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domenica 22 agosto 2021

ACCETTARE TUTTO

 ACCETTARE TUTTO

Sgarbazzoni Jolanda…! Non ci sentiamo da un po’, vero?
Eppure… di certo, per me, è piacevole e divertente conversare con lei. Un po’ come conversare con se stessi; in un soliloquio a metà tra l’autoironico e il serioso.
Le ho spiegato, cara amica, perché scrivo. Certe volte per tirare le orecchie a qualche stupidotto che spaccia per poesia filastrocche rimate. Liberissimo di farlo: come andare sul filo teso in equilibrio con un monociclo o con un biciclo a pedali o a batteria o semovente… I giochi di prestigio, è opportuno farli, quando se ne è capaci.
Veda, Jolanda cara, la figura del funambolo a me è sempre piaciuta. Per ora non sono mai caduto sfracellandomi… E quindi continuo a provarci, e a riprovarci ancora.
Tempo fa, come ho raccontato ampiamente qui in questa piattaforma di vendite promozionali e di cazzate varie, sono passato ad un biciclo a motore…e che super maxi-granscooter..
Lei avrà sorriso…
Provare, provare, provare ancora. In tutti i modi.
Lei sostiene che gli anni finiscono per pesare. Innegabile. Ma forse si può e si deve renderli più lievi. Soprattutto per quelli che ci prospettiamo e auto auguriamo.
Le visioni del mondo dell’Asia, religiose o laiche, suggeriscono di fare i conti con la realtà senza farsene spaventare o terrorizzare.
Malanni, guai di salute, vicissitudini emotive, affettive e relazionali… La stessa morte insieme al dolore vanno guardate, accolte, accettate ed elaborate.
Io cerco di farlo, cara amica.
Non mi spaventa più di tanto nessun incidente di percorso.
Ci sono preparato. E in questo modo, quando ne arrivano di nuovi, non ne sarò angosciato.
Ho assunto da sempre un luogo comune e ne ho fatto diventare oggetto anche titolo di una mia composizione poetica: “… Ma, anche, sempre, la speranza sarà l’ultima a morire…”
Un mio assioma. Cerco di farmi una ragione, anche eventualmente amaramente, delle vicissitudini. Come faccio abitualmente delle cose belle, dei regali, dei sorrisi del cielo, della terra, dell’acqua nonché delle donne che mi guardano con tenerezza e affetto.
Non mi rassegno comunque. Guardo, come riesco in questa stagione del mio tempo antico, a tutto quello che c’è stato, che sopravviverà e c’è, che ci sarà e non mancherà di regalarmi stupore, talvolta sgomento, emozioni sempre nuove…
Si tratta, a mio parere e modo di vedere, di una continua ristrutturazione di campo (Kurt Levin e Gestalt). Riorganizzare, almeno mentalmente, tutti gli elementi dell’esistente attuale, remoto, fantasticato e sognato.
Vicende dolorose, mie, altrui, anche e soprattutto di persone care che amo immensamente. Accanto, insieme e mescolate con le cose bellissime che ho incontrato, che incontro, che è a cui non rinuncio né ora né mai.
E mi ripeto sempre, instancabilmente, con la splendida Violeta Parra:
“Gracias a la vida, que me ha dado tanto…”
E la invito, Jolanda cara, a riascoltare le parole e il canto di Violeta… Di cui le allego il link…
Mi permetta di concludere: accettare, accogliere, non negare, e neppure rifiutare. Non rassegnarsi. Con determinazione, tenacia, equilibrio interiore. Ottimismo e speranza. Tutto qui. Ristrutturando e riorganizzando il campo. Il reale, cupo o luminoso che sia, c’è ed esiste.
La saluto di nuovo, mia interlocutrice di comodo, se può, se le è concesso, se le è dato: buona esistenza, buona vita… Buon quel che preferisce…!
Marco Mastromauro e Annarita Giovanditto
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