettuali mentali per farlo? Può forse chi è condizionato per il plagio formativo subito affermare che è libero di essere imbecille? Il bla bla-bla e il tamtam delle cose che si dicono, di quelle che dicono tutti, ci stuzzica ci stimola a parlare delle scelte di questa giovane donna. Come molti e molte ha deciso di andare in posti sciagurati per portare aiuto. Stoccolma o no è tornata mutata. Sulla via di Damasco del suo percorso ha incontrato l'Islam. Ne ha incontrato la cultura. Se ne è fatta influenzare volentieri e piacevolmente. Saranno un po' fatti suoi o no? Ma l'occasione di riflessione non può essere e non deve essere buttata via o sciupata sprecata. Libertà di scelta. Ma anche libertà di sbagliare. Soprattutto in un mondo pervaso da false verità e falsi convincimenti. Infarcito delle varie religioni. Quelle che in un modo o nell'altro sostengono che il fine ultimo degli esseri umani è anelare ad un dio. Un essere supremo, talvolta con connotati umanoidi, di cui non è assolutamente visibile o evidente l'esistenza. Indimostrabile. Esseri umani concreti e vivi si ritengono in buona fede destinati a muovere verso l'empireo di un essere immenso praticamente inesistente. Fin quando non verranno approfonditi e chiariti dentro ciascuno di noi i concetti chiave come quello di libertà, di slogan di 1984 continueranno a perversare. E anche la gallina fascista potrà sputacchiare la parola libertà che i suoi maestri hanno conculcato e si preparano ad annientare. E il venditore di tappeti, l'omino di burro delle televisioni, potrà inventare partiti politici autodefiniti popolo della libertà.

Nessun commento: